Black Out

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Selene_Black&Piperina
view post Posted on 5/2/2008, 14:46




Ilaria e Ivana sono tornate.^^
Ve l'avevamo promessa, una fic ad alto contenuto hot, ed eccola qua.
Questo è il primo di due capitoli, perchè sarebbe stata troppo lunga, e non volevamo farvi morire annegate nella lettura.


Rating: Rosso
Genere: Romantico, Erotico
Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Draco Malfoy, Ginny Weasley




*Act One*
- Pleasant Journey -



«Harry, ci siamo capiti?»
“Sì, Ron.”
«Ma arriverete in orario?»
“Sì, Ron.”
«Io non mi fido molto di quel coso babbano, te l’ho già detto...»
“Ron, fidati... arriveremo in tempo! Ora devo andare... ti saluto!”
Prima che il rosso di casa Weasley potesse aggiungere una sola parola, l’Eroe del Mondo Magico aveva interrotto la comunicazione via camino con il suo migliore amico.
Il moro sorrise quando un rumore di passi giunse alle sue spalle.
“Non dirmi che voleva ancora convincerti ad usare la magia.”- disse una voce femminile dietro di lui.
“E invece sì.”
“Non cambierà mai...”- sorrise la ragazza che ora stava guardando negli occhi.
“Hai già preparato tutto?”- chiese Harry dando un’occhiata intorno.
“Sì. Le valigie sono pronte, la casa è pulita e ben protetta.”- rispose lei riavviandosi dietro le spalle un ricciolo castano.
“Hermione...”- sussurrò l’altro prendendole dolcemente le mani -“Questo viaggio ci farà bene.”
Un lampo di insicurezza attraversò le iridi dorate della strega -“Lo spero, Harry.”
I due si sciolsero in un bacio, prima di indossare i cappotti, afferrare le valigie e dirigersi alla stazione di Londra.


***


Hermione se ne stava comodamente seduta nello scompartimento prenotato per lei ed Harry.
Il paesaggio sfrecciava rapido sotto i suoi occhi.
Proprio come ai vecchi tempi, quando era solita accoccolarsi sulla spalla del suo migliore amico ed appisolarsi, attendendo l’arrivo ad Hogwarts.
Giorni felici, trascorsi tra risate spensierate e chiacchiere tra amici.
Con Harry, Ron e...Ginny.
In realtà era proprio la rossa il motivo di quel viaggio.

Stupida bambina viziata.
Armandosi di buona pazienza, aveva accettato la sua storia con il suo migliore amico, ma non aveva mai creduto che fosse la compagna giusta per Harry, eppure, da migliore amica quale era, gli era stato accanto.
Gli aveva offerto il suo appoggio durante i loro innumerevoli litigi.
Aveva ascoltato i suoi sfoghi.
In tutto questo, non aveva fatto altro che mettere a tacere quel sentimento che, giorno dopo giorno, cresceva in lei.
Fu proprio a causa i uno delle loro tante discussioni che, durante il settimo anno, anche il Bambino Sopravvissuto si era accorto di provare qualcosa nei confronti della sua amica di sempre.
Un sentimento che andava ben oltre l’amicizia.

O, almeno, così credeva fino al ritorno della Piattola.

Stizzita dal solo pensiero della ex-compagna, Hermione si rigirò sul morbido sedile, scontrandosi con la mano di Harry,ancora incatenata alla sua.
Si era addormentato stringendole la mano.
Cercando di disturbarlo quanto meno possibile, cercò di alzarsi, ma qualcosa la tirò nuovamente a sedere.
“Dove cercavi di andare?”- la voce del moro risuonava appena più udibile di un roco sussurro.
Le dolci labbra rosee del suo compagno si impossessarono delle sue prima che potesse formulare qualunque risposta.
La Granger intrecciò le mani tra i morbidi crini corvini, scompigliandoli ancora di più di quanto non lo fossero.
Rispose al bacio con la sua stessa passione, marchiando il tutto con un pizzico di dolcezza.
Con la punta della lingua andò a tracciare il contorno della bocca del moro, a lambire il labbro inferiore.
Le mani di Harry scivolarono lungo suo collo da cigno, sui fianchi snelli avvolti da un morbido maglione di Cashmere lilla, sulla gonna in velluto nero, per poi incontrare le il tessuto velato delle autoreggenti.

Prima che le sue mano potessero compiere qualche gesto sconsiderato, Hermione le rincorse per bloccarle.
Quando aprì gli occhi, incontrò un paio di iridi smeraldine infervorate dal desiderio.

Le toglievano il fiato.
La facevano estraniare dalla realtà, facendole dimenticare ogni dove e quando.
La ammaliavano con la loro intensità.
Non esisteva il mondo, ma solo Loro.


“Al bagno.”- rispose lei sorridendo.
Gli posò un altro lieve bacio sulle labbra prima di alzarsi e uscire dallo scomparto del treno, lasciando che la gonna nera ondeggiasse seguendo il ritmo dei suoi passi.
Ma Harry non sembrava affatto intenzionato a lasciarla andare.
Si passò una mano tra i capelli corvini, per poi alzarsi e seguire la ragazza.
Si era risvegliato con lei accanto e dopo quella serie di roventi baci del ‘ben svegliato’ di certo non poteva starsene buono e tranquillo ad aspettare il suo ritorno.
Così il moretto dagli occhi verdi seguì Hermione, che si trovò improvvisamente schiacciata alla parete del bagno, premuta tra essa e un corpo caldo.
“Harry!”- esclamò la riccia -“Cosa ci fai...”
Non fece in tempo a terminare la domanda che le sue labbra furono catturate da quelle del suo ragazzo in un bacio che di casto non aveva assolutamente nulla.
Le lingue dei due giovani si incontrarono immediatamente.
Capì subito le reali intenzioni di Harry e cercò, quindi, di allontanarlo da sé facendo forza sulle spalle di lui che, per tutta risposta, le afferrò i polsi bloccandoglieli ai lati della testa.
“Spiacente.”- soffiò il moro a pochi centimetri dalle labbra di lei -“Ma non posso non ringraziarti del caloroso buongiorno che mi hai riservato poco fa.”
Nel pronunciare queste parole il ragazzo spinse il proprio bacino contro quello di Hermione, giusto per sottolineare chiaramente le sue intenzioni.
“Potrebbero scoprirci!”- replicò lei, ligia alle regole come sempre, sebbene quella situazione non le dispiacesse poi così tanto.
Harry sorrise maliziosamente, e lei capì che stava sigillando e insonorizzando l’ambiente tramite incantesimi non verbali.
Hermione contraccambiò il sorriso, spegnendolo sulle invitanti labbra del moro, mentre le mani correvano verso i lembi del maglione nero per sfilarlo.
Harry fece scorrere le mani sul corpo morbido della ragazza, per poi farle passare sotto il maglione lilla e privarlo di esso.
Il contatto delle mani del ragazzo con la sua pelle nuda le fece sfuggire un gemito di piacere, infranto contro il so collo. Ne seguiva la line sottile con la bocca, solleticandola con la punta della lingua, fino a raggiungere i primi bottoni della camicia.
Il ragazzo sospirò sentendo le labbra calde di Hermione sul proprio collo.
Passò le mani sulla sua schiena in una carezza sensuale, per poi slacciarle il reggiseno con un abile movimento delle dita.
Quando l'ebbe liberata di quell'impiccio chiuse le mani a coppa sul suo seno.
Hermione, avvertendo le ombre intense del piacere, chiuse chi occhi, spingendosi di più verso il ragazzo. Con urgenza, lo liberò della camicia, seguendo con la punta delle dita la linea dei fianchi, fino a giungere ai pantaloni.
La pelle di Harry bruciava dove erano passate le dita della ragazza, e il desiderio di averle crebbe enormemente.
Strinse con più forza il seno, accarezzandolo con le dita, per poi piegarsi e catturare nuovamente le sue morbide labbra tra le sue.
Mosse istintivamente il bacino contro quello della riccia, in un palese gesto di impazienza.
La ragazza si discostò appena, armeggiando con la cintura dei pantaloni.

Le mani le tremavano impercettibilmente.
Tremava sotto il suo tocco ansioso.
Sotto il suo sguardo carico di desiderio.


Per tutta risposta il moro le slacciò la gonna, che scivolò lungo le sue gambe, scoprendo delle autoreggenti piacevolmente comode.
Sorrise con tutta la malizia che aveva in corpo per poi privare la sua ragazza dell’intimo.
Priva di quasi tutti gli indumenti, si concedette qualche istante per ammirare il corpo del suo compagno.
Partendo dal collo, con le dita scese ad accarezzargli l'ampio petto, seguendo la linea degli addominali, scolpiti dai duri allenamenti di Quidditch. Quando arrivò a stuzzicare l'ombelico con il freddo polpastrello, lo vide chiudere gli occhi e respirare profondamente.

Il petto si abbassava in maniera irregolare.
Il respiro era affannoso.
Per entrambi.

Portò il proprio palmo all'altezza del cuore.
Lo sentiva battere.
Forte ed impetuoso.
Per lei.
Solo per lei.

La piccola mano di Hermione sul suo petto era calda e rassicurante, e mai come in quel momento voleva sentirla vicino a sé, in quel viaggio che avrebbe ricucito gli strappi del loro amore.
Lasciò che finisse di spogliarlo, ed entrambi si fissarono per qualche istante nella loro quasi completa nudità.
Con solo le autoreggenti addosso, Hermione gli appariva ancor più eccitante di quanto già non fosse.
Si chinò per accarezzare quel morbido corpo, dalle spalle al seno, per poi scendere lungo i fianchi e far scivolare le dita tra le sue gambe.
Anche se bramava quel tocco, anche se ormai avrebbe dovuto essere abituata a quelle lusinghe, Harry era sempre in grado di coglierla impreparata.
Come se fosse sempre la prima volta.

Con il solo movimento delle dita, era in grado scuoterla completamente.
Di privarla della ragione per portarla al piacere.
Quel tipo di piacere colpisce violentemente.


Hermione si strinse ancor di più al corpo del moro, quasi al limite.
Impaziente, cercò le sue labbra, intrecciando le braccia dietro al suo collo.
Lo coinvolse in un rovente bacio, mentre un brivido la costringeva ad inarcare il la schiena e a spingere il bacino contro la sua mano.
Soddisfatto del risultato ottenuto, e ormai al limite della sopportazione, Harry giocò con le labbra e la lingua di Hermione mentre interrompeva le attenzioni dedicate alla sua intimità per stringerle forte i fianchi e spingerla contro il mobiletto accanto al lavandino, facendola sedere su di esso.
La guardò intensamente negli occhi, oro lucido che trasmetteva passione ed impazienza, mentre le accarezzava dolcemente una guancia.
Col fiato corto e il cuore a mille, Harry riprese a baciarla, facendole aprire le gambe per accoglierlo.
Le accarezzò le cosce, per poi far aderire i loro corpi mente entrava impazientemente in lei, avvertendo un rassicurante calore avvolgerlo.
Rimasero fermi per qualche istante, entrambi bisognosi di quel senso di sicurezza.

Sicurezza della passione che li avvolgeva.
Sicurezza di Loro.


Le esili braccia di Hermione cingevano Harry per la vita.
Una dolce e ferra morsa.
Era suo, soltanto suo.

E lì, in quello squallido bagno, lo sentiva più che mai.
Quei pochi secondi di silenzio riempirono il cuore di Harry di pace, calma, tranquillità.
Hermione lo teneva per la vita, lui le accarezzava dolcemente i fianchi.
Poi, il bisogno di muoversi divenne insostenibile per entrambi. Bastarono uno sguardo e un sorriso malizioso per comunicare.
Il moro rafforzò la presa sui fianchi di lei e spinse, dapprima lentamente per prendere il ritmo, poi aumentò velocità ed intensità, cercando le labbra di Hermione e scendendo poi sul suo collo.

La riccia ex-grifondoro gettò la testa all’indietro in preda al piacere.
Sentiva le sue spinte.

Profonde, come il loro legame.
Dolci, come il sentimento che li univa.
Possessive, perché entrambi si appartenevano.

Il cervello di Harry era completamente sconnesso, isolato dal mondo, da qualsiasi cosa che non fosse Hermione, che gemeva sotto le sue spinte.
Il ritmo aumentava, le spinte si facevano sempre più profonde, il piacere saliva come un vortice di emozioni e sensazioni travolgenti.
Nell’impeto dell’amplesso il moro le morse il collo per poi stringerla a sé, affondando sempre di più nel suo calore.

Adorava tutto quello.
Adorava Hermione, adorava sentire il suo corpo morbido vicino al suo, adorava fare l’amore con lei.
Adorava lei.


Per Merlino, come aveva fatto solo a pesare di poter vivere senza di lei?
Ne aveva bisogno come l’aria.
Spinto dal quell’insaziabile desiderio, si avvicinò all’orecchio della riccia.
“Aggrappati.”- sussurrò roco. Lei non se ne chiese neanche il motivo, obbedì immediatamente portando le mani dietro il collo di lui. Si sentì sollevare dal ripiano dove era appoggiata ed allacciò le gambe intorno ai suoi fianchi, prima che la spingesse contro al muro.

Schiacciata tra la fredda parete e il corpo caldo del suo focoso amante, Hermione sentiva la testa girarle pericolosamente. Avvertiva soltanto le forti spinte di Harry, la profondità dell’anima che sfiorava con i suoi affondi, e il piacere che, sempre più forte, aumentava, facendo vibrare ogni fibra del suo corpo. Quella posizione non era tra le più comode, doveva ammetterlo, ma i gemiti di Hermione che gli riempivano le orecchie erano una ricompensa impagabile per la fatica che faceva nel mantenerla.
Il mondo si era dipinto di mille colori intorno a loro, l’aria era satura dei loro respiri. In quel luogo d’amore improvvisato e scomodo, era forte la loro intimità e il sentimento che li legava. Le spinte del moro divennero ancora più forti e veloci, brutali quando il piacere che lo invadeva diventava padrone del suo corpo. I gemiti di Hermione si fecero sempre più forti, fin quando un urlo strozzato uscì dalle sue labbra quando l’orgasmo la colse come un’onda di un mare in tempesta. Con le ultime spinte Harry la mantenne all’apice del piacere e liberò il suo dentro di lei, che si sciolse in entrambi in un grande calore confortevole. Col respiro irregolare e la fronte imperlata di sudore, i due ex-grifoni si guardarono negli occhi, mentre Harry lasciava che i piedi di Hermione toccassero terra.
Il moro la strinse a sé in un caldo abbraccio, per poi scostarle i riccioli bruni su una spalla e portare le labbra al suo orecchio.
“Ti amo.”


***


L’inverno era arrivato più rigido che mai.
Quella mattina dicembre, l’Ayrshire settentrionale si svegliò immersa nella neve.
Vaste distese di brina riflettevano i raggi del tiepido sole che si nascondeva dietro qualche nuvola grigia.
Quella mattina di dicembre si sarebbe giocata la partita dei Chudley Cannons contro la squadra francese dei Quiberon Quafflepunchers.

“Scontro tra Titani.”- aveva avvertito la voce amplificata dell’commentatore, data l’improvvisa ripresa della squadra inglese.

Centinaia di maghi e streghe, di tutte le età, si accalcavano lungo le interminabili gradinate dello stadio.
Facendosi largo a spintoni, la coppia raggiunse il proprio livello e si accinse a prendere posto.

Cos c’era di interessante nel vedere stupidi maghi che si divertivano a rincorrere delle palle?
Hermione se lo chiedeva dall’età di undici anni, ma non aveva mai trovato una risposta logica, abbandonando, così, la questione.
Fosse stato per lei, avrebbe fatto volentieri a meno di quel “fuori programma”.
Le sarebbe bastato il viaggio organizzato con il suo Harry, ma quella sarebbe stata la prima partita di Ron nei CC e il rosso aveva così insistito, che non se l’erano sentita di rifiutare.

“Non preoccupati Ron, siamo nei dintorni.”- aveva detto l’ex capitano rosso-oro qualche girono prima.
Certo, perché Dublino si trovava nei dintorni.

La riccia sbuffò rassegnata, gettando la oda dell’occhio sul volto assorto di Harry.

Cosa non si fa per gli amici.

Il quell’istante aveva fatto il suo trionfale ingresso la squadra francese, sfolgorando lo stadio con il rosa shocking delle loro divise.
Alle loro spalle, faceva belle mostra di sé la mascotte dei Chudley, un’enorme palla di cannone nera, interamente creata con fuochi d’artificio.

La partita aveva avuto inizio.

Il gioco di luci creato dalla mascotte, le portò alla mente la prima partita di Quidditch di campionato alla quale aveva assistito.
Poco prima dell’inizio del loro quarto anno.
Era stato il padre di Ron a portarli con sé.

La prima volta in cui aveva visto Krum.
La prima volta in cui aveva visto I Mangiamorte all’attacco.

“C’era anche Malfoy qual giorno.”- si ritrovò a pensare tra sé la Granger.

Perchè le veniva in mente proprio Draco Malfoy?

La sua momentanea distrazione, però, venne bruscamente interrotta dalla voce stridula di una donna.

“Harry, Hermione, siete riusciti ad arrivare per fortuna. Ron era preoccupato del contrario.”

Ginny Weasley si era avvicinata ai due per dar loro il benvenuto.

La piccola rossa era una persona che non passava mai inosservata, e non erano soltanto i suoi capelli rossi ad attirare l’attenzione.
Quel giorno, infatti, la Piattola indossava una gonna di pelle nera così corta da sembrare una cintura larga, con un maglioncino bianco attillatissimo, calze dello stesso colore e stivali neri di vernice che arrivavano al di sopra del ginocchio.
Tacco vertiginoso, ovviamente.
“Che bello vedervi!”- trillò la rossa sorridendo ai due, affiancandosi subito ad Harry.

“Ginny!” - aveva esclamato improvvisamente nervoso Harry -“Che piacere incontrarti proprio qui.”

“Oh, il piacere è tutto mio!”- squillò nuovamente la voce della rossa.
Scoccò un’occhiata di sufficienza ad Hermione, sorridendola in modo così falso che quasi ce l’aveva scritto in faccia.
Si rivolse poi al moro, prendendolo a braccetto -“Sapevi che ero qui, no? Ron te l’aveva scritto nella lettera con i biglietti.”

Hermione avvampò per la rabbia davanti a quella rivelazione.

Ron aveva scritto della spiacevole presenza della sorella ed Harry non le aveva detto nulla?
“Certo che lo sapevamo.” - mentì -“Harry deve solo averlo dimenticato. Sai abbiamo altro a cui pensare.
Detto questo, si avvicinò al suo ragazzo, abbracciandolo per la vita e poggiando la tasta sulla sua spalla.

La discussione, perchè ne avrebbero discusso, poteva attendere.

La rossa fece una smorfia di disapprovazione, ma non mancò di lanciare uno sguardo più che eloquente ad Harry.
“Bene, piccioncini, vi lascio soli.”- tubò la gattamorta dal pelo rosso, accarezzando casualmente il viso di Harry per poi scendere lungo la spalla e il braccio.
“Vi aspetto.”
Sorridendo e sbattendo le ciglia, Ginny si allontanò dai due ancheggiando.
Appena la rossa voltò le spalle, Hermione si staccò dal moro.
Era furiosa.

Senza nemmeno degnarlo di una parola, tornò a sedere.
“Hermione , ascoltami.” –azzardò il povero il Bambino-che-sopravvisse-a-Voldemort-ma-non-alla furia-di-Hermione -“Non volevo rovinare tutto.”
La riccia si girò per guardarlo torvo.
“Harry Potter, ti conviene sederti e non fiatare, o sarà peggio per te.”- sibilò, riducendo lo sguardo dorato a due fessure arroventate di collera.
Il moro, conoscendo la rabbia che stava invadendo la sua ragazza, e sapendo di aver fatto una delle sue azioni sconsiderate, non poté far altro che sedersi senza aggiungere una sola parola.
Avrebbero sicuramente litigato dopo, ed proprio quello che lui voleva evitare.
Non le aveva detto della presenza di Ginny alla partita perché aspettava una reazione del genere da parte di Hermione, e proprio durante quel viaggio non voleva altre discussioni con lei.
Sforzo inutile, purtroppo.
 
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