[Nc17] Haunted [Promettimi], Nc17, One shot, Lucius/Narcissa

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HermyKitty
view post Posted on 27/4/2008, 21:23




È la prima volta che scrivo una fic con questo pairing, la prima volta che scrivo una fic Nc17.
Spero che questo duplice esperimento sia riuscito: per te Ceci, spero tu abbia passato questo giorno nel migliore dei modi possibili.
Scritta sulle note di Haunted, degli Evanescence. Credo che ascoltarla mentre si legge crei l’atmosfera giusta. Buona lettura.


Haunted
[Promettimi]




Long lost words, whisper slowly, to me.
Still can’t find what keeps me here.
When all this time I’ve been so hollow... inside.


Silenzio.
Mi chiedo perché dall’austero maniero Black devo essere passata proprio qui, dove tutto è ugualmente così freddo, e i sussurri della natura regnano sovrani.
Silenzio.
Mi sento sola.
Silenzio.
E so... io sento che lui lo sa.
Silenzio.
Ma non gli importa.
Forse crede che potrebbe aiutarmi, questa solitudine. Farmi crescere.
Silenzio.

Dio solo sa quanto tu mi hai fatto crescere, Lucius.
Uno scatto, come di serratura che lentamente si apre.
So che sei qui, ormai. È inutile che prolunghi la mia attesa, la mia agonia. Vieni qui, Lucius, sai dove trovarmi.
Fin troppo bene.
Sai che ci sono, e che sono qui per te, ad aspettare te.

Percorro il breve corridoio che mi porta in cima alle scale. Penserete che sono matta, ma lo faccio per vederlo prima. Per accorciare questi momenti terribili di attenzione ad ogni minimo rumore, ad ogni minimo movimento, tesa solo ed esclusivamente a percepirlo.
Perchè mi lasci sola?
E compare così, in fondo al salone. In quel suo lungo mantello nero ed il bastone in mano. Solleva le sopracciglia non appena mi vede.

Non fingerti sorpreso, sapevi che ci sarei stata.
Ancora.

[ I know you’re still here. ]

Batte per due volte il bastone a terra, ed un elfo domestico arriva a prendere il mantello che si è lentamente levato, e che ora gli porge senza staccare un secondo gli occhi dai miei.

Watching me,
Wanting me...


È questo che vuoi, stasera? Vedere fino a che punto ho imparato ad essere una Malfoy, a nascondere le mie emozioni?
Non lo sono fino in fondo Lucius, e lo sai. Non riesco a chiudere i miei occhi da aperti.

Sale lentamente lo scalone. Perché così lentamente?

I tuoi passi misurati mi fanno impazzire, sai che odio il tuo ritardare ogni momento.
Vuoi continuamente sondare il tuo ascendente su di me, oltrepassare quei - pochi - limiti che ho posto alla tua influenza. E ci riesci, per Dio. Ci riesci.
Se possibile ti odio ancora di più per questo.

Fearing you,
Loving you...


Forse sente - immagina - i miei pensieri, perché sul suo viso si dipinge un ghigno. Quel ghigno.

L’ho visto stamattina Lucius, sai dove? Sul volto di tuo figlio. Di nostro figlio.
È spaventoso quanto ti assomigli, con i suoi occhi di ghiaccio e la sua calma ostentata in ogni situazione. E con la sua eleganza innata. Come quella che ti accompagna fino a un passo da me.
“Buonasera, Narcissa.”
Poche parole sussurrate a due millimetri dalle mie labbra, prima di catturarle in un bacio.
Lento, languido.
Caldo.
Gioca con la mia lingua, la sfiora. Esplora il mio palato e torna ad accarezzare le mie labbra ora leggermente arrossate.

Tue, Lucius.
Sai che lo sono, e le ammiri dopo averle baciate, marchiate.
Sali l’ultimo gradino e mi sorpassi appena, dandomi le spalle. Mi giro in tempo per vederti lanciare un’occhiata alla camera di Draco.
Sì Lucius, l’ho chiusa.

Si volta verso di me con un sorriso storto quasi inquietante. Ha capito perché l’ho fatto: so cosa mi aspetta stanotte.
Girandosi nuovamente prende a camminare verso la camera in fondo al corridoio, la nostra camera.
Non mi guarda neanche.

Sai che sto per seguirti, non è vero Lucius?

Non ho messo tacchi; so che lo infastidisce, ma l’ho fatto ugualmente.

Perdonami, ma dovrò prendermi le mie piccole rivincite. Tu ti sei preso tutta la partita.
Mi senti lo stesso arrivare, con passi accuratamente distribuiti sul pavimento gelido?
Sono una calcolatrice, le punte dei miei piedi tracciano infreddolite disegni immaginari a terra, nel tentativo di distrarmi da ciò che mi attende al di là di quella porta.

Paranoica, dite?
Possibile. Mia sorella Bellatrix viene comunemente definita matta, Andromeda è troppo buona per essere normale, nonostante ciò che per tutta la vita a subito. Qualche difetto dovrà averlo anche l’algida signora Malfoy, no?

E tu, Lucius, li conosci tutti. E li sottolinei con ogni tuo movimento.


Abbasso la maniglia, non troppo veloce, non troppo lenta. Odi aspettare almeno tanto quanto ti piace far aspettare gli altri, non è vero?

Non faccio in tempo a richiudere la porta, che mi sento premere contro di essa, e la sua bocca incontra famelica la mia.
Chiudo gli occhi, non voglio sapere se li tiene aperti per cercare su di me i segni dell’appagamento. L’ho già detto, non sono brava a nasconderli.
La sua mano corre dietro alla mia nuca, esperta, ad accarezzare i capelli ed attrarre maggiormente a sé le mie labbra.

Quanto ancora le vorrai più vicine? Le divori, così come contemporaneamente divori la mia anima.

I can feel you pull me down...

Le mie braccia trovano la strada per salire fino alle sue spalle, al suo collo. Si stacca appena, rimane ad un soffio dalla mia bocca...
Sa che istintivamente mi avvicinerò a lui, per cercare di raggiungerlo.

Ma sei tu che comandi fra noi, Lucius. Per questo porti le tue mani fredde sulle mie, e le abbassi lentamente guardandomi fisso negli occhi. Perché mi costringi ad aprirli?
Io non voglio farlo.

L’insistenza del suo sguardo mi rende inevitabilmente inerte, come le mie braccia che sono tornate aderenti al mio corpo.

Non ho il potere di avvicinarmi a te fino a che non sei tu a volerlo, giusto?


Lento, percorre la mia coscia destra con indice e medio, mentre avvicina il viso al mio orecchio. La sua voce mi giunge ovattata.

“Scalza, questa sera?”

Raggiunge l’elastico degli slip, da sotto il leggero vestito bianco, e disegna piccoli cerchi vicino alla mia zona più sensibile. Vuoi farmi impazzire?
L’indice arriva, e mi sfiora appena. Anche la sua voce si fa roca. Io credo che non riuscirei proprio a parlare.

Lo sai, che non mi piace.”

Sorrido debolmente, inarcando la schiena al suo tocco. Gli mordo leggera il lobo, sfiorando appena con la lingua il suo orecchio.
Si abbassa su di me, lambendo la pelle sensibile del collo. Crateri di fuoco si aprono sulle scie roventi che tracciano le sue labbra.

Haunting you,
I can smell you... - alive...


E’ sorprendente come un tocco tanto freddo risvegli in me le passioni più ardenti.

Sai cosa mi stai facendo, Lucius?
Ancora qualche minuto e perderò la testa.

Avevo quasi dimenticato la sua mano tra le cosce, che ora si fa strada tra i miei piccoli ricci biondi. Gli piace giocarci, prima di farlo.

Il braccio destro del Lord Oscuro è un bambino. Buffo, no? E sono l’unica a saperlo.

Quando scende ad accarezzarmi più internamente, non riesco a trattenere un gemito. Le sue mani ruvide provocano un lieve attrito sulla mia pelle, e le mie labbra lasciano fuoriuscire un lieve sospiro che premeva da troppo tempo per manifestarsi.

“Ssh...”

Il suo indice è premuto sulla mia bocca, mentre quegli occhi in tempesta sembrano scrutarmi dentro.

“Non farlo più...” Sussurra prima di baciarmi ancora.

Tu
non farlo più, Lucius.
Smettila di provocare in me reazioni impossibili da trattenere, e poi negarmele.

Ma soprattutto, smettila di amarmi così profondamente, disperatamente.
Credi che non lo senta, con quanta forza disperata artigli le mie cosce per portarmi sul letto?
Che non mi accorga di quel bagliore scuro che scaturisce dalle tue iridi offuscate?

- Tum -

Il mio sguardo scatta sulla porta. Non gli importa che Draco potrebbe svegliarsi? A queste cose abbiamo sempre fatto attenzione... anche lui.
Ora invece, mi ha sbattuta sul letto con violenza, senza preoccuparsi del rumore che avrebbe provocato.

Che diavolo hai in testa, Lucius?

Ed è con gli occhi che glielo chiedo. Non mi è dato di parlare, ora.

Zittisce il mio sguardo abbassandosi su di me e baciandomi, come se avessi dato voce alla mia domanda. Eppure ha ragione anche ora, perché sa che chiuderò gli occhi al tocco delle sue labbra.
Il bacio si fa più impetuoso, mentre la sua mano corre frenetica dal mio ginocchio all’interno coscia.
Si stacca repentinamente da me e si toglie veloce la camicia.

Sei così impaziente, Lucius?

Ti è sempre piaciuto farti slacciare, uno per uno, i bottoni della camicia, mentre mi guardi farlo.

Si sdraia su di me, ed ora posso sentirlo. Posso sentire lui, ed il motivo della sua impazienza.
Sorrido appena, mi gratifica pensare di suscitargli un qualsiasi tipo di sentimento, mi ha sempre gratificata un poco.

E mi è sempre bastato.

Alza il mio vestito di seta fino alle anche, staccandosi poi appena per permettermi di mettermi seduta e sfilarlo completamente.
E mi guarda.

Watching me, wanting me...

Avevo ragione. Era questo che volevi, stasera.

Ho ancora la seta bianca davanti agli occhi, e le braccia in alto tese a sfilarla, quando mi sento assalire e buttare indietro contro i cuscini.
Lancio il vestito oltre il bordo del letto mentre sento le sue labbra bollenti sul mio collo.

Erano gelide, Lucius. Sono stata io, a scaldarle?


Sento il suo corpo aderire perfettamente al mio. Nudo.
Quando si è spogliato?
Leggere, le sue dita sfiorano il mio ventre, giocano col mio ombelico, mentre scende a baciarmi il seno destro, l’incavo dei seni, il seno sinistro...
Non capisco più nulla...
...ti sento ovunque su di me.

Una lieve sensazione come di solletico si diffonde appena sopra al pube, che mi provoca un leggero sbuffo, mentre lui scende ancora, a stuzzicare l’ombelico con le labbra, con la lingua, ed entra appena in me con un dito.
Un gorgoglio sordo di piacere misto a desiderio preme sulla mia gola per uscire. Ma so che non devo farlo.
Sale nuovamente, a catturare le mie labbra fredde in un rinnovato incontro di lingue che si scontrano sinuose, e di passione pura.
Ora sento il suo bacino premere sul mio. Istintivamente apro le gambe, mentre nei miei occhi si dipinge una muta richiesta.

Non farmi troppo male.


Raping me,
Wanting me...


Con un movimento secco, entra in me. Sapevo che sarebbe stato così, stasera, fin da quando l’ho visto in fondo alla scala, ma non riesco ugualmente a trattenere una lacrima.
Ansimando, Lucius alza il viso fino ad incontrare i miei occhi, e si abbassa lentamente sulla guancia destra, ora rigata da una sottile goccia di dolore, che traditrice raggiunge l’angolo della bocca.
La copre con le labbra, e l’aspira veloce.

“Promettimi che non lo farai più.”

Una spinta.

“Promettimi...”

Un’altra, più forte.

“... che...”

Ancora, più in profondità.

“... non - piangerai...”

Sempre più dentro di me, ancora, violento.
Fin dove ti vuoi spingere, Lucius?

... più.

Eccolo. Prima che mi tappi la bocca con una mano, un basso lamento raggiunge il soffitto.
Lo sento irrigidirsi, butta la testa indietro, finalmente chiude quegli occhi indagatori.

Anche tu provi dei sentimenti, Lucius. E non puoi nasconderli sempre.


I suoi muscoli si tendono fino all’inverosimile, e so che sta serrando le labbra per impedire anche a se stesso di manifestare il suo piacere.
Insopprimibile, un basso ringhio di appagamento sfugge al suo controllo, e lui si china su di me sostituendo le labbra alla sua mano che ancora mi impediva di urlare per il piacere.
Un piacere violento, bruciante, questa volta.
E mentre si lascia andare su di me, ansante e col battito cardiaco che prosegue ancora la sua folle corsa ignaro che sia tutto finito, mi chiedo se mai mi spiegherà quello che è successo stasera.

Improbabile. Dovrei piuttosto chiedermi se mai lo scoprirò.

Si solleva lentamente, per posizionarsi a fianco a me, i capelli per una volta lievemente spettinati sparsi sul cuscino bianco, incorrotto.

Come poche cose, in questa casa.


Mi abbandono al sonno chiedendomi la causa, la causa di quella nota di malinconia, di forza disperata, che ho colto poco fa.
Poco fa. È strano pensarlo, l’orgasmo che mi ha presa, le scosse - elettriche - che ho percepito, il piacere confusivo - estenuante - che ho provato, hanno come cancellato tutto ciò che è successo precedentemente.
Lucius si gira stendendosi su un fianco, facendomi voltare istintivamente verso di lui.

Perchè vuoi darmi le spalle? Cosa c’è nei tuoi occhi che non riesci a nascondere?


Lo so, che non dormi, Lucius. È inutile che forzi il tuo respiro, conosco con esattezza ogni lieve sfumatura di te e dei tuoi modi. Ed ora non stai dormendo.
Sono io, che non riesco più a resistere alla stanchezza.




Mi sveglio di soprassalto, come se avessi appena avuto un incubo.
Eppure non riesco a ricordare quale.
Apro gli occhi di scatto e rimango immobile a fissare il soffitto, fino a che - scomposte - non mi tornano in mente le immagini di questa notte.
Giro lentamente la testa, con un lieve sorriso appena accennato sulle labbra, sapendo che tra poco vedrò lui.

Ed invece, la notte ha portato via con sé la testimonianza di ciò che è stato.


Tenendo il lenzuolo sul seno con la mano destra, mi metto a sedere sul letto ed osservo il pavimento.
Non c’è più la sua cravatta verde. Non c’è più la sua camicia nera, né i pantaloni.
Tutti i vestiti sono spariti con lui.

Mi alzo velocemente dal letto con le lenzuola sfatte, uniche prove che questa notte non è stata un illusione.
Prendo in corsa la vestaglia azzurrina appesa al primo dei due ganci sulla parete bianca, la infilo quando ho già la porta aperta e attraverso in fretta il corridoio, fino alla cima delle scale.
Allungo il collo, probabilmente in una strana posa, per cercarlo.

Dove sei, Lucius?

Mi guardo velocemente attorno, e scendo un paio di gradini.
“Lucius?”
Nessuna risposta.
Silenzio, di nuovo. Come ogni volta.

“Lucius...?”
Scendo in sala da pranzo, ma non c’è. Esco di nuovo dalla stessa porta bianca.
“Madre!”
Mi volto di scatto verso la cima delle scale, sulla quale è ben visibile Draco, i capelli biondissimi non ancora pettinati gli ricadono sulla fronte fino quasi davanti agli occhi, ed il pigiama bianco e verde è lievemente stropicciato.
Un lieve sorriso si affaccia sul mio volto: il nostro piccolo Draco. Il mio piccolo Draco.
Non dovrei dirlo, in realtà frequenta il quinto anno a Hogwarts, ma non posso farne a meno. Per me, lui sarà sempre il mio bambino, e riesce a calmarmi anche in una situazione come questa.
Come questa cosa, poi? Non ho ancora capito cosa stia succedendo, cosa sia successo.
“Draco... buongiorno, caro. Stavo cercando tuo padre.”
Cerco di far trasparire il massimo affetto possibile da queste parole gelide, formali. Quanto mi è concesso.
“Non l’ho sentito alzarsi, questa mattina. - commenta Draco - io torno in camera, scendo per pranzo.”
Mentre scompare nel corridoio sono tentata di urlare il suo nome, supplicarlo di rimanere.
Non voglio scoprire cos’è successo. L’ansia che provo da quando mi sono svegliata, che provavo ieri sera, che ho provato stanotte... significa qualcosa.

Che cos’è successo, Lucius? Dove sei, ora?


Chiamandolo ancora, percorro tutto il primo piano del Manor. Mi libero velocemente di un elfo che mi seguiva con un bricco di latte ed il giornale di oggi, e continuo la mia disperata ricerca.

Dove sei, dove sei?

Mi abbandono contro il muro del salotto. È evidente che non c’è, da nessuna parte.
Dove diavolo è andato? Sono solo le sette di mattina, come può essere già andato al Ministero?
Lentamente abbasso le mani che avevo fra i capelli, e riprendo il solito contegno.
Mi alzo e mi dirigo nella sala da pranzo più piccola, per la colazione.
Il bricco di latte che prima mi inseguiva portato dalla tremante, piccola mano dell’elfo è ora posato sul tavolo bianco, ed una tazza in vetro smerigliato verde è già pronta accanto ad esso.
Mi abbandono su una sedia e verso un poco di latte per berne. Passandomi una mano sul volto, sospiro.

Quante ne ho passate e quante ancora ne dovrò passare, per te.

Il mio sguardo cade sulla Gazzetta del Profeta, a pochi centimetri dalla tazza.
Allungo la mano per prenderla, facendo attenzione a non muovere e rovesciare il latte.
Ma poco dopo, ogni cautela sembra non avere più un senso.
La tazza in vetro si infrange in mille piccoli frammenti verdi, ed il liquido candido si espande velocemente sul pavimento, mentre io non sento il sangue sgorgare dal piccolo taglietto sul mio dito.
Gli occhi, sono ancora fissi sul titolo della prima pagina.


Attacco al Ministero, riconosciuti diversi Mangiamorte.

Lucius Malfoy, Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange e Walden MacNair in fuga.




The end.


Grazie a Selene_Black per il betaggio, peraltro quasi inesistente ^^ ti voglio bene, Ila :)

Ancora auguri Ceci, spero ti sia piaciuta. Ti voglio un bene infinito.

Ringrazio in anticipo tutti coloro che recensiranno, ne ho davvero bisogno.
 
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