[Nc17] Obsession, One-shot; Draco/Herm; Lemon

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°piperina°
view post Posted on 18/8/2008, 11:57




Rating: rosso
Avvertimenti: lemon
Personaggi/pairing: Draco/Hermione








*Only Act*
- Obsession -












Era sempre stato complicato il loro rapporto, caratterizzato da un’eterna lotta tra ego dominanti.
Lui: bello, viziato, ricco e tremendamente sexy.
Lei: bella, giusta, orgogliosa e fin troppo testarda.
Per questo si odiavano e si amavano allo stesso tempo. Poi, una sera, Lui si accorse di qualcosa.
La vide, finalmente. Non era più solo la bambina china sui libri con la quale ingaggiava divertenti schermaglie verbali.
Era bella, femminile, sensuale... un fuoco primordiale gli si era svegliato dentro.

E fu in quel momento che Draco Malfoy prese la sua decisione: Hermione Granger sarebbe stata sua.

Lei lo sapeva, se ne accorta. Perché quella sera non ci si era trovata per caso, nel bagno dei Prefetti.
Tutto, quella sera, era stato organizzato per attirare l’attenzione del suo algido Principe. Perché lei si era accorta di lui molto prima che lui si fosse accorto di lei.
Hermione sapeva che il mercoledì Draco passava la sera nel bagno dei Prefetti, quindi si era recata lì prima di lui.
Aveva calcolato l’ora, ascoltato il silenzio, atteso il rumore dei suoi passi.
Effettivamente si sentiva piuttosto imbarazzata, non aveva mai fatto nulla di simile prima d’ora. Ma ce l’avrebbe fatta.
E quando Draco aveva aperto la porta del bagno palesando la sua presenza, convinto di essere solo, aveva invece trovato un’inaspettata sorpresa ad attenderlo.
Hermione Granger, completamente nuda, immersa nella vasca quel tanto che bastava a bagnare le caviglie sottili, si stava asciugando il corpo snello con un panno bianco.
Con la gola secca aveva seguito ogni singola goccia d’argento scivolare su quel corpo che non avrebbe mai creduto tanto bello.
Era stato colpo dall’irrefrenabile istinto di toccare la sua pelle, sicuramente delicata come la seta, stringere a sé quel corpo morbido come una nuvola, inebriarsi del suo profumo.
Ciò che l’aveva fermato era stata la voce di lei.
- Malfoy... buonasera.- aveva detto con voce bassa e carezzevole.
E lui non era riuscito a rispondere in alcun modo, gli occhi fissi sulla ragazza, le mani strette a pugno per evitare di metterle addosso a lei, il cuore che batteva a mille.
Hermione aveva sorriso come qualcuno che ha appena ottenuto esattamente ciò che desiderava.
Con incredibile lentezza si era passata il panno bianco sulle gambe, risalendo dalle caviglie alle ginocchia, sulle cosce invitanti e i fianchi, il ventre piatto e il seno che si muoveva seguendo il ritmo del suo respiro.
Aveva poi indossato una veste leggera di lino azzurro, raccolto le sue cose e tirato i riccioli bruni sul capo.
Arrivata al suo fianco, aveva sorriso.
- Arrivederci, Malfoy.- aveva sussurrato con voce lieve, come se stesse pronunciando un incantesimo, una tacita promessa.
Solo quando la Granger non era più nella stanza Draco aveva rilasciato i pugni e rilassato i muscoli tesi.
Ed era stato in quel momento che aveva preso la sua decisione.
Che aveva ripromesso a se stesso che avrebbe posseduto la Granger fino ad entrarle nell’anima.


Da giorni, ormai, quella ragazza era il suo unico pensiero. Desiderava averla tra le sue mani, completamente abbandonata sotto di sé.
Voleva sentirla ansimare al suo tocco, voleva vedere il suo corpo scosso dai brividi che lui le avrebbe provocato.
Sognava di possederla per ore intere.
Poteva sentire i suoi gemiti di piacere, la voce strozzata che gridava il suo nome, pregandolo di darle di più.
Immaginava di toccare, baciare, leccare ogni centimetro di quel corpo che lei gli aveva fatto entrare in testa quella sera.
Chiudendo gli occhi, poteva immaginare tutto quello come se fosse reale.
Voleva spalancarle le gambe, artigliarle quelle cosce così morbide ed invitanti ed affondare in lei, spingerlesi dentro con tanta forza da mischiare il dolore al piacere.
Lei era la colpevole del suo tormento, e per quello avrebbe pagato.
L’avrebbe fatta sua, posseduta fino a vederla svenire tra le sue braccia.
Era la sua ossessione.


L’occasione si presentò pochi giorni dopo, grazie al preside Silente. I due Capiscuola avrebbero dovuto incontrarsi varie volte per aiutare i professor ad organizzare alcuni eventi dell’anno. Le solite cose.
Questo, però, avrebbe dato la possibilità a Malfoy di mettere le mani su ciò che desiderava.
- ...come dicevo, credo che dovremmo pensare alla festa di Natale per prima cosa. A quella di Halloween pensano già i Prefetti.-
- Sì, sono d’accordo.-
Il sorriso gentile di Hermione si tinse di malizia.
- E’ un evento da festeggiare, non trovi?- chiese fissando il biondo dritto negli occhi.
- Cosa?-
- Oh... ma il fatto che siamo d’accordo su qualcosa Malfoy, no?-
Gli si era fatta leggermente più vicina, e già solo il suo profumo bastava a farlo impazzire.
Tuttavia non lo diede a vedere, e sfoderò anzi uno dei suoi ghigni seducenti.
- Sì, credo proprio che dovremmo...- rispose facendo un passo verso di lei.
Il cuore di Hermione batteva all’impazzata, ma non avrebbe permesso a Malfoy di accorgersene.
- Organizzi tu?- chiese, girando su se stessa e lasciando il biondo da solo in mezzo al corridoio, salutandolo appena con un cenno della mano, senza guardarlo.
E Draco si sentì infiammare.
Ma non avrebbe perso la sua occasione per nulla al mondo.
Il loro incontro era fissato per sabato sera, solo due giorni dopo. Ma lui sapeva che sarebbero passati fin troppo lentamente.
Hermione voleva festeggiare? Perfetto. Lui le avrebbe preparato una festa indimenticabile.





Sabato sera, ore 23.

Hermione Granger si stava dirigendo verso il dormitorio delle serpi, all’entrata del quale l’avrebbe attesa Draco Malfoy.
Il suo sogno proibito.
Il suo desiderio impuro.
Il suo pensiero sempre sveglio.
Indossava la divisa, come sempre. Sotto la gonna a pieghe portava delle autoreggenti di velo color carne.
La stoffa scivolava piacevolmente sulle sue gambe, danzo un grazioso effetto di morbidezza. La camicia bianca aveva i primi due bottoni slacciati, ma era visibile solo il colletto dal bordo stretto del maglione grigio che indossava.
Era tesa, questo dovette ammetterlo a se stessa, ma non si sarebbe mai fatta prendere dall’emozione.
Non aveva quasi mai l’occasione di poter stare sola con lui a lungo, in un posto appartato, completamente indisturbati.
Ne avrebbe approfittato, ma il primo passo sarebbe toccato a lui.
Con i morbidi boccoli castani che le ondeggiavano sulle spalle, girò l’ultimo angolo per trovarsi davanti a Lui.
Malfoy indossava la divisa, come lei.
Buffa coincidenza, no?
Eppure Hermione poteva vedere i pettorali perfetti del ragazzo, gli addominali scolpiti sotto quella camicia bianca e il maglione che copriva tanto ben di Dio.
Rapirò a fondo prima di avvicinarsi e salutarlo.
- Sei in anticipo, Granger.-
- Sapevo che mi stavi aspettando, Malfoy.-
Lui rispose con un ghigno infinitamente sensuale, prima di pronunciare la parola d’ordine ed invitarla ad entrare.
La condusse in silenzio attraverso la deserta Sala Comune, su per le scale e lungo un corridoio, fino alla porta della sua camera.
Hermione non era mai entrata in quel posto: Malfoy giocava in casa, e questo gli dava un enorme vantaggio.
Il biondo lo sapeva benissimo, quindi decise di approfittarne subito.
Appena la ragazza fu entrata nella stanza, lui chiuse la porta a chiave, facendo apposta rumore con la serratura.
Tuttavia, lei non reagì in alcun modo.
Ma bene, voleva fare la dura. Sarebbe stato ancora più divertente, così.
Il biondo represse un ghigno di compiacimento e le passò accanto sfiorandola appena.
- Fa caldo qui, non trovi?- disse portando e mani ai bordi del maglione, per poi sfilarlo con studiata lentezza ed innata eleganza.
Hermione non perse neanche un secondo di quello spettacolo.
Tremando dentro, ma restando immobile fuori, la ragazza sorrise, appoggiando la borsa su una poltrona.
- Effettivamente credevo facesse più freddo. Mi sono sempre chiesta in che modo vi scaldate voi serpi.-
Ah, quella era una provocazione più che volontaria, si disse Draco ghignando a quelle parole.
- Se vuoi posso mostrartelo.- soffiò lui, fintamente angelico come non mai.
Era lì, nella tana del Lupo, la sua Cappuccetto Rosso. Non l’avrebbe fatta scappare per nessun motivo al mondo.
Nessun cacciatore avrebbe ucciso il lupo e salvato la bambina. Perché non c’era nessuna bambina da salvare.
Il biondo si diresse verso la libreria per prendere alcune pergamene e un paio di piume per scrivere.
Beh, era quello che avrebbero dovuto fare, teoricamente. In pratica, era sicuro che avrebbero fatto qualcosa di molto, molto più piacevole.
Posò il materiale sulla scrivania, alla quale erano già state accostate due comode sedie foderate.
- Prego.- la invitò lui a sedersi, indicando una delle due sedie.
Ringraziando, Hermione gli si avvicinò.
Con le mani lisciò la gonna dietro le cosce, per non rovinarla, e si sedette.
Quando anche il biondo ebbe fatto lo stesso, lei accavallò le gambe, facendo scorrere con sensuale lentezza una coscia sull’altra, inclinandole appena.
- Cominciamo?-
Già solo per quello Draco fu preso dall’impulso di saltarle addosso e strapparle la gonna. L’avrebbe fatta sua anche lì, su una sedia o sulla scrivania.
Deglutì e si costrinse a guardare altrove.
- Iniziamo con il menu o le decorazioni?-
Hermione sorrise, soddisfatta per quel risultato a suo favore.
- Le decorazioni.- rispose avvicinandosi un po’ a lui.
Si misero al lavoro seriamente, sebbene tra i due la tensione sessuale fosse alle stelle.
Di tanto in tanto Draco occhieggiava le gambe della Granger, messe in vista dalla gonna leggermente alzata.


Stavano lavorando da circa due ore quando lei sbuffò, posando la sua piuma sulla scrivania.
Malfoy la guardò interrogativo.
- Hai ragione. Fa davvero caldo.- rispose alla sua muta domanda.
Quelle parole fecero subito capire a Draco che la ragazza stava per passare al contrattacco.
E infatti lei scostò indietro la sedia e incrociò le braccia, per poi afferrare il bordo del maglioncino che indossava.
Lo sollevò lentamente, con cura, come se stesse eseguendo un rito delicato. La camicia bianca era infilata nella gonna, e questo la rendeva ancora più aderente al corpo della giovane.
Centimetro per centimetro, i battiti del cuore di Draco aumentavano man mano che lei alzava la stoffa del maglione.
Poi fece qualcosa che mandò letteralmente su un altro pianeta gli ormoni del ragazzo.
Inarcò la schiena, mettendo ben in mostra il decolletè pieno, ancora più in risalto dalle pieghe che la camicia tirata assumeva su quelle forme.
Sfilò completamente il maglione, scuotendo i boccoli bruni, per poi sorridere ed allungarsi sulla sedia per appoggiarlo accanto alla borse.
Gli occhi di Draco avevano seguito ogni suo singolo movimento, godendo dello spettacolo che lei gli aveva offerto.
- Stanca?- chiese, con voce bassa e già carica di desiderio, quel desiderio che gli si poteva leggere negli occhi.
- Un po’.- ammise stiracchiandosi le spalle.
- Sono un bravo massaggiatore...-
Hermione rimase stupita da quelle parole. Le stava proponendo un massaggio, che di sicuro non sarebbe stato casto.
Chi l’avrebbe mai detto, che Draco Malfoy sapeva fare i massaggi?
Tuttavia lei annuì, mostrando una tranquillità che assolutamente non provava.
Draco si alzò dalla sedia e si mise dietro di lei. Con delicatezza le spostò i capelli di lato, per poi posare le mani sulle sue spalle.
Lentamente iniziò.
La accarezzava con dolcezza, calma e gentilezza. Faceva una leggera pressione con i pollici, per sciogliere la tensione della ragazza.
Draco era davvero un esperto, sembrava che non avesse fatto altro per tutta la vita. Hermione si sentì subito rilassata da quel tocco leggero.
- Chiudi gli occhi...- le sussurrò il biondo all’orecchio.
Lei obbedì senza neanche riflettere.
Le mani del ragazzo sulle sue spalle e il suo respiro sul collo erano una delizia per i sensi.
Quando la vide abbastanza rilassata, Draco decise che era arrivato il momento di agire.
Basta con i giochi da bambini innocenti.
Non le avrebbe permesso di uscire da quella stanza senza prima essere passata dal suo letto.
Per questo scese lentamente con le mani lungo tutta la schiena della ragazza, accarezzandole appena i fianchi con la punta delle dita, per poi risalire sulle spalle.
Ripeté quel movimento varie volte prima di agire davvero.
Lei era calma e rilassata, abbandonata sotto le sue cure. Ma non del tutto.
Doveva stare attento, una mossa sbagliata avrebbe mandato in rovina il suo lavoro.
Con le mani si fece avanti, dalle spalle passò ad accarezzare il collo di Hermione, lentamente, sensualmente.
Le sue dita scivolarono silenziosamente sotto la stoffa della camicetta bianca, appena slacciata, e dalla sua postazione Draco poté osservare molto bene ciò che il corpo della ragazza offriva.
Poco alla volta, un centimetro dopo l’altro, Hermione sentiva le sue mani scendere sempre di più sul suo petto, sotto la camicia, lente ma inarrestabili.
E lei non voleva fermarle.
Notando che la Granger non opponeva resistenza, Draco decise di proseguire, slacciando il terzo bottone.
A quello seguì il quarto, prima che il biondo Slytherin portasse le mani sul suo seno, leggere, delicate.
Si chinò su di lei, sfiorandole la tempia con le labbra, per poi passare sulla guancia, il mento e il collo, dove depositò un lieve bacio.
Hermione non riuscì a trattenere un brivido. Stava perdendo la testa solo per quello... non poteva permetterselo.
Con calma scostò le mani del ragazzo dal suo seno, si alzò e si voltò verso di lui.
Oro fuso e argento liquido.
Anche in quel momento si stavano sfidando.
Poi lei sorrise, girò intorno alla sedia per trovarsi di fronte a lui. Il suo sorriso era tutto tranne che casto, e a Draco piaceva.
Perché lo stava riservando solo a lui.
I boccoli castani le scendevano sulle spalle. Il seno, coperto solo dalla stoffa leggera del reggiseno, si alzava e si abbassava seguendo il ritmo del suo respiro.
Lo controllava, ma per quanto ancora ci sarebbe riuscita?
Non voleva pensarci.
Adesso toccava a lei.
Gli si avvicinò e senza indugiare oltre posò le labbra sul suo collo e le mani sul petto. La pelle di Draco era liscia e delicata, e il suo profumo le stava facendo perdere la ragione.
Continuando a baciarlo fece scorrere le mani fino al primo bottone della camicia, che venne completamente aperta in pochi secondi.
Il cuore di Draco gli martellava nel petto, impazzito al tocco di lei, alle sue mani delicate che lo sfioravano con lentezza e sensualità.
Con la punta delle dita la Gryffindor seguì la linea del collo, scendendo lungo i pettorali per arrivare ai ventre, agli addominali perfetti che si tesero al suo passaggio.
Arrivò al bordo dei pantaloni, e si mise a giocare con la cintura di cuoio nero.
Durante tutto questo, le labbra di Hermione non avevano smesso di torturare il collo di Draco, leggere ma ardenti come lava incandescente.
Il biondo strinse i pugni quando sentì le mani della Granger che gli sfilavano la camicia, sfiorandolo appena.
Quando l’indumento fu a terra, Hermione si scostò da lui per fissare gli occhi nei suoi.
Malfoy avrebbe voluto solo saltarle addosso, strapparle i vestiti e farla sua, ma si costrinse a non farlo.
La Granger stava giocando, e lui non si sarebbe di certo tirato indietro.
Così sorrise, in attesa della sua prossima mossa, che non tardò ad arrivare.
Infatti la riccia li posò le mani sul petto e lo fece indietreggiare fino ad una comoda poltrona, dove lo fece sedere con una spinta.
Subito dopo si sedette a cavalcioni su di lui, facendo aderire alla perfezione i loro corpi. Hermione poteva chiaramente sentire l’eccitazione del ragazzo premere contro di lei.
Sorrise maliziosamente prima di iniziare a giocare con i suoi capelli.
Fili di seta dorata tra le sue dita.
L’avevano sempre fatta impazzire.
Si staccò appena da lui, quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi.
- Fa proprio caldo...- disse con voce bassa e sensuale.
- A questo si può rimediare.- rispose il biondo, con la voce chiaramente arrochita dal desiderio.
Si sporse verso di lei e senza attendere oltre le baciò il collo, la gola, lasciando un’umida scia di baci fino all’incavo dei seni.
La sentì sospirare quando la sua lingua iniziò a stuzzicarle la pelle sensibile, scostando leggermente il pizzo chiaro.
Le mani di Malfoy corsero subito alla camicia bianca che indossava, divenuta ormai completamente inutile.
La sbottonò e gliela sfilò con malcelata impazienza, per accarezzarle poi la schiena e premerla contro di sè mentre le sue dita abili la privavano del reggiseno.
Erano entrambi a petto nudo, pelle contro pelle, le mani intrecciate e gli sguardi fissi uno nell’altro.
Non seppero dire per quanto tempo rimasero in quella posizione, prima di stringersi ulteriormente e appropriarsi l’uno della bocca dell’altro, continuando la loro eterna lotta anche in quel momento.
La lingua di Draco entrò prepotentemente tra le labbra di lei, accarezzando e facendo sua quella bocca tanto sprezzante che in quel momento non aveva frecciatine da rivolergli.
Hermione affondò una mano tra i suoi capelli e sfregò il bacino contro quello del ragazzo.
Il biondo si adagiò più comodo sulla poltrona, allungandosi in modo che la Granger gli si premesse addosso ancora di più
Il baciò finì poco dopo per mancanza di ossigeno, ma le labbra arrossate di Hermione lo invitavano a baciarle ancora, cosa che lui fece senza perdere tempo.
Lei ebbe l’istinto di protestare per quell’attacco, ma preferì non farlo; anzi si mosse ancora sui suoi fianchi, con la chiara intenzione di provocarlo.
In risposta lo Slytherin portò le mani sul suo seno, stuzzicandole i capezzoli con le dita.
Hermione represse un brivido, che non riuscì a trattenere quando, all’improvviso, Draco diede un colpo col bacino contro il suo.
- Giochi sporco, Serpe.- gli sussurrò all’orecchio.
- Mai quanto te, Grifone.- sibilò lui di rimando.
Sorrise in quel modo strafottente e sensuale che solo a lui riusciva, prima di posare le mani sui fianchi della ragazza e alzarsi dalla poltrona con lei in braccio.
Hermione strinse la presa sulle sue spalle mentre lui, in due falcate, raggiungeva il letto sopra il quale poi la spinse.
Si sdraiò subito su di lei, catturandole le labbra in un bacio infuocato.
La sue mani corsero al bottone e la lampo che chiudevano la gonna a pieghe, che in poco tempo venne gettata sul pavimento.
La riccia indossava ora solo gli slip. E delle sensualissime ed eccitantissime autoreggenti.
Ghignando, Draco ribaltò le posizioni, in modo che lei gli sedesse sopra.
- Ti piace essere dominato, Malfoy?- frecciò lei con un punta di cattiveria nella voce.
Lui le rispose con un sorriso malizioso, fautore di mille promesse di fuoco.
Fuoco, come quello che gli stava bruciando l’anima.
Il desiderio di averla l’aveva consumato, ed ora, finalmente, la Granger era lì con lui.
Sarebbe stata sua.
Con questo pensiero se la tirò addosso, stringendola fino a farle male. Raddrizzò la schiena, mettendosi seduto con lei sulle gambe.
Non perse tempo ed iniziò subito a baciarle il collo, scendendo rapidamente sul suo seno, fino a lambirle un capezzolo con le labbra e la lingua.
La Gryffindor strinse le gambe intorno ai suoi fianchi, scossa da un brivido, mentre una mano giocava con i capelli di Malfoy.
Il biondo non si staccò da lei per diversi minuti, godendo del suo respiro affannato.
Quando però la sentì ondeggiare pericolosamente con i fianchi sui suoi, qualcosa scattò dentro di lui.
Invertì velocemente le posizioni, bloccandole i polsi sopra la testa.
- Che tu sia maledetta, Granger.- sibilò sulle sue labbra.
Da parte sua, Hermione stava perdendo il controllo, proprio come lui. Per quanto tempo ancora avrebbe resistito?
Tuttavia cercò di mantenere un briciolo di lucidità, almeno per il momento.
- Non sono io la serpe, Malfoy.- rispose perdendosi nell’argento liquido dei suoi occhi.
Draco respirava velocemente, il petto si alzava e abbassava ritmicamente.
Hermione non riuscì a mantenere lo sguardo nel suo, finendo per far scorrere le iridi dorate su quel torace tanto perfetto, gli addominali tesi e poi più giù, fino alla stoffa tirata dei pantaloni.
- Ti piace quello che stai guardando, Mezzosangue?- chiese beffardo.
- Sì, molto…- rispose inaspettatamente lei.
Draco fu colpito da quelle parole, di certo non si aspettava una simile risposta.
Soddisfatta, la ragazza liberò la mano destra e accarezzò il volto del biondo.
Da gentile e apparentemente innocente, la sua mano si mosse sicura e provocante sul suo collo, sfiorando le spalle forti, il petto, seguendo la linea degli addominali che si tesero al suo passaggio fino al bordo dei pantaloni.
Draco trattenne il respirò quando sentì quelle dita dannate toccarlo e stuzzicarlo.
Resistette pochi secondi, fin quando lei gli slacciò cintura e pantaloni. Ma Draco non le permise di infilarci dentro la mano perché gliela bloccò con un gesto fulmineo.
- Adesso basta giocare.- sibilò con voce bassa e roca.
In un attimo si liberò dei pantaloni, lanciandoli dietro di sé con i boxer attillati. Afferrò gli slip della riccia e li sfilò con tanta foga da strapparne il bordo. Ma nessuno dei due ci fece caso.
Le autoreggenti fecero la stessa fine.

I giochi erano finiti, Hermione l’aveva capito dal cambio di espressione sul viso di Malfoy.

Il ragazzo infatti aveva mandato al diavolo ogni proposito di lucidità, lasciando libera quella passione che per molto tempo gli aveva bruciato l’anima e infiammato il cuore.
Si chinò su di lei e la baciò con possessione e desiderio, mentre le apriva le gambe e si posizionava tra di esse.
Con ansia ed eccitazione entrò in lei, sentendola irrigidirsi e sospirare contro il suo collo.
Rimase fermo per qualche istante, colpito dal calore che l’aveva avvolto come un caldo abbraccio. Era una sensazione mai provata prima, neanche una volta nei rapporti che aveva avuto precedentemente.
Se sentiva bene. Poi, la passione ebbe la meglio su di lui.
Iniziò a spingere, e una volta preso il ritmo e l’armonia con il corpo di Hermione, le spinte si fecero più veloci.
Si abbassò col viso sul suo, le sfiorò le labbra e scese poi sul collo, mordendolo. Il piacere aumentava, e con esso le spinte, sempre più profonde.
Ad Hermione girava la testa, qualcosa dentro di lei bruciava, come un’esplosione. Non poté negare di aver sentito un po’ di dolore quando Draco si era spinto in lei, ma ora provava un piacere così intenso che aveva la mente annebbiata.
Da troppo tempo aveva desiderato sentirsi sua, essere sua, e finalmente stava accadendo.
Quando la sentì gemere di piacere, Draco le afferrò i fianchi dando più forza ad ogni movimento. Ora le spinte erano decisamente più veloci e profonde, anche dolorose, ma estremamente piacevoli.
Il biondo si chinò su di lei fino a sfiorarle il naso con il proprio.
- Hai ancora voglia di giocare, Mezzosangue?- chiese fermandosi.
Hermione incatenò lo sguardo con il suo.
- Sempre.- rispose ansimando.
Non avrebbe ceduto per nulla al mondo.
Draco le regalò un sorriso prima di baciarla e ricominciare a muoversi. La strinse a sé, sentendo la morbidezza del seno contro il suo torace, mentre le unghie della ragazza gli lasciavano visibili segni sulle spalle.
Ma non gliene importava.
Finalmente era lì, nel suo letto, ansimante di piacere sotto di sé. Non desiderava altro.
La consapevolezza di aver raggiunto il suo sogno segreto lo colpì con una fortissima ondata di passione, che lo portò a spingere con più forza ed intensità, fin quando l’orgasmo li travolse come l’onda di un mare in tempesta.
Draco si spostò subito di lato per non pesare sulla Granger, ancora scossa da lunghi ed intensi brividi.
Il cuore gli batteva impazzito nel petto. Chissà se lei poteva sentirlo?
Lo stesso pensiero aveva attraversato la mente di Hermione in quel momento, persa nelle sensazioni che aveva provato tra le braccia di Malfoy.

Sua. Era stata sua.

Non era stato un sogno, una fantasia, un’illusione... era stato reale. Sua.
Chiuse gli occhi, girandosi di lato e poi a pancia in giù. Di cosa poteva aver bisogno in un momento come quello? Aveva appena fatto l'amore con il ragazzo che amava segretamente da - troppo - tempo.
Draco era disteso accanto a lei, con gli occhi chiusi e il lenzuolo a coprirgli almeno i fianchi.
Era in pace con il mondo, la sola vista del viso rilassato del ragazzo la faceva sentire serena.
Con gli occhi chiusi e il battito cardiaco a livelli normali, Hermione cadde in un sonno leggero, che sembrava aver preso anche il suo bellissimo amante.



I due riposarono per una ventina di minuti circa. Il primo ad aprire gli occhi fu il Serpeverde. Sbatté le palpebre un paio di volte prima di voltare il capo di lato e vedere Hermione addormentata al suo fianco.
Era tranquilla, perfettamente a suo agio, nella tana del lupo. Ah, se l'avesse chiamata Cappuccetto Rosso...
Chissà che reazione avrebbe avuto la Granger?
Era un Purosangue con il razzismo nel dna, certo, ma questo non gli impediva di estendere i suoi studi oltre i confini del Mondo Magico. Per questo si era impegnato per approfondire le sue conoscenze in tutti i campi della vita dei Babbani.
Ghignò, percorrendo il corpo della ragazza con lo sguardo. Dormiva a pancia in giù, con il viso rivolto verso di lui. Il lenzuolo le copriva i fianchi.
Il solo guardarla aveva fatto tornare a Draco la voglia di fare l'amore con lei. Beh, di certo non si sarebbe limitato ad una, ora che la Granger era nel suo letto.
Sarebbe stata sua all'infinito.

Per sempre.

Si avvicinò a lei, allungando una mano per poterle accarezzare la schiena con la punta delle dita.
Era bollente.
Il corpo della ragazza sembrava l'essenza del fuoco. Il -suo- fuoco.
Fu scosso da un brivido. Era già eccitato, senza aver ancora fatto qualcosa. Bastavano la sua presenza e il pensiero di mezz'ora prima a farlo svegliare.
Così si avvicinò di più a lei, le scostò i ricci bruni dal viso, sfiorandola appena. Si chinò per posarle un bacio sulla guancia, scendendo poi sul collo e lungo la schiena.
Hermione si mosse appena, girandosi su un fianco e mugolando qualcosa. - Il suo nome?-.
Draco allora si mise più comodo su di lei, ma senza appoggiarsi, e continuò a far scorrere le labbra sul suo corpo, dal collo al seno per poi risalire fino alla bocca. La baciò lievemente, e con una mano seguiva le sue morbide forme.
La ragazza aprì piano gli occhi, rendendosi conto di quello che stava succedendo.
- Cosa... Che stai facendo, Malfoy?- chiese ancora assonnata.
- Ti faccio mia.- sussurrò sensuale al suo orecchio.
Hermione sussultò, svegliandosi completamente, e solo in quel momento si accorse che il biondo si era già posizionato tra le sue gambe.
- Sei un maniaco...-
Draco sorrise a quelle parole.
No, semplicemente non ne aveva mai abbastanza di lei. Non aveva la minima intenzione di farla scendere da quel letto.
Voleva - doveva - possederla fino allo sfinimento.
Le accarezzò il corpo con le mani, lento e sensuale, eppure famelico, come l'espressione nei suoi occhi, fin quando una mano scese tra le sue cosce.
La stuzzicò piano, in modo leggero, e godette dei gemiti che le stava strappando, poi le afferrò i polsi inchiodandoli sul cuscino, ai lati della sua testa.
- Lascia che ti renda mia ancora una volta, Granger.- sussurrò a pochi centimetri dal suo viso.
Qualcosa scattò in Hermione. Gli scoccò un'occhiata di fuoco.
- Se sono stata tua, Malfoy, è solo perché te l'ho concesso. Non credere di essere 'speciale'.-
Draco si risentì per quell'attacco inaspettato.
Dannata Mezzosangue, era una guerriera.
Le sue labbra si stesero in un ghigno pericolosamente sensuale.
Non rispose a quelle parole, ma le sfiorò appena le labbra con le proprie, prima di spingersi nella sua intimità.
La sentì sospirare di piacere, ma non le diede il tempo di godere di quel contatto. Infatti le afferrò saldamente i fianchi e ribaltò le posizioni in un attimo, trovandosi così sdraiato con la Granger su di lui, le mani sulle sue spalle e i riccioli bruni a sfiorargli il viso. Hermione lo guardò corrucciata.
- Fammi vedere come sai dominarmi, Mezzosangue.- la sfidò il biondo.
La ragazza dovette ammettere che non se l'aspettava, ma decise che ne avrebbe approfittato subito.
Mosse i fianchi piegandosi su di lui per baciarlo, e senza farsi troppi problemi infilò la lingua tra le sue labbra.
Iniziò a muoversi ritmicamente con il bacino, fino a quando non sentì Draco andarle incontro nelle spinte.
Il piacere che provavano continuava a crescere; la Granger era leggera, ma le sue unghie sul petto graffiavano la delicata pelle del Serpeverde, come un segno della sua vena combattiva.
Roteava i fianchi, provocandogli continue fitte di doloroso piacere che si propagavano in tutto il corpo.
Il ritmo degli affondi di Hermione aumentava gradualmente, lei stessa non riusciva a controllare le manifestazioni di piacere che sfuggivano dalle labbra dischiuse.
Strinse le cosce ai lati dei fianchi di Draco, colta da un brivido violento di piacere, ma non accennava a smettere né rallentare.
Saliva e scendeva su di lui, sentendolo affondare in lei completamente, toccarle l’anima, invaderle prepotentemente il corpo.

Chi stava comandando, dei due?

Draco non riusciva a tenere gli occhi aperti, offuscati dal piacere.
Muoveva i fianchi per andare incontro a quelli della ragazza, penetrandola con maggior forza ogni volta.
Sentiva la ragione abbandonarlo sotto le cure di lei, i suoi ansimi rumorosi che gli riempivano la testa.
No, non poteva continuare in quel modo.
Dannazione a lei, che lo stava dominando, costringendolo a lasciar andare i gemiti che gli provocava.
Strinse così forte le mani sui suoi fianchi da farle male, e alla sua espressione imbronciata rispose ghignando - Tempo scaduto.-
La allontanò da sé con una spinta, per poi salirle sopra e bloccarle i polsi ai lati del cuscino. Si appoggiò completamente su di lei, e la sentì fremere di rabbia.
- Fottuto bastardo.- sibilò Hermione tra i denti.
Lui sorrise, gli occhi argentei cupi dal desiderio che provava.
- Sei mia Granger, solo e soltanto mia.- soffiò sulla sua guancia. - Non capisci che devo averti? Farti mia brutalmente, perché è questo quello che mi provochi. Devo entrarti dentro e sapere che non mi dimenticherai mai.-
Hermione lo maledisse in tutti i modi possibili e immaginabili nella mente, e il suo stesso cuore traditore era compreso tra i destinatari delle imprecazioni. Traditore, perché le batteva impazzito nel petto, colpa di quelle parole che avevano sciolto la roccia di rabbia dentro di lei.
- Non giocare con me, Malfoy!- sbottò irosa - Non te lo permetto!-
Colpita e affondata.
Ma Draco non voleva farla arrabbiare, anzi. Voleva spiegarle quello che provava, quello che lei gli provocava.
- No, Granger. Non mi sto prendendo gioco di te.- La serietà nella sua voce e nella sua espressione convinsero Hermione che stava dicendo la verità.
- Ti desidero, ti voglio, ti esigo. Ho deciso che saresti stata mia. Lo sei, e lo sarai. Non ho intenzione di lasciarti andare, né da sola né tra le braccia di un altro.- Non le diede il tempo di rispondere che si piegò su di lei baciandola con passione e desiderio.
Hermione si sentiva infuocare, la pelle di Draco era così calda e seducente... E poi lo sentì.
Intenso e passionale, Draco era scivolato dentro di lei con una nota di dolcezza in quel movimento.
Sospirò, scossa da un brivido, mentre lui scendeva con le labbra sul suo collo, iniziando a muovere i fianchi.
Com'era possibile provare un piacere così forte e violento?
Non riusciva a serrare le labbra e trattenere i gemiti e mugolii provocati dall'amplesso, per quanto ci provasse.
Stava impazzendo: lo sapeva, lo sentiva... Era lui che le faceva perdere la testa, che le provocava forti brividi e ondate di piacere.
Lui, che amava e odiava con la stessa intensità, che l'aveva stregata con il suo corpo scultoreo e quegli occhi di ghiaccio.
Lui, così bello e pericoloso. Il suo principe.



Era notte fonda, ma questo non impediva certo a Draco Malfoy di esaudire anche il più piccolo capriccio che aveva.
La prova di questo si trovava nel suo letto.
- Certo che sei proprio viziato.- constatò Hermione guardando l'uva che il ragazzo si era fatto portare da un elfo.
- Non mi sembra che questo ti dispiaccia, o sbaglio?- rispose il biondo staccando un chicco d'uva per portarselo alle labbra.
La riccia seguì rapita quel movimento tanto semplice quanto elegante e sensuale. Possibile che anche la più piccola azione diventasse una provocazione erotica se fatta da lui?
- Non avresti dovuto chiamare un elfo.- deviò lei piccata.
- Non ricominciare con questo discorso, carina, non attacca con me.- la zittì subito il biondo, memore della predica che gli aveva fatto la Mezzosangue sul modo di trattare quei poveri elfi domestici.
Hermione decise che doveva allontanarsi da lui, quindi si mise seduta sul bordo del letto, cercando qualcosa da indossare per coprirsi.
- Cosa stai facendo?- chiese la voce di Draco dietro di lei.
- Mi alzo, non lo vedi?- rispose.
- Questo lo so, Granger. Cosa stai facendo?-
Sbuffò, infastidita, senza voltarsi.
- Torno in dormitorio.-
No, assolutamente no. Se pensava che gliel'avrebbe permesso, si sbagliava di grosso.
Hermione era ancora seduta sul bordo del letto, completamente nuda, e stava cercando i suoi vestiti con lo sguardo. Ad un tratto sentì qualcosa di piccolo e morbido, ma freddo, alla base della schiena.
Rabbrividì di colpo. Draco Malfoy era seduto dietro di lei, con le gambe larghe ai suoi fianchi ma senza toccarla.
La inquietava.
Lentamente, quel qualcosa risalì luogo la colonna vertebrale, provocandole svariati brividi.
Lui non la toccava se non con un chicco d'uva verde. Le scostò i capelli di lato e fece scorrere quel chicco d'uva lungo il collo, fino alla gola.
A quel punto si avvicinò a lei, facendo aderire il petto muscoloso alla sua piccola schiena, mentre con la mano destra faceva scendere il chicco d'uva sul suo seno, sfiorando un capezzolo, e si fermò sul suo ombelico.
- Dove hai detto che volevi andare?- sussurrò con voce roca e sensuale al suo orecchio. Lei non riusciva a trovare la voce per rispondere. Poi, la mano di Malfoy risalì su di lei fino al collo.
La portò sulla bocca della riccia, ermeticamente chiusa. Stava combattendo, non voleva cedere.
Ma era già sua, anima e corpo.
Resistere era inutile. L'altra mano scese sul seno, soffermandovisi alcuni minuti, per poi scivolare silenziosa tra le sue gambe.
La sentì fremere sotto le sue carezze, e sussultare quando introdusse due dita in lei.
- Stronzo.- sibilò a denti stretti, con un gemito che non era riuscita a trattenere.
- Lo so.- soffiò il biondo al suo orecchio, per poi fare pressione e imboccarle quel chicco d'uva, sfilando le dita dalla sua intimità.
Quando Hermione ebbe mandato giù, riportò la mano tra le sue gambe, toccandola con decisione.
La riccia gemette, in preda ai brividi.
- Dove hai detto che volevi andare?- ripeté il biondo al suo orecchio.
- Sei un verme, Malfoy.- sputò lei sospirando, con la testa riversa sulla sua spalla.
Draco allora la fece girare e la spinse poi letto, salendole sopra.
- Forse non hai capito che, qui, sono io quello che comanda.-
Una rabbia furiosa si era impadronita di Hermione, a quelle parole. Come osava parlarle così?
Non ebbe il tempo di ribattere, perché il biondo si era piegato su di lei, baciandola con ardore e possessione.
Sembrava quasi violento, tanto era il desiderio di averla. Di nuovo.
Le bloccò le mani sopra la testa, mentre l'altra scendeva rapidamente tra le gambe di lei. Entrò con due dita, subito seguite da un terzo, e le muoveva velocemente dentro di lei, impaziente.
Hermione gemette sulle sue labbra, incapace di trattenersi.
- Chi è lo stronzo?- chiese Draco a pochi centimetri dal suo viso - Eh, Mezzosangue? Chi è il bastardo?- La voce roca e sensuale, i capelli su quegli occhi in tempesta, il calore del suo corpo, quelle dita che davano e prendevano... Hermione stava impazzendo.
Era troppo, per lei, per quanto avesse cercato di non dargliela vinta.
Quelle maledette dita erano troppe esperte perché lei potesse celare il suo piacere, perché riuscisse davvero a non rabbrividire e inarcare la schiena.
Gemeva e sospirava, grida strozzate uscivano dalle sue labbra. Poi, raggiunse l'apice, gridando il suo piacere.
E non ebbe il tempo di riprendersi né respirare, perché le labbra del biondo si erano nuovamente impossessate delle sue, cercando e trovando subito la sua lingua.
Intorpidita dall’intenso piacere appena provato, Hermione non aveva la forza di resistere agli attacchi sessuali del suo erotico assalitore, né respingerlo con decisione.
Non riusciva neanche ad insultarlo.
Per questo non protestò quando si sentì alzare dal morbido materasso e appoggiare di nuovo in una posizione diversa da quella di prima.
Draco le stava alle spalle.
Baciò con sensualità il suo collo, strinse con forza il seno tra le mani, mentre la provocava sfiorandole l’intimità bagnata con la propria.
Artigliò la stoffa del lenzuolo con le dita quando avvertì quelle di Draco entrare nuovamente in lei.
Dio, perché non la prendeva? Perché continuava a torturarla in quel modo?
Era forse un modo per punirla? Per averlo provocato, per essere diventata la sua ossessione?
Ma non era un gioco.
Lui era la sua ossessione.
Un grido strozzato le uscì dalle labbra, e fu a quel punto che Draco sostituì se stesso alle sue dita.
Entrò prepotentemente in lei, incurante di farle male, sicuro di darle piacere.
L’aveva portata al limite. Era cera tra le sue mani, la Mezzosangue.
Voleva farle provare quel piacere che, ne era sicuro, nessuno le aveva mai fatto provare e non ne sarebbe mai stato in grado.
Perché nessuno la conosceva come lui.
Lui sapeva cosa girava in quella testolina da Mezzosangue che aveva. Lui la conosceva.
Perché erano simili.
Ossessionati da se stessi, dai propri traguardi personali, soffocati dalle inutili presenze che li circondavano, faticavano ad emergere al di sopra delle stupide masse.
Ma lui l’aveva vista. Splendente come una stella.
E lei aveva visto lui.
Spinse con più forza i fianchi contro quelli di lei, che gridava in preda all’orgasmo che la stava sconvolgendo.
Ma non aveva intenzione di fermarsi.
Non era un ragazzo egoista a letto, al contrario. Provava piacere e soddisfazione, immensa soddisfazione nel vedere le sua compagna gridare e contorcersi, e sapere di essere lui l’artefice di quel piacere.
Intensificò e velocizzò le spinte, godendo delle grida di piacere di Hermione, ma senza lasciarsi andare, non era ancora tempo.
La sentì contrarsi e rilassarsi intorno alla sua carne, come ad invitarlo ad unirsi a lei in quell’esplosione di piacere, ma lui glielo negò.
Continuò a spingere ad un ritmo normale, sentendo che l’orgasmo della ragazza si stava esaurendo, e si piegò su di lei, sfiorandole la schiena con il petto.
Strinse il suo seno tra le mani, leccandole lascivamente il collo, e pochi minuti dopo sentì di nuovo il suo corpo tendersi e vari gemiti di un piacere imminente raggiungere le sue orecchie.
Lasciò perdere il seno destro e le accarezzò il petto con la mano aperta, scendendo sul ventre, fino in mezzo alle sue gambe.
La sfiorò appena, e lei si contorse in preda ad un brivido.
- Ah...!- quello fu il primo di una lunga serie.
E quasi gli fece perdere il controllo.
Continuò a stuzzicarla in quel modo, senza rallentare il ritmo delle spinte.
Ma non poteva andare avanti ancora per molto.
Doveva liberarsi, svuotarsi, sbrigliare quel dannato piacere che gli rimbombava violento nelle tempie.
Le morse la spalla sinistra, ansimando sensualmente.
- Grida per me, Hermione.- sussurrò.
E fu un rapido precipitare all’Inferno.
Si alzò, afferrò i fianchi della ragazza e li tirò violentemente contro di sé, per poi iniziare a spingere con forza e violenza, penetrandola così a fondo che, ne era sicuro, oltre al piacere provava dolore.
Ma non gli importava.
Stava godendo, e lei con lui. Non aveva desiderato altro.
Reclinò la testa indietro, tendendosi dentro di lei, correndo come un pazzo dietro quell’orgasmo violento che li stava cogliendo insieme.
E lei gridava, oh se gridava.
Sì.
Era quello che voleva.
- Dio!-
Sorrise a quell’esclamazione della riccia, ma non durò a lungo. Gli girava la testa.
Il piacere li sconvolse, letteralmente.
Hermione gridava, il viso premuto contro il materasso, il respiro irregolare, il cuore batteva non nel petto, ma nel cervello.
E il piacere, Dio, era così intenso! Forte, violento, si espandeva in lei in mille brividi che la scuotevano, e non riusciva a stare ferma, trattenerli.
Non ci riuscì neanche quando Draco le crollò addosso, stanco e sudato, con il fiato corto almeno quando lei.
E rimasero così diversi minuti, scossi dagli ultimi tremori dell’orgasmo appena vissuto, lui ancora dentro di lei, con il petto che aderiva perfettamente alla sua piccola schiena.
- Wow.- sussurrò dopo una lunga pausa fatta di sospiri.
Sentì Draco ghignare sulla sua pelle e posarle un bacio sulla spalla.
Fece forza sulle braccia e sì alzò, uscendo dal corpo bollente di lei, e le si stese di fianco. Subito la tirò a sé per la vita, premendo la schiena contro il suo petto muscoloso.
- Sai di sesso.- sospirò tra i suoi capelli.
- Anche tu.- ridacchiò, crogiolandosi nel tepore di quell’abbraccio.
Draco respirò il suo odore su di lei.
Era... Bello, .
Non sapeva in che altro modo definire lo stato in cui si trovava in quel momento, se non... Bello.
Bastò poco più di un minuto perché entrambi si lasciassero andare tra le braccia di Morfeo.



Si svegliarono la mattina successiva verso le otto e mezza. Era domenica, di solito tutti dormivano almeno fino alle undici o mezzogiorno. La colazione era un optional, la domenica.
Hermione aprì gli occhi per prima, trovandosi piacevolmente stretta tra due braccia forti che sembravano non volerla lasciar andare.
E chi voleva andarsene?, rise tra sé.
Si girò lentamente per trovarsi con le labbra a pochi centimetri da quelle di Malfoy.
Era... Bello, .
Draco era bellissimo, elegante, raffinato e molto, molto sensuale.
Pensò alla notte di sesso selvaggio che aveva appena trascorso con lui, e sorrise.
Sentirsi sua, essere sua, era la cosa più bella del mondo.
Ciò che aveva sognato.
La sua ossessione, che l’aveva portata a provocarlo e stuzzicarlo, fino ad arrivare a mettere piede nella sua camera ed entrare nel suo letto.
Si allungò appena e sfiorò quelle labbra sottili con le proprie. Lo sentì muoversi e mugugnare qualcosa.
- Buongiorno, principe.- sussurrò divertita.
- Mh...- rispose con un verso lui, stiracchiandosi, ma senza lasciare la presa intorno ai suoi fianchi - ‘Giorno.-
Sorrise - Dormito bene?-
- Benissimo. Tu?- rispose al sorriso.
- Altrettanto.-
Quello era il momento che, intimamente, Hermione aveva temuto per tutto quel tempo, fin da quando aveva deciso di intraprendere quel gioco con Malfoy.
Il mattino dopo.
Poteva già considerarsi fortunata per aver avuto il privilegio di dormire con lui dopo l’amplesso. Tutti sapevano che lui detestava avere estranei nel letto, di chiunque si trattasse, anche Merlino in persona.
Per questo le sembrò strano essersi addormentata e risvegliata tra le sue braccia. E non aveva il coraggio di muoversi, per il terrore di sciogliere quell’incanto, né chiedergli qualcosa.
- Hai ancora molto da guardare?- chiese divertito il biondo - Credevo che ti fosse bastata, questa notte...-
Lei scosse la testa a quell’inutile allusione sessuale. Non aveva voglia di farlo ancora, non in quel momento.
Certo, la voglia di lui non si sarebbe mai esaurita, ma era altro ciò che desiderava in quel momento. Voleva sapere... cosa ne sarebbe stato di lei. Voleva sapere quale sarebbe stato il suo destino, una volta messo piede fuori da suo letto.

Lui era diventato la sua ossessione.
La torturava di giorno con la sua lontananza, la tormentava di notte con la sua assenza.

Da quanto tempo, ormai, viveva solo di quei pochi momenti che condivideva con lui?
Uno sguardo, una parola, mezzo saluto, le discussioni con i Prefetti e i Capiscuola... troppo, troppo tempo.
Lei voleva... lui, semplicemente. Tutto.
Non desiderava altro.
E non sapeva che quei pensieri non erano soltanto suoi, ma anche del ragazzo che la strinse inspiegabilmente a sé.
- Sapevi che sarei entrato nel Bagno dei Prefetti, quella sera.- sussurrò appena.
Hermione sobbalzò a quelle parole. Era arrabbiato? Ce l’aveva con lei? L’avrebbe accusata di qualcosa... qualsiasi cosa?
- Sì.- rispose flebilmente - Lo sapevo. Per questo sono andata lì. Volevo... che tu mi vedessi.-
Lo sentì sospirare contro i suoi capelli. Lei guardava insistentemente un punto al di là delle sue spalle, per non doversi scontrare con, ne era sicura, la durezza dei suoi occhi grigi.
- Volevi diventare la mia ossessione.-
- Sì.-
Silenzio. Lungo, agghiacciante, assordante silenzio.
- Perché?-
Chiuse gli occhi e respirò a fondo.
- Malfoy,- iniziò - Non voglio litigare. Se non mi vuoi, dillo chiaramente, e me ne andrò.- trovò chissà dove la forza di cercare e trovare i suoi occhi - Risparmiami gli insulti del mattino dopo.-
Lui la guardò in modo strano.
Che diavolo stava dicendo, quella pazza? Era lui il primo a non volere che andasse via. Cosa cavolo aveva capito?
- Voglio solo sapere il motivo, Mezzosangue.- rispose con una tranquillità ed una naturalezza tale che sembrò riuscire a trasmetterle anche a lei.
- Perché tu sei...- iniziò, cercando di costruirsi un discorso coerente in testa, ma senza riuscirci.
Se chiudeva gli occhi vedeva solo le sue gambe allacciate ai fianchi di Draco, le sue mani sui fianchi, lui dentro di lei.
Poteva ancora sentire i loro gemiti confonderle l’anima.
- Sei la mia ossessione.- confessò velocemente.
Lui sgranò impercettibilmente gli occhi, cercando poi i suoi.
- Ti ho visto per caso, una sera, nel Bagno dei Prefetti.- continuò precedendo le sue domande - Non sapevo ancora che tu andassi lì regolarmente un giorno a settimana, ad una determinata ora. Così, io... io ti ho visto, Draco.-
Trattenne il respiro, senza riuscire a staccare gli occhi da quelle pagliuzze chiare che rilucevano negli occhi della ragazza.
La teneva ancora stretta a sé.
E lei temeva il momento in cui l’avrebbe respinta, allontanandola dal calore inebriante del suo corpo scultoreo.
- Non so cosa mi è successo, so solo che da quella sera ti ho visto con occhi diversi.- riprese dopo una breve pausa - Non riuscivo a smettere di pensare a te. Eri sempre nella mia testa, di giorno, di notte, ovunque. A lezione, in Biblioteca, durante i compiti in classe... sempre, sempre.-
Sembrava inarrestabile, come un fiume in piena. Le parole uscivano dalle sue labbra senza che riuscisse a fare qualcosa per frenarle, qualsiasi cosa che le avrebbe impedito di mettere a nudo la sua anima davanti a lui.

- Stai scherzando.-
La sua voce la riscosse come una dannata doccia ghiacciata.
- Cosa...-
- Non ti permetto...- sciolse l’abbraccio e strinse i suoi polsi, inchiodandoli sul cuscino ai lati della sua testa, sovrastandola con la sua sola presenza - ...non ti permetto di dire queste cose!-
Hermione si spaventò seriamente. Draco aveva una strana luce negli occhi.
- Ma io...- provò a dire.
- Tu, maledetta Grifondoro Mezzosangue, sei diventata la mia ossessione! Ti sei mostrata a me diversa, sotto una luce diversa, e da quella dannata sera, io... io...-
Si morse le labbra per non dire qualcosa di sconveniente.
Come si permetteva? Come osava?
Lei gli era entrata dentro, facendolo bruciare di un desiderio velenoso e corrosivo, un malsano istinto di prenderla, aprirle le gambe ed entrare violentemente in lei, sentirla gemere e urlare fino a non avere più voce.
Chiuse gli occhi e respirò a fondo, cercando di calmarsi.
Lui non voleva lasciarla andare. Adesso che l’aveva avuta... non gli era bastato, affatto. Non si era tolto uno sfizio, non aveva placato una voglia.
Lui la voleva ancora. Sempre.
Riaprì gli occhi, fissandoli seriamente nei suoi.
- Ora che ti sei fatta scopare per bene, ti sei tolta la voglia?- chiese, più gelido di quanto volesse realmente apparire - Sei soddisfatta, adesso?-
Non si era accorto di aver rafforzato la stretta sui suoi polsi.
Per la rabbia di poter essere stato usato da lei.
Per il cocente desiderio di averla ancora sotto di lui.
Per quella dannata ossessione che era nata.
Vide qualcosa spezzarsi nei suoi occhi, ora lucidi.
- No.- rispose con voce flebile - Speravo di mettere fine a questa mia ossessione per te, se fossi riuscita ad entrare nel tuo letto.- confessò fissandolo seriamente - Ma non è stato così. Io... io ti voglio. Ti desidero. Ti voglio solo per me, e non per una notte, o per qualche sveltina tra una lezione e un’altra.-
Quelle parole lo colpirono come un doccia fredda, ma non gelida. Fresca.
Erano le stesse cose che pensava lui da... Quanto tempo era passato? Da quanto provava quell’insano desiderio per la Granger?
Merlino, li avrebbero distrutti, fatti a pezzi, uccisi forse.
Ma non gli importava.
Lei era lì, e stava praticamente dando voce ai suoi stessi pensieri!
- Io...- riprese lei, ma venne zittita da un bacio.
- Shh... non dire niente.- sussurrò Draco sulle sue labbra, dolce come il miele - Hai semplicemente detto tutto quello che volevo dirti io.-
Hermione sentì il cuore farle le capriole nel petto. Cosa aveva detto? Lui... Lui davvero...
- Voglio fare l’amore con te.- disse in un sussurro quasi lamentoso, un capriccio, un desiderio.
Hermione sorrise, gli occhi che brillavano di una luce nuova.
- Anche io, Draco.-
- Sei la mia ossessione.- mormorò baciandola.-


Il bacio che li unì, l’amore che li vide intrecciati nella spirale della passione, sancirono tra loro un legame indissolubile, forte come la vita, tenace come il coraggio.


Folle come un’ossessione.

Edited by °piperina° - 18/8/2008, 16:04
 
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HermyKitty
view post Posted on 18/8/2008, 14:22




E qui non lo scrivi, che è dedicata a noi, stronza u.u"?

(Utenti, non ripetete queste parole sul forum XD)


Amore, verso la fine c'è una parte tutta barrata, non credo che l'intento fosse quello XD probabilmente hai dimenticato di chiudere un tag ^^"

(L)

 
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°piperina°
view post Posted on 18/8/2008, 15:06




Pulcina sei favolosa :XD:

E cmq, stronza, lo spaete già a chi è dedicata.
Non farmi modificare la dedica...
 
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HermyKitty
view post Posted on 18/8/2008, 15:08




So di essere favolosa, anche se non ho capito cosa te lo faccia dire ora U__U

Okay, non modificare, non andiamo in OT.

Sto postando il mondo nella sezione Fanfic u.u

Amatemi.
 
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3 replies since 18/8/2008, 11:57   4648 views
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