[Nc17] Ossessione Velenosa

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Naive°
view post Posted on 23/8/2008, 14:50




Avvertimenti:

Non adatto ad un pubblico minorenne.

Contiene scene di stupro, se vi infastidisce, non leggete.







Buona lettura!



















“Fermati, per favore” sussurrò debolmente, mentre sentiva le sue mani sul suo corpo.

“Non fingere che non ti piaccia, Mezzosangue… Lo sai anche tu.” sibilò Lucius prendendola per i polsi.

“Lucius, lasciami andare!” esclamò con forza cercando di liberarsi, ma il peso del suo corpo la bloccava.

“Non ti muovere” ordinò fermamente baciandole il collo, con foga. Adorava il gusto della sua innocenza, quella freschezza che traspariva da ogni sua parte del corpo. Succhiò la sua pelle delicata, mentre la sua lingua percepiva la soffice carne.

“Ho detto fermati!” continuò Hermione con più decisione, quasi urlando. Non voleva che questa volta andasse avanti. Voleva essere lasciata in pace. Almeno una volta.

Si dimenò sotto di lui con forza, non voleva.

Lucius alzò la testa per guardarla.

Il cuore di Hermione si fermò per quello che parve un’eternità.

I suoi occhi, il suo sguardo erano glaciali. Un sentimento di paura la invase completamente, mentre notava l’espressione sul volto del Mangiamorte, la stava guardando intensamente, i suoi occhi tempestosi erano fissi sui suoi, ma allo stesso modo quelle lamine ghiacciate erano profondamente inespressive. Una vena pulsava sul suo volto, regolare; le labbra erano serrate in una sottile linea.

Hermione tremò per un momento, sapeva che niente di buono sarebbe potuto succedere.

“Lucius, mi dispiace, non volevo…”

La mano del Mangiamorte colpì con forza la guancia della ragazza.

Con decisione la prese per la gola, chiudendovi attorno le dita..

Hermione stava cercando disperatamente di respirare, annaspava verso l’alto; il suo volto mascherato in un’espressione di dolore e paura.

“Non osare darmi ordini, Mezzosangue.” La minacciò velenoso Lucius, fissandola intensamente.

Annaspando verso l'alto mentre tentava di liberarsi, le sue mani si poggiarono sulla stretta del Mangiamorte, cercando inutilmente di liberarsi. Le sue unghie gli graffiavano la pelle, mentre scalciava, respiri affannosi e rochi rompevano il silenzio. Per la prima volta, aveva paura che potesse ucciderla.

Da quando era diventata la sua schiava, subito dopo la morte di Harry, non l’aveva mai visto così rabbioso.

L’aveva provocato molte volte dal suo arrivo a Malfoy Manor, ma non gli aveva mai detto cosa fare.

Dio, aveva bisogno di ossigeno.

“Ti userò, Mezzosangue, fin quando non sarò soddisfatto.” Disse atono penetrando nella sua anima attraverso il suo sguardo.

“Posso vederlo dai tuoi occhi che lo vuoi tanto quanto lo voglio io. Non ho bisogno di leggere nei tuoi pensieri per sapere quello che pensi,” disse con una risata divertita “i tuoi occhi marroni e dorati parlano per te, Mezzosangue.”

La fissò; disgustato nel trovarla bella.

Non aveva idea di come fossero arrivati lì, era semplicemente successo.

Non era la prima volta che andava dalla ragazza per queste cose, ma era sicuro che non sarebbe di certo stata l’ultima.

Lei lo fissò a sua volta, in quegli occhi freddi, troppo freddi, ai quali mai si sarebbe potuta abituare.

La lasciò andare, osservandola mentre tossiva.

Calde lacrime di paura e umiliazione le bagnavano le guance, rosse per lo sforzo di respirare; Hermione non poteva fare altro che sentirle scendere. In quei momenti si sentiva realmente distrutta, persa. Odiava ciò che era diventata, ciò che lui l’aveva fatta diventare.

Un sentimento di disgusto si manifestò sul volto di Lucius.

Non era in grado di sopportare le lacrime.

Se possibile odiava ancora di più la Mezzosangue quando piangeva.

“Sono inutili, lo sai” sussurrò guardandola.

“Cosa?” chiese Hermione con voce roca e tremante.

“Le lacrime” rispose secco “Odio quando piangi” spiegò baciando le sue guance, spazzando via le tracce di quello che più non era in grado di sopportare.

La ragazza si mosse ancora, premendo le sue mani contro il suo petto. Non lo voleva, non l’aveva mai voluto. La rabbia salì dentro di lei, si sentiva così impotente.

“Cosa c’è, Lucius?” chiese con un sussurro “Ti ricordano quello che fai?”

Senza preavviso il Mangiamorte la sbattè con forza contro il muro.

Hermione non riuscì a trattenere un urlo di dolore, mentre la sua schiena si scontrava contro la dura parete.

Sentì sui suoi fianchi le mani di Lucius, mandavano piccole scariche di fuoco per tutto il suo corpo; cercò di scacciarle, con tutta la forza che possedeva, ma era del tutto inutile.

Rendendosi conto che niente l’avrebbe trattenuto da quello che avrebbe fatto, alzò i suoi occhi color del cioccolato, bagnati di lacrime amare; incontrando quelli metallici di lui.

Dio faceva così male guardarlo. C’era solo odio lì dentro, niente di più.

Perchè Lucius la detestava, così come detestava scopare i Mezzosangue, ma soprattutto la odiava per come era in grado di trasformarlo in sua presenza.

Non lo voleva neppure lui, questo, non voleva andare con degli esseri così inferiori, ma non era in grado di trattenersi non appena la vedeva.

I suoi occhi si riempivano di desiderio, il suo corpo bramava per possedere quello della ragazza. La mente poteva quasi dimenticarsi che lei fosse una Mezzosangue.

Ma non stava facendo nulla che non avrebbe dovuto fare. Gli schiavi non erano altro che oggetti da usare a proprio piacimento. Il loro unico compito era aprire le gambe verso i loro padroni ogni volta che questi lo richiedevano.

Aveva tutto il diritto di usarla, anche se non aveva il diritto di provare qualcosa per lei.

Quel pensiero aumentò ulteriormente la sua rabbia; i suoi occhi si ridussero a due fessure.

Non c’era amore fra loro.

“Hermione” cominciò lentamente, il suo tono sembrava quasi languido.

La ragazza raggelò davanti al suono del suo nome sulle sue labbra. Non l’aveva chiamata così da troppo tempo.

“Non sei mai stata una bugiarda” concluse divertito.

“Lo so,” rispose la ragazza, il volto contorto in una smorfia di dolore “Ed è per questo che voglio che tu ti fermi, ora, Lucius. Tutto questo è sbagliato, per favore, lasciami e dimentica che io sia mai esistita.” I suoi occhi pieni di decisione.

Voleva che tutto questo finisse, non poteva sopportarlo ancora.

Era stata l’unica dei tre a sopravvivere alla guerra.

Quando Lucius non veniva da lei, spendeva le sue intere notti a piangere, pensando a come sarebbe stata la sua vita se solo Harry avesse vinto.

Ma erano solo sogni, troppo diversi dalla realtà.

“Credi che non ci abbia provato?” chiese pericolosamente Lucius, il suo sguardo fisso sul suo. “Credi che mi diverta ad andare con una Mezzosangue? Ti odio per quello che mi fai,” disse freddamente “Devi solo incolpare te stessa per quello che succede. E’ tutta colpa tua.”

Gli occhi di Hermione si spalancarono increduli “Colpa mia?” sussurrò piano mentre la rabbia saliva dentro di lei “Tu mi hai stuprata! Ti sei preso quello che di più caro avevo. Hai preso la mia innocenza.” Disse con frustrazione alzando la voce “Hai preso la mia verginità.” Concluse con un sussurro cercando nei suoi occhi un minimo di pentimento. Ma si limitò a guardarla, con ancora più disgusto nel viso, e allora continuò, era da troppo che covava questi sentimenti e le sue parole non avevano fatto altro che aumentare la sua rabbia.
“Non incolpare me, prenditi le tue responsabilità.” Commentò acida, le lacrime che avevano ripreso a scendere sulle sue guance “Sono solo una schiava, solo una Mezzosangue. Non posso prendere decisioni.”

Prima che potesse parlare ancora, un altro schiaffo la colpì sulla guancia.

Un rivolo di sangue schizzò dalla sua bocca, mentre la testa colpiva con forza la parete.

“Hai sempre dichiarato di essere umana e ora ammetti di essere una sporca schiava Mezzosangue?” chiese sarcastico, bloccando il suo corpo con il proprio, stringendolo fermamente contro la parete.

Hermione aprì gli occhi fissando in quelle iridi apparentemente cieche. Se solo fosse in grado di riconoscere quello che si celava dietro quegli occhi tempestosi.

“Magari ho solo imparato qual è il mio posto, Lucius” rispose solennemente.

Un bagliore di rabbia illuminò gli occhi metallici dell’uomo.

“Non sono stupido, Hermione” sibilò, stringendola per i fianchi e obbligandola a stare ferma.

“Lo so” disse abbassando lo sguardo. Il suono di quelle due uniche parole era sembrato triste. Disperato. “Ecco perché ti chiedo di non andare avanti” aggiunse in un sussurro.

La sua voce era rotta dal pianto, un groppo le bloccava la gola, mentre il suo corpo tremava, per la paura e per il dolore, ma più di tutto per la disperazione della sua anima che era caduta così in basso, in un baratro oscuro senza più speranza di luce.

“Perché non dovrei divertirmi con la mia schiava?” chiese.

“Perché non è una questione di desiderio e piacere. Non più, almeno.” Sussurrò lentamente.

L’uomo davanti a lei si limitò a guardarla, alzando un sopracciglio perplesso.

“Oh, e cos’è, allora?”

La ragazza si morse il labbro inferiore. Una sensazione di nausea l’avvolse. Chiuse gli occhi, serrandoli con forza. Odiava dirlo, odiava ammetterlo, ma tutto questo doveva finire.

“E’ amore.” Sussurrò.

Erano nella sua camera, una delle tante celle delle prigioni di Malfoy Manor, dove viveva da quando Harry era morto. Lucius era venuto ogni notte, prendendosi tutto quello che poteva da lei.

“Hai idea di cosa succederebbe se qualcuno scoprisse cosa sta succedendo fra di noi?” chiese apprensiva poggiando le sue mani sul suo petto. Era difficile anche per lei, nonostante tutto quello che lui le aveva fatto, Hermione ci teneva a lui.

“Non c’è niente da scoprire, Mezzosangue!” rispose Lucius alzando la voce.

La ragazza scosse la testa lentamente, sorridendo in modo impercettibile.

“Non fingere, non con me. Lo sai che provi le stesse cose per me. Non puoi ingannarmi, ti conosco oramai.”

La fissò intensamente. Aveva cercato di dimenticarla troppe volte. Aveva passato dio solo sa quante notti sveglio cercando di non pensare a lei, ma era diventata un’ossessione. Un veleno che lo stava lentamente uccidendo.

“Che cosa ti aspetti da me?” esclamò rudemente “Guardami!” ordinò con lo stesso tono, stringendo fermamente il suo mento nella mano e forzando la ragazza a fronteggiarlo.

Hermione guardò attraverso i suoi occhi, sprofondando nella sua anima.

Una sensazione di freddo l’avvolse, tutto era così regolare, tutto perfettamente calcolato. Tutto tranne qualcosa.

Lei.

“Non lo so, Lucius. Semplicemente lasciami stare.” Chiese cercando di allontanarlo da sé.

Ma l’uomo non si mosse, la sua anima corrosa da tanta rabbia.

Era tutto troppo facile per lei, non era lei quella ad aver tradito i suoi ideali.

La prese per le spalle, e con forza la sbattè al suolo. Il suo corpo colpì il freddo pavimento e le sue labbra non riuscirono a trattenere un gemito di dolore e sorpresa.

Lucius la baciò rudemente, catturando quei gemiti nella sua bocca.
Hermione si dimenò con forza e disperazione sotto di lui, cercando di liberarsi, ma Lucius la prese per i polsi, portandoli sopra la sua testa.

La paura le scorreva nel sangue, mentre con gli occhi sbarrati non riusciva a distinguere altro che i suoi capelli sul suo volto, la sua lingua che si muoveva nella sua bocca, dominandola.

Con il cuore che sarebbe potuto esploderle nel petto da un momento all’altro cominciò a scalciare, furiosamente.

Con forza bruta il Mangiamorte allontanò le sue gambe, aprendole.

Lacrime amare e disperate iniziarono a bagnarle le guance, nuovamente.

Quanto stupida era stata credendo che non l’avrebbe mai più violentata.

Non era l’unica ad essere attanagliata, anche lei pensava in ogni momento a lui, a quello che le faceva, a quello che aveva fatto e quello che lei gli lasciava fare.

Se solo Harry e Ron fossero stati lì con lei…

Caldi, rudi baci la facevano tremare, mentre il ribrezzo invadeva il suo cuore.

Con uno strattone il Mangiamorte rimosse la sua maglietta, scoprendola dalla vita in su.

Non appena il seno di Hermione apparve davanti ai suoi occhi, chiamandolo, si chinò su di lei, catturando un capezzolo nella sua bocca.

Sapeva che da questo momento non si sarebbe potuto fermare.

“Lucius,” pregò fra i singhiozzi “per favore, lasciami stare, non ne ho voglia. Non oggi.”

Ma non si sarebbe fermato, voleva dimostrarle cos’era davvero quello che c’era fra loro. Tutto tranne amore.

“Taci, puttana!” urlò con odio nella voce.

Hermione mugolò per il dolore, chiuse gli occhi con forza per un momento prima di trovare nuovamente la voce.

L’aveva morsa.

“Per favore, mi stai facendo male!” esclamò terrorizzata.

“Non era questo che volevi, Hermione?” chiese alzando la testa per un attimo “Non volevi ‘amore’? Bè, carina, te lo sto dando” sibilò crudelmente prima di chinarsi sul suo altro seno, prestandogli la stessa attenzione.

Hermione raggelò immediatamente.

Così era quello che lui stava pensando. Chiuse gli occhi, serrandoli con forza, cercando di non pensare alle sue mani, alla sua bocca, al suo tocco.

Tenne dentro le lacrime con uno sforzo immane, non voleva dargli la soddisfazione di vederla piangere.

Questo non era amore. Questo atto, diabolico, sadico non aveva nulla a che vedere con l’amore.

Non appena quel pensiero le attraversò la mente, riprese a divincolarsi sotto di lui.

“Lucius, per favore, lasciami andare!” esclamò questa volta con più decisione.

Non rispose, sospirando di piacere, baciando, leccando e mordendo la sua pelle.

L ragazza chiuse gli occhi, umiliata, sentendo le sue dita nella sua parte più sensibile.

Stava muovendo il clitoride, preparandola a ciò che sarebbe venuto dopo.

Cercò di allontanarsi, disperata e terrorizzata, strisciando sul pavimento, ma l'uomo sopra di lei la fermò prima che potesse muoversi anche di un centimetro.

Non c’era nulla di giusto in quella situazione.

Avrebbe potuto avere pietà, avrebbe potuto lasciarla stare, per una notte. Una notte sola.

Non gli aveva chiesto di liberarla dalla sua condizione di schiava, non gli aveva chiesto di ucciderla, liberandola da ogni pena e da ogni dolore che era stata costretta a sopportare.

Era ormai un anno dalla sua prima volta che aveva imparato a conviverci, aveva imparato ad amarlo.

Ma questo, questo…

Scosse la testa con rabbia. Avrebbe voluto urlare, con tutto il fiato che aveva in corpo, avrebbe voluto scacciarlo il più lontano possibile da sé, per quanto si sentiva distrutta dentro, nella sua anima. Ma l’unica cosa che poteva fare era aspettare che tutto finisse.

Lucius la penetrò con due dita, sospirando mentre lo faceva. Le avrebbe dimostrato chi era il padrone; le avrebbe dimostrato che non c’era amore fra loro.

Le avrebbe mostrato il suo posto nel mondo.

Non voleva essere gentile, non questa volta. Diversamente dalle altre non gli importava niente della donna sotto di lui, voleva solo farle male.

L’altra sua mano si muoveva sul suo corpo, mentre la sua bocca continuava a prestare attenzione al suo seno.

Un sospiro scappò dalle labbra di Hermione. La ragazza si morse il labbro, odiandosi.

Ma a Lucius non importava, sebbene non fosse in grado di nascondere la sua soddisfazione per il modo in cui le stava rispondendo, tutto quello che voleva era soddisfare sé stesso.

Gli era del tutto indifferente la ragazza sotto di lui, non era una persona.

Era una schiava, era una Mezzosangue.

La sua bocca si spostò dal suo seno verso il suo collo, lasciando baci incandescenti e rudi sulla sua pelle. Si mosse ancora più in su, incontrando le sue labbra.

Le trovò serrate, ma non dovette aspettare il permesso per impossessarsene.

Con rabbia morse il suo labbro inferiore e non appena le sue labbra si dischiusero, Lucius la penetrò, gustando il sangue della ragazza nella sua bocca.

Era così bella, lo completava. Così diversa eppure così perfetta per lui. Era tutto quello che aveva sempre voluto.

Non aveva mai immaginato che gli sarebbe così tanto piaciuto andare con una Mezzosangue nello stesso modo che faceva con Hermione. Non aveva mai immaginato di volerla sotto di lui, giorno e notte.

Il ribrezzo e disgusto continuavano ad aumentare nel petto della ragazza così pieno di disperazione, paura e frustrazione. Sapeva che non sarebbe stata in grado di trattenere le lacrime, ora. E le lasciò scendere, incapace di fermarle. Continuò a piangere, perché per quanto odio, per quanto ribrezzo provasse nei suoi confronti, non poteva fare a meno di ammettere che lo aveva amato.

O almeno fino a questo momento.

Era stato l’unico che si era preso cura di lei. Le portava addirittura dei libri da leggere, si preoccupava che lei ricevesse sempre il suo pasto. Veniva da lei, parlavano.

Pensava che fosse lontano il tempo delle scopate veloci fosse finito. Credeva che un giorno l’avrebbe considerata una sua pari.

Ma si sbagliava, e questo era decisamente l’errore peggiore di tutta la sua vita.

Lui, non le avrebbe mai mostrato rispetto. Lui, non le avrebbe mai dimostrato amore. Perchè? Dio, le cose avevano incominciato ad andare per il meglio, credeva di essere diventata qualcosa, no, qualcuno di importante nella sua vita. Le lacrime scesero più veloci. Perchè le stava facendo questo? Cos'aveva fatto di male?

Incapace di trattenersi oltre, Lucius si alzò, svestendosi.

Hermione continuò a singhiozzare rumorosamente, rannicchiandosi sul pavimento, fissandolo con occhi sgranati.

Con un’espressione di desiderio, il Mangiamorte si chinò nuovamente su di lei, prendendola per i fianchi e spostandola violentemente contro di lui.

“No, Lucius, lasciami, ti prego… per favore!” urlò Hermione in preda al terrore chiudendo le gambe con tutta la forza che le era rimasta.

Ma bastò una piccola spinta per aprirle nuovamente.

I singhiozzi divennero più rumorosi, lo sguardo invocava pietà, ma non c’era risposta in quello del Mangiamorte.

Si posizionò davanti alla sua apertura, fissandola con desiderio.

“Sarai per sempre mia, Mezzosangue. Ti fotterò ogni volta che vorrò, finché non mi sarò stancato di te.” Sibilò gelidamente, facendole più male che mai.

Non le aveva mai detto nulla del genere. Non si era mai sognato di ferirla così tanto.

Era stato brutale, nel passato, sicuramente. Ma mai aveva ferito i suoi sentimenti a quel modo; mai si era sentita così simile ad un oggetto come ora.

“Non farlo…” sussurrò fissandolo intensamente.

Quegli occhi marroni, venati d’oro erano così aperti, quasi selvaggiamente. La paura era leggibile, sembrava in rilievo, chiaramente individuabile nelle sue iridi. Pietà si univa a quel sentimento di terrore, come la speranza.

La speranza che si fosse fermato, ma non poteva chiedergli questo.

Lucius doveva farlo.

Con un’unica spinta entrò in lei, gemendo per il piacere.
Hermione si divincolò, faceva male. Non era preparata, non lo voleva.

Qualcosa si ruppe nel suo animo, mentre l’uomo sopra di lei iniziò a muoversi dentro di lei, chinandosi e traendo piacere dal suo corpo.

Gli occhi della ragazza erano ora sbarrati davanti a lei, inespressivi.; il suo corpo non era più parte di lei, tanto che quasi non lo sentiva. Il dolore che provava dentro di sé era semplicemente inimmaginabile.

“Dio…” sussurrò Lucius fra i gemiti “Sei così appagante.”

Serrò gli occhi voltando la testa, mentre le lacrime scendevano copiosamente.

Il suo petto si alzava violentemente, mentre non era capace di tenere dentro i singhiozzi che la scuotevano.

La sua dignità non era mai stata calpestata tanto.

Nemmeno la prima volta che Lucius l’aveva presa si era sentita così.; per quanto non l’avesse voluto nemmeno in quel momento, era stato gentile, era stato attento a non farle male.

Ma questa volta il Mangiamorte non la stava stuprando perché voleva. La stava stuprando perché doveva punirla.

Le spinte di Lucius dentro di lei divennero più veloci e più profonde, mentre si avvicinava sempre di più all’estasi dei sensi.

Il corpo di Hermione era sbattuto violentemente contro il pavimento, la sua pelle raschiava contro la superficie.

Le labbra dell'uomo Lucius cercarono le sue, mordendo un’ulteriore volta per impossessarsi della sua lingua.

Le calde lacrime bagnarono anche le sue guance, mentre con un altro paio di spinte si liberò dentro di lei, svuotandosi completamente.

Un gemito rauco di piacere prima di cadere al suolo al suo fianco.

La ragazza si raccolse in posizione fetale, distrutta.

Non stava più piangendo, non c’erano più singhiozzi a rompere il silenzio. C’erano solo le lacrime che continuavano a scendere e quegli occhi sbarrati.

Traditi.

Non aveva mai fatto una cosa del genere, anche se nel passato l’aveva forzata ad avere rapporti sessuali con lui, non era mai stato così privo di attenzioni.

Lucius si voltò verso la ragazza che rannicchiata a così pochi centimetri da lui si ritirò spaventata quando lui appoggiò una mano sulla sua spalla.

Quando però girandosi, Hermione si mostrò a Lucius, qualcosa dentro di lui si ruppe.

L’istinto oramai svanito.

Per la prima volta nella sua vita, rimpianse di aver fatto qualcosa.

Volente o nolente ad ammetterlo, Hermione era l’unica cosa a cui teneva nella sua vita.

Era l’unica cosa pura ed innocente rimasta in quel mondo rude e sporco.

Hermione era la sua Mezzosangue.

L’aveva sempre protetta da tutti i Mangiamorte, che l’avrebbero forzata a letto giorno e notte, stuprandola senza ritegno.
E ora, non era stato in grado di proteggerla da sé stesso.

In quel momento si sentì esattamente come Rookwood, quel folle Mangiamorte cui era stata affidata la figlia di Lovegood.

L’aveva vista di recente ed era così distrutta, la sua anima distrutta, la sua vitalità andata in fumo.

Proprio come appariva Hermione in quel momento. Priva di emozioni, perché priva di speranze e vuota dentro.

“Hermione” sussurrò piano poggiando nuovamente la mano sulla sua spalla.

“N-non t-toccarmi…” disse ritraendosi spaventata e orripilata.

La odiava per quello che l’aveva costretto a fare, se solo non fosse così combattiva.

Ma non si sarebbe innamorato di lei, non avrebbe visto in lei quella ragazza matura e decisa che sarebbe stata in grado di sopravvivere anche nel loro mondo.

Non si sarebbe mai dovuto innamorare di lei, perché ora sapeva che se ne si era innamorato.

“Non ti lascerò mai andare. Pensavo che l’avessi imparato.” Disse lentamente in risposta. I suoi occhi non si muovevano da lei, mentre la ragazza gli voltava nuovamente le spalle.

“P-pensavo che un giorno mi avresti potuto considerare u-un essere umano.” Replicò Hermione cercando di mantenere la sua voce più ferma possibile.

Lucius salì sopra di lei, mentre la ragazza si copriva con terrore, gli occhi sgranati. Tentò nuovamente di colpirlo con le mani, ma velocemente il Mangiamorte la bloccò.

Fissò intensamente i suoi occhi che erano così sgranati e spaventati, oltre le iridi marroni e dorate, nient’altro che il vuoto.

Delicatamente asciugò le sue guance bagnate dalle lacrime con le sue lunghe dita. Con accurata lentezza e precisione le liberò da quello strato di dolore.

“Lo faccio già” rispose piano continuando a fissare i suoi occhi.

“Non mentirmi, Lucius.” Replicò la ragazza tristemente.

“Non l’ho mai fatto, e mai lo farò” aggiunse fermamente.

Hermione scosse la testa, in quello che sembrava un gesto di sconfitta “Fai sempre male a chi consideri una persona umana? Li stupri così come fai con me?”

“No” rispose secco “E non ti farò niente che tu non voglia da oggi in poi.” Aggiunse, la sua voce quasi un sussurro.

Lo guardò sorpresa, ma non poteva dargli fiducia, oramai era troppo tardi.

“Perché adesso, perché non ti sei fermato prima? Ne hai avuto l’occasione, io te l’avevo chiesto,” cominciò Hermione lasciando le lacrime cadere copiose e calde “io ti avevo pregato di n- non far-rlo…”

“Smettila” la bloccò Lucius severo “Mi hai forzato nel farlo… Io dovevo farlo…”

“No, non dovevi” rispose Hermione disperata “Te ne saresti potuto andare quando te l’ho chiesto, lasciandomi sola. Non ti ho fatto fare nulla, sei tu che volevi farmi male” aggiunse impaurita, il suo corpo tremava ancora per la paura, per il terrore.

Flash di ciò che era avvenuto qualche minuto prima continuavano a balenarle in mente.

L’uomo sopra di lei mise la sua testa al suo livello, forzandola a guardarlo negli occhi.

“Sono un Mangiamorte” dichiarò freddamente “E’ così che agiamo quando qualcuno non ci ubbidisce.”

“Ma sei anche umano” replicò Hermione con voce tremante.

“Forse, o forse no…” rispose Lucius serio. I suoi occhi metallici erano lontani e freddi.

La ragazza chiuse gli occhi, le faceva male guardarlo in quelle lamine ghiacciate. Le faceva male, troppo male sprofondare nella sua anima.

“Hermione…” cominciò piano Lucius spostando una ciocca di capelli dal suo viso.

“Lasciami” disse fermamente la ragazza “Lasciami stare. Vattene”

Esitò un attimo, avrebbe voluto dire qualcosa, ma non ne fu in grado; così senza aggiungere una parola Lucius si alzò, lasciandola libera.

Raccolse i suoi abiti, rivestendosi prima di avviarsi verso la porta.

Le lanciò un’ultima occhiata prima di chiudersi la porta alle spalle. Era raggomitolata a terra, in posizione fetale.

Niente più lacrime, né singhiozzi.

Solo quegli occhi aperti e sgranati.

Solo quell’innocenza perduta.

Era distrutta, per la prima volta da quando era in quel luogo.

Era diventata una conchiglia vuota e chi l’aveva resa così era stato lui, lui che ogni notte la sognava. Che ogni mattina sperava di trovarla nel suo letto.

Lui, che avrebbe voluto con tutto sé stesso offrirle una vita migliore.

L’avrebbe dovuta aiutare. Ricostruire quello che una volta c’era fra loro.

Perché Hermione Granger non era più un’ ossessione, non era più un veleno da cui era affetto.

Hermione Granger era il suo mondo.

 
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