Passione Dannata, Draco/Hermione, LongFic, conclusa. La mia prima fic.

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HermyKitty ~
view post Posted on 29/8/2008, 10:53




Salve a tutti. Posto anche qui la mia prima LongFic. Niente in comune con le successive One Shot, ma è comunque la mia partenza ^^.

Rating: Giallo

Genere: Generale, Romantico.

Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Draco/Hermione, Harry Potter, Harry/Pansy, Hermione Granger, Pansy Parkinson, Ron Weasley.

Capitoli: 1/30.

Ho rivisto questo primo capitolo, che era impostato veramente male. Ribadisco, come spesso dico nelle recensioni, che per me il primo capitolo è un po’ la presentazione della fiction; chiedo scusa se forse non è granché, il mio stile si è evoluto con il tempo, quindi i successivi risultano probabilmente più belli... questo è anche il motivo della brevità del capitolo. Spero ugualmente che invogli gli eventuali nuovi lettori ad andare avanti.

Ovviamente ricordo a tutti che i personaggi non sono miei ma di J.K.Rowling e che questa fic non è stata scritta per scopi di lucro.


Prologo





Era una fredda mattina d’inverno, ed Hermione Granger si svegliò infreddolita nel letto di Harry, la schiena contro la sua. Nulla di preoccupante, la sera prima si era sentita sola ed era andata a trovare i suoi due migliori amici, e ridendo e scherzando era arrivato il sonno, ed Hermione non se l’era sentita di tornare nel dormitorio femminile.

Scese dal letto cercando di non far rumore ma vedendo il suo migliore amico cambiare posizione mugolando, si abbassò per posargli un bacio sulla guancia.

“Buongiorno Harry” sussurrò infilando le ciabatte, seduta sul bordo del letto.

“E io niente?” farfugliò Ron ancora non del tutto sveglio.

Hermione rise, e si avvicinò al letto del ragazzo.

“Stupido geloso” gli disse all’orecchio, poi gli baciò la guancia.

“Ora va meglio...” biascicò lui.

“Ci vediamo in Sala Grande” disse lei a bassa voce, per non svegliare gli altri ragazzi, e poi velocemente uscì, chiudendo con cura la porta, attenta a non fare rumore. Scese in fretta la scale ed entrò nel dormitorio femminile, dove trovò una Calì Patil con il viso nascosto dal cuscino, che esasperata tentava di non sentire il russare della povera Lavanda, che dormiva della grossa.

Soffocando una risata, Hermione scivolò nel bagno e si guardò allo specchio. “Se Malfoy mi vedesse in questo momento di certo gli passerebbe la voglia di fissarmi come ultimamente sta facendo.” pensò mentre tentava di districare i suoi ricci spettinati. “Ma cosa vado a pensare? Che mi importa di Malfoy? Meglio sbrigarsi a scendere...”

In quegli ultimi tempi, Malfoy aveva preso a guardarla spesso, cosa che a volte portava Hermione ad abbassare lo sguardo per la vergogna. Non che avesse nulla da rimproverarsi, ma quegli occhi grigi sembravano voler sondare attraverso i suoi occhi i suoi pensieri più reconditi; la cosa non la convinceva troppo, in realtà. Spesso aveva pensato che Malfoy stesse covando qualcosa contro di lei, e per questo la osservasse tanto. Eppure, ogni volta che incontrava i suoi occhi, quelle supposizioni svanivano.

Si lavò la faccia con acqua gelida per svegliarsi completamente e, uscita dal bagno, si vestì in fretta, infilò nella cartella l’unico libro che mancava ed uscì con passo felpato dalla Sala Comune.

Adorava arrivare nella Sala grande quando ancora era deserta, e vederla riempirsi delle facce assonnate degli studenti che si preparavano alla giornata di lezione. Con suo grande stupore, c’era già qualcuno, seduto ai tavoli delle quattro case, e da quello di Grifondoro, Hermione vide un assonnato Neville alzare il braccio sinistro in cenno di saluto. Riscuotendosi, la ragazza andò a sedersi proprio di fronte a lui.

“Ben svegliato, Neville.”

“Grazie, Hermione... - fece lui impacciato - Ho visto... ehm... che... insomma, ti sei fermata da noi, stanotte...”

“Già...” rispose lei. Per fortuna arrivò Ginny a rompere quell’imbarazzante situazione.

“Buongiorno a tutti!” squillò la Weasley, nonostante al loro tavolo ci fossero solo Hermione, Neville, e Calì che stava entrando, rassegnata all’idea di non poter più dormire.

“Buongiorno.” disse subito Hermione.

“Non ti ho visto stamattina, sei venuta presto!” disse Ginny con un piccolo sbadiglio.

La ragazza stava per replicare, quando qualcosa - o meglio, qualcuno - le fece gelare il sangue nelle vene. Draco Malfoy aveva appena fatto il suo ingresso nella Sala Grande, avvolto in lungo mantello nero che presentava lo stemma verde e argento di Serpeverde. Questo seguiva gli eleganti movimenti del suo corpo svolazzando per il corridoio formato dalle lunghe tavolate delle varie case. Mentre si dirigeva verso quello di Serpeverde, il ragazzo lanciò un occhiata significativa verso il tavolo di grifondoro, rivolgendo il suo sguardo con un sopracciglio alzato alla riccia so-tutto-io della Casa. Hermione rimase pietrificata. “Beh? - si chiese - è solo Malfoy, perché mi fa quest’effetto?” ma conosceva la risposta. Quegli occhi di ghiaccio non si erano posati su di lei portando solo disprezzo e disgusto, no. Quella volta era stato diverso.

L’arrivo di Harry e Ron riportò la ragazza alla realtà. Li saluto con semplicità, poi abbassò lo sguardo sul piatto e cominciò a mangiare, percependo intorno a lei i pigri saluti che i suoi compagni si stavano scambiando. Eppure ancora non si sentiva tranquilla, sentiva come un prurito alla fronte, una calamita portarla a sollevare il capo. Sentiva ancora quello sguardo su di lei. Alzò gli occhi e vide che, dal tavolo delle serpi, Draco Malfoy la stava fissando.



Edited by ~ HermyKitty* - 11/9/2008, 17:11
 
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HermyKitty ~
view post Posted on 11/9/2008, 16:05




Secondo - anzi, primo vero - capitolo.


Paura?




Terminata la colazione, Hermione si alzò in fretta e si diresse verso l’aula di Antiche Rune, la prima lezione della giornata. Salutò Harry e Ron, che avrebbe rivisto a Pozioni, la loro seconda ora.

La prima ora passò velocemente, Hermione era preparatissima ed interveniva continuamente (come sempre del resto), guadagnando 10 punti per Grifondoro. Mentre si avviava nei sotterranei per raggiungere l’aula di Pozioni, Hermione sentì una morsa allo stomaco, Piton doveva consegnare i compiti in classe.

Entrò e si sedette accanto ad Harry cercando di respirare profondamente e scacciare l’ansia.

“Che c’è, Herm? Tutto a posto?”

“Niente Harry, tranquillo, è tutto ok, ho solo un po’ di paura per i compiti in classe...”

“Uh, è vero! Piton deve consegnarceli oggi... non ti preoccupare, sono sicuro che sarà andato benissimo, sei o non sei il mio genietto preferito?”

La ragazza sorrise, pensando a quanto Harry riuscisse a farla sentire meglio in ogni occasione, ma Piton interruppe quel momento di serenità pronunciando un “Buongiorno” secco con la sua voce fredda. Tutti gli studenti si ricomposero, anche se Hermione vide con la coda dell’occhio che Malfoy non accennava a staccarle gli occhi di dosso un secondo. Si sentiva in parte infastidita, in parte lusingata, anche se si vergognava di se stessa ad ammetterlo. Ed ancora quel senso di inquietudine non l'abbandonava.

“Ecco i vostri compiti in classe” disse Piton, rompendo il filo di pensieri che stava seguendo Hermione. Con un cenno della bacchetta, il professore fece arrivare sui banchi il compito di ogni allievo, e tutti respirarono a fondo prima di controllare il voto.

Hermione guardò il suo.

Una O.

Cosa aveva sbagliato, per prendere una O? controllò il compito, trovando solo inutili correzioni, e poi passò gli occhi su quello di Harry. A?! Come poteva aver preso solo Accettabile? L’ansia della ragazza si tramutò in rabbia, mentre vedeva lo stupore crescere negli occhi del suo migliore amico e sentiva Piton cominciare i commenti sui vari studenti.

“... Granger: approfondimenti inutili e fronzoli superflui tipicamente femminili. - alzando il sopracciglio e rivolgendosi a lei aggiunse - Quando imparerai?” Una lacrima solleticava gli occhi di Hermione, mentre Piton continuava con il suo elenco.

“... Malfoy: bel lavoro, un Eccezionale più che meritato.” Sul volto del ragazzo si disegnò un ghigno soddisfatto. Cosa? Malfoy, Eccezionale? I Grifondoro si scambiarono occhiate eloquenti mentre Harry stringeva i pugni sul banco.

“... Potter: Una A, oserei dire regalata - Harry strinse ancora i pugni, tanto che le nocche gli divennero bianche - ... Weasley: Accettabile” Ron rimase indifferente.

“... Zabini, Oltre ogni previsione, e abbiamo finito, per la prossima volta studiate tutto il capitolo 7 del libro. Buona giornata.” Piton uscì dall’aula, lasciando le espressioni sgomente degli studenti alle sue spalle.

Non appena fu uscito, Harry tirò un pugno sul banco, mentre Ron si avvicinava a loro, dicendo a Hermione che era sicuro avesse fatto un ottimo compito, e che Piton era proprio uno stupido. Notando l’espressione di Harry la ragazza disse loro di non preoccuparsi, che si sarebbero visti dopo.

Uscita dall’aula, la raggiunse l'essere più borioso ed insopportabile di Serpeverde. Esattamente quello che meno avrebbe voluto vedere Hermione in quel momento.

“Problemi con Pozioni, Granger?” chiese.

Hermione decise di non far caso alla mancanza di epiteti molto poco gentili che di solito ornava le frasi del principe delle serpi e rispose con un secco:

“Volatilizzati, Malfoy.” Poi corse via.


* * *




La giornata passò lenta, ogni ora più pesante della precedente; Hermione vagava ansiosa nei corridoi, nascondendosi o cambiando strada ogni volta che vedeva una chioma bionda avvicinarsi.

L’ultima ora della giornata era per lei un’ora buca, e lo era anche per un sacco di altri studenti, a giudicare dalla folla nei vari piani. Volendo studiare, la ragazza aveva preso i libri ed era scesa in Biblioteca, ma aveva notato che era piena ed era impossibile leggere con quel frastuono, così era uscita in giardino.

Era vicina al lago quando si sentì afferrare per un braccio e girandosi si stupì vedendo Draco Malfoy che la guardava dritta negli occhi.

“Che fai, Granger? E’ tutto il giorno che mi eviti!” Hermione rimase spiazzata.

“Perché dovrei?” replicò con voce malferma.

“Non saprei...” fece lui avvicinandosi, “Forse...” ancora più vicino, “Hai...” era a pochi centimetri da lei, “... Paura.” Concluse, un ghigno beffardo dipinto sul volto.

La ragazza era immobilizzata: indietreggiò, ma la sua schiena incontrò il tronco di un albero; intanto il respiro si era fatto affannoso, e cercava mentalmente di ripetersi che era solo lo spavento.

“Io... non ho paura. Vattene, devo studiare.” disse asciutta riprendendosi leggermente.

“Strano” replicò lui “avevo avuto l’impressione che scappassi, da stamattina alla terza ora...” alzò il sopracciglio sinistro, assumendo un espressione che Hermione trovò maledettamente sexy, prima di ricomporsi e chiedersi dove avesse la testa.

“...ma devo essermi sbagliato.” concluse lui, allontanandosi.

“Ti auguro una buona serata, Granger.” disse, poi si girò con eleganza e se ne andò.

Hermione rimase a guardarlo ferma dove lui l’aveva lasciata.

“Ma cosa mi sta succedendo...” pensò.
 
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