[Nc17] Illumination (di Sionnain), Voldemort/Hermione, Angst/Dark, Nc17

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Dispersion
view post Posted on 3/9/2008, 22:03




Autrice: Sionnain
Sito: Link
Link alla Fic Originale: Link
Generi: Angst, Dark, Erotico, Horror
Rating: Rosso
Pairing: Voldemort/Hermione
Avvertimenti: AU, OOC

Nota della Traduttrice: il tema portante di questa fanfic è la caduta lenta, costante e inesorabile nel baratro della follia. Non è un argomento adatto a tutti. Ragion per cui, siete avvisati




ILLUMINATION

“What seest thou else, in the dark backward and abysm of time?”
Shakespeare, The Tempest



Hermione si sveglia lentamente, il suo corpo è dolorante a causa della maledizione che le è stata scagliata contro.
Rammenta di essersi contorta dal dolore sul pavimento, mentre Malfoy la osservava con un ghigno malvagio e i suoi freddi occhi grigi.
E' un ricordo preferibile a quello della conclusione della Battaglia Finale -contro ogni speranza, ogni strategia e la sicurezza di vincere- Voldemort e i suoi Mangiamorte avevano ucciso tutti i membri dell'Ordine, inclusi Harry e Ron, uscendo vittoriosi dallo scontro.
Hermione aveva guardato negli occhi senza nome di un Mangiamorte mascherato, pienamente sicura di essere in procinto di unirsi, nella morte, ai suoi amci.
Invece, il Mangiamorte si era tolto la maschera e aveva ghignato. “Oh no, Mezzosangue. Noi due abbiamo ancora qualche conto in sospeso...”

Draco Malfoy aveva tratto grande piacere nell'esercitarsi col Cruciatus, rideva, mentre lei urlava ai suoi piedi. La sua bacchetta era stata spezzata e, sicuramente, il suo corpo e il suo spirito non erano lontani dall'esserlo.
La Morte sarebbe stata una liberazione da quello che Malfoy aveva in serbo per lei.
La cosa peggiore era stata vedere Ginny al suo fianco -Ginny, che aveva abbandonato amici e famiglia per lo stesso uomo che, adesso, stava torturando la ragazza di suo fratello davanti ai suoi occhi.
Ginny aveva distolto gli occhi dalla scena ed Hermione, alla fine, era svenuta dal dolore.
Penso che sia stato il peggior tradimento di tutti.
Nessuno avrebbe mai capito come la ragazza avesse potuto preferire Malfoy a tutti loro...

La stanza in cui si trova adesso è fredda e costruita interamente in pietra. Non ci sono finestre e le sembra di essere in una tomba.
Forse Malfoy mi ha sepolta viva.
Tale pensiero, tuttavia, se ne va alla svelta, giusto il tempo di vedere la figura di un uomo su una sedia di pietra. Ha il volto nascosto dalle ampie falde del cappuccio del suo mantello nero.
Hermione pensa che possa trattarsi di Malfoy, finchè non diviene consapevole di un paio di sinistri e scintillanti occhi rossi.

Il Signore Oscuro, in persona, la sta fissando.
Hermione chiude gli occhi all'istante, sperando che non abbia notato che è sveglia. E' una speranza futile -indubbiamente, è lì per ucciderla- ma il suo naturale istinto di sopravvivenza ha avuto la meglio.
Una voce sibilante si diffonde nella stanza. “Ah, Signorina Granger, si è svegliata nel momento del mio trionfo.”

La ragazza si appoggia alla parete, circondandosi le ginocchia con le braccia.
Trema al suono della sua voce ed è incapace di parlare. Sente la gola incredibilemente secca -come se qualcuno avesse tentato di strangolarla. E, forse, così è stato, anche se non ricorda molto delle torture di Malfoy.
Si abbraccia, nell'attesa del lampo verde, araldo della sua morte. A questo punto, sarebbe un sollievo.

Il mio posto è con Harry e Ron e Luna e i Weasley. Hermione tiene fermamente lo sguardo sull'Oscuro Signore, determinata a non dargli la soddisfazione di vederla distogliere lo sguardo, quando finalmente la ucciderà.
Le punta contro la bacchetta e lei fa un profondo respiro, in attesa.
Così, questa è la fine. Vorrei solo potervi vendicare tutti.

Invece di “Avada Kedavra,” lui dice soltanto “Gratta e Netta.”
Così, si ritrova pulita dalla sporcizia e dal sangue che le si erano incrostati addosso. La ragazza si guarda, incredula.
Quando Hermione alza nuovamente gli occhi, la confusione è scritta a chiare lettere sul suo volto. “Ma--”

“Malfoy mi ha chiesto di darti a lui, Signorina Granger.” La sua voce è fredda e senza pietà, come lei ha sempre immaginato che fosse. “Apparentemente, sente il desiderio di ripagare alcuni vecchi debiti accumulati dai vostri giorni di scuola.”

La ragazza fa una smorfia. L'odio che Malfoy nutre per lei non è diminuito neppure con la fine della scuola.
Egli ha corrotto la sua migliore amica e non c'è dubbio che voglia farle pagare, col sangue e la paura, il crimine di essere nata babbana e il fatto di aver combattuto per la parte avversa nella Guerra.
Lei cerca di mantenere la faccia impassibile. Voldemort le punta nuovamente contro la bacchetta e sibila “Imperio,” cogliendola impreparata.
E' indebolita dalle torture e dalla stanchezza della battaglia finale, oltre che dalle settimane di insonnia che hanno presagito la fine e la volontà dell'Oscuro Signore è forte.
E' ben più abile di quanto non fosse stato l'impostore Moody al quarto anno.
“Si alzi, Signorina Granger e si avvicini.”

E' incapace di resistere e si dirige verso di Lui, anche se la sua mente le urla di fermarsi.
Voldemort si alza, mentre lei si avvicina. E' alto e lei riesce a vedere solo quei serpentini occhi rossi che la scrutano -il volto è, in qualche modo, oscurato dall'ombra del cappuccio.
Quegli occhi non mostrano alcuna emozione, anche se Hermione percepisce una sensazione di trionfo che si diffonde da lui ad ondate e che le annebbia i sensi.
Lui tende una mano e le fa scorrere un dito lungo e gelido lungo la guancia. Lacrime sgorgano dai suoi occhi, ma rimane ferma sotto il suo tocco.
L'incantesimo non le permette di muoversi.

Con un cenno della bacchetta, l'Oscuro Signore rilascia la stretta su di lei.
La ragazza fa immediatamente un passo indietro e Lui ride nelle tenebre -quel suono freddo e penetrante la terrorizza più di qualunque cosa abbia fatto sinora.
Il suo corpo trema, mentre rimane ferma davanti a Lui.
“Non vuole essere consegnata al giovane Draco, vero?” sibila crudelmente. “Ha preso molto dal padre e non credo che lei condivida l'apprezzamento di Narcissa Malfoy per simili talenti.”

Hermione pensa che, forse, Lui stia sorridendo, ma riesce a vedere solo i suoi occhi.
Non sono una tua proprietà, da donare.

“Al contrario, Signorina Granger.” lei dimentica per un istante la sua abilità con la Legilimanzia.
“Il fallimento di Potter nell'uccidermi significa che lei è mia e che posso fare di lei ciò che voglio. Così va il mondo, Signorina Granger, così va il mondo.”
La sua risata la raggela di nuovo e non è sicura di tremare così violentemente dal freddo o dal terrore.

“Allora, se è così, consegnami a Malfoy,” dice con voce morta, “ormai non fa alcuna differenza.”
Forse, nella sua furia, Malfoy finirà con l'ucciderla, oppure potrebbe supplicare Ginny di toglierle la vita. La sua vecchia amica le deve almeno questo.

Una mano fredda si appoggia sulla sua spalla e, con un comando sussurrato, Hermione perde conoscenza.

***

Quando si risveglia, è legata a un letto.
La stanza è più grande -ancora gelida e senza finestre, ma c'è un caminetto; anche se sembra servire più per l'illuminazione che per il calore- o, forse, lei è così fredda che nessun fuoco può più riscaldarla.
C'è qualcuno che legge, seduto, un bicchiere di vino sul tavolo accanto a lui.
Si aspetta di vedere i capelli biondissimi di Draco Malfoy, ma la figura è incappucciata e non riesce a vederne il profilo, rivolto verso di lei.
Tuttavia, può vedere il titolo del libro: Liber Mortis.

Malfoy sta leggendo il Libro della Morte?
La ragazza mette alla prova i legami che le bloccano le mani, ma scopre che devono essere frutto di qualche incantesimo -non ci sono corde a vincolarla fisicamente.
Anche se non vede niente a trattenerla, ogni movimento è inutile e lottare contro i legami invisibili non ha senso.

“Il giovane Malfoy non sta impiegando il suo tempo a leggere, dopo il nostro successo. Credo che lui e la Signorina Weasley -la Signora Malfoy adesso, direi- abbiano altro da fare...”
Voldemort.

Hermione si trova in quella che sembra essere la sua stanza e si guarda selvaggiamente intorno, come se si aspettasse di vedere un'ampia varietà di strumenti di tortura.
Invece, ci sono soltanto scaffali per libri e rimane a bocca aperta scorrendone i titoli -tutte opere di Magia Oscura che non avrebbero trovato mai posto nella Sezione Proibita di Hogwarts. In effetti, il Ministero avrebbe dovuto provvedere affinchè tali libri non fossero custoditi in nessuna biblioteca.

“Temo che non esista più alcun Ministero, Signorina Granger,” dice Voldemort, la sua attenzione ancora rivolta al suo libro, “non distruggeranno più nè questi, nè altri strumenti di Magia Oscura, solo perchè non sono abbastanza forti da riuscire a controllarla.”

Lei lotta contro i legami invisibili, anche se sa che è inutile.
Sopraggiunge il pensiero della sua bacchetta, spezzata ai suoi piedi e della crudele derisione di Malfoy. “Senza di questa sei inutile come tutti i Babbani... Guarda cosa faccio ai Babbani, in nome dell'Oscuro Signore.”

“Nessuno è abbastanza forte da controllare la Magia Oscura.” ribatte, ispirata dal coraggio dei Grifondoro.

“Io lo sono.” la sua voce è pervasa dall'arroganza.
Volge verso di lei i suoi occhi scarlatti. Hermione riesce ad avvertire il proprio battito cardiaco: è legata al suo letto, completamente alla sua mercè e sa che Lui non ha pietà.

“Lo sa, Signorina Granger, perchè non si è svegliata nei sotterranei di Malfoy Manor, come mi è stato chiesto dal giovane Draco, fedele servitore qual è?”

La strega cerca di scuotere la testa, che naturalmente rimane immobile sul materasso.
“No.” risponde amareggiata.
Detesta l'attesa che Lui le sta facendo subire. Uccidimi, torturami, solo, facciamola finita.

Voldemort ride nuovamente, Hermione non è sicura che rida del tono della sua voce o dei suoi pensieri.
“Ho conosciuto solo un'altra persona che sarebbe stata in grado di identificarlo,” dice, alzando il libro e inclinando lievemente la testa verso di lei.
“Tale uomo non è interessato ad avere una puttana Mezzosangue da tormentare. Sua moglie apprezza le sue più -insolite- inclinazioni. E' un peccato che non abbia trasmesso le proprie conoscenze di Magia Oscura al figlio, altrimenti sarei stato lieto di onorare la richiesta del giovane Draco. Non sono arrivato sin qui distruggendo ciò che poteva avere un valore, per me. E, mandarla da Draco... Non si faccia illusioni, la distruggerebbe.” il tono compiaciuto della sua voce la costringe a chiudere gli occhi.

Hermione lo fissa, incapace di credere a ciò che ha sentito. “Mi sono salvata da Draco perchè ho riconosciuto il libro?”

“Non solo lo ha riconosciuto, ma penso che sarebbe più che interessata a leggerlo, no? Conoscenza... E le Arti Oscure non sono, forse, il frutto più proibito? Non le piacerebbe leggerlo approfonditamente, Signorina Granger?” alza il libro, come per offrirglielo e lei distoglie lo sguardo.

Improvvisamente, il libro vola nella sua direzione, Lui lo sta facendo levitare sopra di lei.
Scopre che le sue mani sono libere e afferra il volume mentre cade, più per impedire che le precipiti in testa, che per il reale desiderio di leggerlo.
Una strana eccitazione si impossessa di lei, mentre lo stringe.
Il Liber Mortis era talmente proibito che, soltanto possedendolo, si poteva essere condannati all'ergastolo ad Azkaban.
Ed era lì, nelle sue mani...

“Lo leggerà.”

Urla, perchè le è improvvisamente accanto e lei non si è minimamente accorta di tale movimento. Incontra i suoi occhi, chiedendosi perchè riesce a vedere soltanto quelle pupille rosse e nessun altro dei lineamenti del volto.
Forse perchè non gliene è rimasto alcuno.

“Le insegnerò la Magia Oscura, Signorina Granger. Se non sarà all'altezza, concluderò che non è meritevole della mia pietà e la consegnerò a Malfoy.”

“Pietà?” non riesce a nascondere il tono incredulo della sua voce. “E' forse pietà, questa? Tenermi qui, contro la mia volontà, obbligandomi a impar--”

“Non penso proprio che qualcuno l'abbia mai obbligata ad imparare qualcosa, Signorina Granger.” dice e la ragazza si accorge di non poter distogliere lo sguardo.
“I suoi amici sono morti e non ho dubbi che non desideri altro che seguirli. Non creda di venire risparmiata a causa del rimorso, non ne ho alcuno. Mi ricordo bene che lei, Signorina Granger, era il cervello dietro l'Ordine. Io so quali dei miei piani sono stati vanificati dalla sua conoscenza insopportabile. Preferirebbe morire che essere corrotta, no?”
Le accarezza nuovamente i capelli e lei vorrebbe sfuggirgli, ma non può.

“La obbligherò ad imparare questa magia e, se è così forte come mostra il suo orgoglio di Grifondoro e così intelligente come pensa di essere, allora ne sarà corrotta e io avrò guadagnato una potente strega per la mia Corte Oscura. Invece, se è lei ad aver ragione e questa magia la distrugge... Ah, che vendetta raffinata sarà, distruggerla con ciò che la rende così orgogliosa, la conoscenza.
Se non fosse così brillante come crede o come io credo, finirà tra le mani di Malfoy. In ogni caso, avrò la mia vendetta, ne sia certa. Non lo faccio per pietà.”
La parola è un sibilo.

Hermione non riesce vedere il suo viso, ma immagina che stia sorridendo.

***

Cerca di non leggere il libro, ma non riesce ad impedirselo.

Se rimane sveglia e cosciente, non può fare a meno di pensare ai suoi amici, a quello che è successo, alla vita perduta e al futuro scintillante tramutato in polvere sotto i passi di un mostro, trionfante contro ogni previsione.
Chi si aspettava davvero la vittoria del folle tiranno?
Così, il libro diviene un rifugio e, per un poco, Hermione può dimenticare. Finge di essere a scuola e di perdersi nella ricerca della conoscenza, come ha sempre fatto...
Voldemort viene ogni giorno ad interrogarla. Non le è permesso muoversi quando si trova nella stanza, ma, quando è fuori -per la maggior parte del tempo- è libera.
Lui ha un impero da governare, come non smette mai di rinfacciarle.
Se, invece, è nella stanza e non la sta interrogando, legge davanti al caminetto.

Talvolta, Hermione pensa di ribellarsi, ma si ricorda di Malfoy.
Immagina come trascorrerebbe le giornate se ignorasse i libri -sola e senza nient'altro da fare che pensare- e riprende subito a studiare.
Legge, impara e risponde abilmente alle domande dell'Oscuro Signore.

Voldemort è un insegnante esigente. Si gloria delle sue risposte mancate.
Proprio come Piton, ricorda, infuriata al pensiero del professore di pozioni, che aveva trovato la vecchia lealtà troppo difficile da ripudiare e aveva tradito l'Ordine.
Lui non si accontenta della crudele derisione o di uno zero, quando sbaglia a rispondere.
Talvolta, Hermione non riceve cibo per giorni e contempla l'idea di mangiare il libro che le è stato assegnato.
Talvolta, l'Oscuro Signore usa il Cruciatus, con il quale è molto più abile di Malfoy.

Hermione non l'ha mai visto. Lui indossa sempre il mantello e il cappuccio; tutto quello che è riuscita a intravedere sono quegli occhi rossi. La ragazza cerca di non pensare a questo, quando Voldemort è con lei -non vuole farlo infuriare, ma non vuole nemmeno che le mostri quello che c'è sotto il cappuccio.
La sua voce è affascinante, fredda e sibilante, come un serpente che striscia sul vetro.
Quando entra nella stanza porta con sè un alone gelido e il caminetto non riesce a respingere il freddo.
Hermione trema.

Quando la interroga su una pozione avanzata trovata in Most Potent Potions, la punisce per la risposta.
Durante il Cruciatus, Hermione riesce a gridargli di aver risposto esattamente.
Lui interrompe la Maledizione e la minaccia di punirla ancor di più, se non la smette di blaterare stupidaggini.
La ragazza non cessa di ribattere e, anzichè colpirla, Voldemort prende una sedia e argomenta contro di lei.
La discussione infuria per un'ora. Per poco, Hermione dimentica di aver paura e si perde nella passione per il dibattito.
E' la loro prima disputa, ma non l'ultima.

Discutono di maledizioni, incantesimi, trasfigurazione. Voldemort ride della sua conoscenza, definendola immatura e le scaglia contro dei libri.
Con voce canzonatoria le dice di leggerli, prima di cercare di confrontarsi nuovamente con Lui.
Hermione nota che la sua voce ha perso quel gelo pungente e, adesso, sembra quella di un uomo normale.
Quando la lascia con un volume sugli incantesimi oscuri avanzati, lei si chiede perchè la sua voce sembri così diversa.
Mentre gioca con i capelli e divora il testo, la risposta arriva in un istante: è la prima volta in cui ha sentito, nel suo tono, qualcosa di diverso dalla compiaciuta arroganza.

Hermione non si accorge di non essere legata al letto quando Lui entra nella stanza per la loro discussione.
Le porge un bicchiere di vino e la strega lo accetta senza pensare, sorseggiandolo mentre risponde alle sue domande. Se avesse voluto ucciderla, lo avrebbe già fatto.
Quella notte, dibattono sino a tardi -di tutte le cose- Hogwarts, A History. Voldemort ne ha una copia nella sua biblioteca personale.

“Non dirmi che uno dei tuoi Mangiamorte si sta facendo una lettura leggera.” gli chiede, inarcando un sopracciglio.

Lui ride e il suono è duro e divertito. “Sono abbastanza fortunato se qualcuno di loro è capace di leggere. Lucius e Severus fanno parte di una specie rara.”

E' un mostro, ma lei è rapita da ciò che le fa studiare. Durante il giorno e durante le loro conversazioni, Hermione riesce a dimenticare il mondo che si è lasciata alle spalle e gli amici che sono morti.

E' solo di notte che sente di averli traditi.
Sogna Harry e Ron e Luna -persino Ginny, che è perduta come se fosse morta- e sogna i giorni di Hogwarts, quando erano convinti del loro possibile trionfo.
Pensa a Silente, ai suoi occhi freddi, quando un tempo scintillavano -anche se è caduto ben prima della Battaglia Finale.
Piange fino ad addormentarsi, sentendosi una traditrice.

Talvolta, nell'oscurità, pensa di sentirlo ridere, mentre lei sta piangendo. In quei momenti lo odia come non ha mai fatto prima.
Di giorno legge per dimenticare, ma di notte una simile fuga non le è concessa.
Di notte piange per i suoi amici e si preoccupa di quello che sarà di lei, quando i libri nella biblioteca saranno finiti.

E' a questo pensiero che Lui dà una risposta, il suo salvatore oscuro, che le parla dalle tenebre.
“Ho ancora molti altri libri, Hermione e, se ti dimostrerai meritevole, avrai la possibilità di fare esperimenti su ciò che hai imparato.”

Quando il Signore Oscuro sta via per lungo tempo -spesso è così, tra la creazione della sua Corte Oscura e gli infiniti incontri con i suoi consiglieri principali- Hermione pensa, forse, di poter trovare un modo per ucciderlo nei tomi che legge.
Voldemort la deride, perchè è a conoscenza di questi pensieri.

“Ad ogni modo, Hermione,” risponde, “per favore, prova a cercare un modo per uccidermi. Quando imparerai, lo stesso farò io. Così potrò prendere misure appropriate affinchè ciò non accada.” La sua risata è gelida e crudele nel silenzio della stanza.

Lui ha smesso di chiamarla “Signorina Granger,” ma lei non lo chiama in nessun modo.

***

Una notte, quando arriva infuriato nella stanza, la paura che Hermione ha di Lui ritorna dieci volte più forte.
Voldemort non è mai in preda ai suoi sentimenti e lei lotta per mantenere la mente lucida.
E' passata un'era da quando ha dato una risposta sbagliata -non vuole essere punita. Non dice niente, ma il Signore Oscuro le scaglia contro la sua Maledizione, nonostante tutto.

“Dicono che sei la mia padrona, Hermione, lo sai?” parla in tono colloquiale, mentre lei urla sotto il Cruciatus.
Le sue mani artigliano il pavimento e le sue unghie si colmano di sangue, ma non sente quando si strappano dalla pelle.

Hermione non ha idea di quello che ha fatto, o di quello che lo ha contrariato, o di cosa dire per fermarlo.
Questo non è qualcosa per cui una giusta risposta può garantire la salvezza. Così, rimane in silenzio, finchè non ha sfogato la sua collera.
Lui le tira un libro e ringhia. “Risolvi questo enigma, Hermione, o ti spedirò da Malfoy.”

Prende il libro, tremante e indebolita dalla Maledizione. Il testo è scritto in codice, le parole, in Latino, sono caotiche e prive di senso. Risolverlo sembra impossibile.
La ragazza urla frustrata e Lui se ne va sbattendo la porta.

Hermione lotta, mangiando poco e dormendo a malapena.
Tenta, con tutte le forze, di decifrare l'enigma. E' una combinazione di magia e logica e la strega riempie rotoli di pergamena e consuma piuma su piuma, nel tentativo di risolverlo. Quando Voldemort ritorna e legge accanto al fuoco, lei lo ignora, passeggiando avanti e indietro e borbottando tra sè.
La questione non è più Malfoy, la questione è risolvere l'enigma.

La volta successiva in cui Lui scompare, è il periodo più lungo di tutti, due settimane intere.
Hermione decifra il codice tre giorni dopo la sua partenza e detesta la punta traditrice di stizza, per il fatto che se ne sia andato.

Al suo ritorno, gli urla tutta la sua frustrazione, nel dargli la risposta.

“La so,” grida, saltando in piedi e guardandolo dritto nei suoi occhi rossi.
In qualche modo, la loro vista ha cessato di renderla nervosa settimane fa.
“Conosco la risposta!”

La guarda con quegli occhi strani, immobili e ride. “Siamo desiderosi di evitare Malfoy, eh?”

Hermione sembra confusa e sbotta. “Ma non è per Malfoy, Mio Signore. E' per l'enigma.”

Allora la sente. Un'ondata di piacere riempie la stanza, accarezzandola completamente ed è la più grande felicità che abbia percepito da quando si è svegliata lì.
Ha bisogno di un momento per comprendere cosa sia e, quando lo fa, si porta la mano alla bocca, orripilata.
La gioia e il piacere vengono da Lui e gli deve ancora presentare la risposta all'enigma.

L'ha chiamato Mio Signore.

Hermione indietreggia finchè le sue ginocchia non toccano il letto e cade seduta, fissandolo.
Non dice niente e l'aria è tesa fra di loro.
“Finalmente sai qual è il tuo posto, Hermione,” sibila e batte lentamente le mani, “ora, dimmi la risposta.”

Lei dà la risposta, ma non ha più alcuna importanza. Quello che ha fatto è infinitamente peggio.

***

Nei suoi sogni febbricitanti qualcosa si muove sopra di lei, accarezza la sua pelle e la fa impazzire.
Hermione si sveglia con un gemito sulle labbra e trema dall'orrore. Non sa chi ci sia nei suoi sogni, ma, al risveglio, è terrorizzata e senza pace.
Un oscuro desiderio brucia dentro di lei.

Si rigira nel letto, trovandosi a desiderare qualcosa a cui non sa dare un nome.

Ormai, quando si rivolge a Lord Voldemort, lo chiama “Mio Signore.” Non c'è più alcuna vergogna nella sua voce.

Ha smesso di sognare i suoi amici.

La strega non è più confinata nella stanza. Ha pieno accesso al laboratorio delle pozioni, dove lavora in coppia col suo ex-professore.
Non parlano mai dei vecchi tempi, Hermione ha finalmente capito che il passato è morto. Indossa un mantello nero e si attorciglia i capelli, per tenerli lontani dagli occhi mentre lavora.
Di notte, si ritira negli appartamenti dell'Oscuro Signore e dorme nel Suo letto.
Di solito, Lui non c'è quando va a dormire e nemmeno quando si sveglia.
Talvolta, quando viene destata dai sogni e il suo corpo è vuoto e dolorante, vede il Suo profilo nell'oscurità e percepisce l'alone gelido che connota la sua presenza.

Non vede nessun altro dei Mangiamorte, ad eccezione di Severus Piton. E' un'esistenza solitaria, ma la mente della ragazza è consumata dalla sua nuova conoscenza.
Ad un certo punto, Hermione pensa di essere stata sopraffatta dalle Arti Oscure che Voldemort l'ha obbligata ad imparare. Cinicamente, si risponde che lei è viva, mentre tanti altri non lo sono.
Molti Mezzosangue -Sanguemisti, ricorda a se stessa- non sono stati così fortunati.
D'altronde, non è pazza e non sta facendo del male a nessuno.
No, lei sta conquistando questa materia e sarà con essa che trionferà su di Lui.

La sera, lei e Voldemort hanno incominciato a giocare a scacchi.
Hermione non sa ancora dove si trova, ma i suoi ultimi pensieri di fuga sono scomparsi settimane fa.

“Sono particolarmente entusiasta di questa nuova pozione su cui io e Severus stiamo lavorando,” gli dice, mentre osserva l'alfiere dell'Oscuro Signore mangiare il suo pedone.
La strega fa una smorfia, quando Lui muove in scacco matto.
“Non penso che riuscirò mai a sconfiggervi, Mio Signore.”
Le parole escono facilmente dalla sue labbra.
Hermione non se ne accorge, ma sta guardando direttamente nei suoi occhi rossi e l'aria è stranamente pesante, fra di loro.

Quella notte i sogni sono più intensi -un mondo strano e indistinto, dove mani gelide le accarezzano il corpo, il viso, i seni, affondano tra le sue cosce, fanno scorrere corte unghie sulla pelle della sua schiena- ma si sveglia prima di raggiungere l'orgasmo.
Hermione lo trova frustrante.
Se devo essere tormentata da questi sogni, perchè non posso trarne piacere come ricompensa?

Si accorge che Voldemort è nella stanza con lei, ma che sta volgendo lo sguardo verso la luce morente del fuoco.
Hermione apre la bocca, come per parlargli, ma non riesce ad emettere un suono.
Chiude gli occhi e si addormenta, di nuovo.

Quando finisce l'ultimo dei libri nella biblioteca, Lui la sottopone ad un “esame generale.”
La minaccia col Cruciatus, ma non ha alcuna necessità di scagliarlo -Hermione risponde corretamente a tutte le domande.
Quando termina, c'è silenzio far di loro.

“Quello era l'ultimo libro della vostra biblioteca, Mio Signore.”

Lui annuisce lentamente, i suoi occhi rossi fiammeggiano. “Sì,” le dice, “lo era.”

Voldemort estrae una bacchetta e gliela porge. “Questa è tua. L'ho fatta riparare a Londra. Ti verrà chiesto di fare cose per le quali ti sarà necessaria una bacchetta funzionante.”

Hermione anniusce e la infila nel mantello. “E per i libri, Mio Signore?” la voce leggermente ansiosa.
C'è ancora così tanto da imparare...

“Stila un elenco” le risponde, “e farò in modo che tu li abbia. Qualunque libro desidererai, sarà tuo.”
Se ne va, ma la porta rimane aperta. Non la chiude più alle sue spalle.

***

Hermione si scontra con Lucius Malfoy, nel corridoio.

La ragazza non scende a mangiare con i consiglieri anziani, rimanendo fuori della vista della Corte per la maggior parte del tempo. E' ancora una Mezzosangue -anche se è uno dei suoi principali consiglieri- e l'Oscuro Signore non richiede la sua presenza agli incontri del Concilio.
Passa il tempo in biblioteca, o nel laboratorio delle pozioni, o ad esercitarsi con la sua nuova abilità nelle Arti Oscure.
Questa conoscenza è spaventosa, ma la consuma.
Di notte, giace nel letto, sognando gelide mani e piaceri proibiti. Non parla mai con Lui di questi sogni, anzi, fa di tutto per dimenticarli, quando è vicino.
Questo è l'orrore finale che non riesce -ancora- ad affrontare, ma qualcosa le dice che è solo questione di tempo.
Al pensiero, prova una sensazione traditrice, che la affascina e la fa vergognare.

Lucius Malfoy assimiglia molto a come lo ricorda, i capelli biondissimi legati in una coda ordinata, gli imperscrutabili occhi grigi e l'abbigliamento impeccabile.
Si guardano per un istante, entrambi immobili.
Hermione si chiede se sarà così che morirà, se verrà uccisa dal più fidato servitore dell'Oscuro Signore in un corridoio, mentre correva in biblioteca a leggere della magia del sangue.
La ragazza ha un braccio pieno di tagli, fatti per prelevare il sangue necessario al suo nuovo esperimento.
Si sente girare la testa, a causa del dissanguamento. Ha rifiutato l'offerta di Voldemort di trovare quello di qualcun altro -Hermione si attiene ancora ad alcuni principi morali, anche se l' idea ha cominciato a perseguitarla col suo richiamo.
Se tu avessi avuto il sangue di qualcun altro, non ti sarebbe capitato di scontrarti con Lucius Malfoy, in mezzo a un corridoio e privata del pieno uso dei tuoi sensi.

Con sua sorpresa, Lucius Malfoy china leggermente la testa, dicendo solo, “Signorina Granger,” prima di tirare dritto.
La ragazza inclina la testa, rispondendo al saluto. “Signor Malfoy.”
E passano oltre. Hermione non sente alcun sentimento di odio, nei confronti di quell'uomo, anche se dovrebbe. In fondo, è stato lui ad uccidere Ron.

Invece, ha la vaga sensazione che siano due colleghi che si incontrano sul luogo di lavoro. Lui si dirige verso la Sala del Concilio, lei verso la biblioteca.
Si incontrano occasionalmente ed è così che si comportano l'uno con l'altra.

Non vede Draco o Ginny, visto che rimangono a Malfoy Manor. Lucius viene al laboratorio dove lei lavora con Piton, chiedendo una pozione per la nuora, in attesa del suo primogenito.
C'è un lampo di orgoglio negli occhi dell'uomo e la sua bocca crudele si addolcisce. Hermione vede una fascia di platino al suo anulare e ricorda le parole di Voldemort sulla moglie di Malfoy.
E' strano pensarlo capace di amore e fedeltà, per non parlare dell'orgoglio per la nuora, che, una volta, ha tentato di uccidere.

Le vengono dati progetti su cui lavorare, oggetti confiscati al precedente Dipartimento dei Misteri. Talvolta, è così presa dal lavoro che si rifiuta di lasciare il suo ufficio.
Le è stata assegnata una stanza dove tiene i suoi libri e la sua copia del Liber Mortis, visto che ha particamente consumato quella dell'Oscuro Signore.
Non vengono più prese precauzioni per i suoi movimenti nella fortezza e le è stato fatto sapere che si trova nel nord della Scozia, in qualche castello stregato.

Dorme ancora nel letto dell'Oscuro Signore.

Hermione Granger è al servizio di Lord Voldemort da più di un anno. Quando se ne accorge, ne rimane stupita. Tuttavia, non perde molto tempo dietro a tale pensiero, poichè ha del lavoro da svolgere.
Il sangue che le è stato dato non rimarrà fresco per molto.
E' questo il problema con il sangue del cuore, il suo potere non permane a lungo, dopo che la vittima è morta.
Detesta dover fare pozioni complicate con una simile fretta.

***

Quella notte, Lord Voldemort la sta aspettando nella stanza che condividono.

“Credo chie sia tempo di stabilire se sono riuscito ad avere la mia vendetta.” dice e lei lo guarda, sorpresa.

“Vendetta?” Hermione si tormenta i capelli, cercando di non pensare all'esperimento a cui sta lavorando, o alla pozione che sta distillando.

“E' quello che ho detto, Signorina Granger.” sibila.
La ragazza sbatte le palpebre e fa un passo indietro, cautamente. Anche se Lui non è più il nemico di una volta, questo non significa che non lo tema ancora. Tutti i servitori del Signore Oscuro hanno paura di Lui, se hanno un minimo di buon senso.
“Vedi, credo di aver tratto il massimo dal nostro esperimento. Sei indubbiamente brillante e hai studiato le Arti Oscure che ti ho insegnato in maniera ammirevole. Ti rivolgi a me come Mio Signore. Tutti i miei Mangiamorte si inchinano di fronte alla tua conoscenza della Arti Oscure. Dimmi, Hermione, sono riuscito a condurti nelle tenebre?”

Lei lo guarda, perplessa. “Non esistono le Arti Oscure,” gli risponde, con voce imperiosa, “esiste soltanto la Magia e coloro che sono troppo deboli per padroneggiarla.”

Lui ride, nell'oscurità. “A quanto pare, ho avuto successo.” le fa un inchino.
“Li hai traditi tutti, lo sai, vero? I tuoi amici, la tua famiglia, coloro con cui hai combattuto contro di me. Dormi nel mio letto e posso contarti tra i miei servitori più leali. Cosa hai da dire su questo?”

Hermione riflette lungamente, prima di rispondergli. “Sono giunta alla conclusione che, i problemi passati, siano stati generati dalla pretesa di considerare le Arti Oscure come una sorta di branca malefica di conoscenza proibita.”

Passeggia nella stanza, picchiettando il palmo della mano con la bacchetta, pensierosa.

“Se non avessero vietato questa conoscenza, non ci sarebbero stati problemi. Incolpo principalmente il Ministero, vedete. Hanno insistito nel continuare a trattare maghi e streghe come idioti, facilmente corruttibili dalle Arti Oscure. Questo è semplicemente ridicolo, perchè io sono ancora Hermione Granger e sono ben lontana dall'essere corrotta. E' mio dovere, verso la memoria dei miei amici, lavorare con questa nuova conoscenza per il bene superiore.”

La strega non si rende nemmeno conto di quello che sta dicendo, perchè Lui ha ragione. Le Arti Oscure l'hanno sedotta, si è perduta completamente in esse e il segreto è che non se ne è nemmeno resa conto.
Lord Voldemort sorride, ma lei non può vederlo.

I sogni, quella notte, sono ancora più intensi -il piacere è unito al dolore- ed Hermione si sveglia gemendo e rigirandosi nel letto. Lo vede in piedi accanto a lei, la sta guardando.
Si fissano l'un l'altra, mentre lei trema sotto i suoi occhi.
“Perchè indossate sempre il cappuccio?”

Hermione pensa di sentirlo trattenere il fiato. “Non avresti alcun desiderio di vedere ciò che sono diventato.”

La risposta è così inaspettata da farla ridere. “Siete voi a farmi questo, vero? I sogni, le mani che mi accarezzano... Sono le vostre.”

Voldemort inclina la testa verso di lei, lentamente. “Sì.” la parola è un sibilo.

Il cuore di Hermione batte all'impazzata. “Perchè, semplicemente, non mi fate vostra?”

L'ha detto, finalmente e si sente sollevata nell'averlo fatto. L'orrore finale è stato affrontato, le ultime vestigia della sua resistenza sono crollate.

“Non distruggo ciò che ritengo di valore, Hermione, te l'ho già detto una volta.” l'intensità dei suoi occhi rossi la eccita e la rende nervosa.

Hermione fa scorrere la lingua sul labbro inferiore, artigliando le lenzuola sotto di lei. Sente il suo corpo surriscaldarsi e desidera -disperatamente- trovare un modo per raffreddarlo.
“Pensate che mi distruggerebbe?” lo sorprende, dicendo, “voi mi avete già distrutta.”

“Non credevo che te ne fossi accorta.” le risponde e si avvicina.

“Me n'ero accorta, solo che non mi importava.” dice, con voce tremula.

Hermione guarda le sue mani scostare il cappuccio. Trattiene il fiato, ma non urla.
Quel volto è crudele e serpentino -come i gloriosi occhi rossi- ma lei non riesce a trovare, dentro di sè, la paura che dovrebbe avere.
E' stata la Magia a fargli questo.
Alza una mano verso di Lui ed è quasi un gesto di supplica. Il desiderio turbina vorticosamente intorno a lei e non riesce più a sopportarne il tormento.
“Vi prego,” sussurra, la sua voce è un lamento.

Quando viene a lei, il suo corpo è gelido ed è bello contro il suo calore. Hermione si stringe a Lui e ne accarezza la pelle liscia con furioso piacere.
Quelle dita fredde e mortali scivolano lungo il suo corpo, la ragazza piega la testa all'indietro e geme, i sogni sono divenuti una sconvolgente realtà.
Il solo pensiero di chi Lui sia, di chi lei stia abbracciando, incrementa la sua paura.
La paura, in cambio, incrementa il desiderio e la strega si avvinghia al suo corpo dal piacere, mentre Voldemort le morde il collo.

Hermione ha studiato le Arti Oscure, si è concessa alle Tenebre in ogni senso, tranne che in questo. Le sembra giusto darsi a Colui che impersona tutto ciò che è oscuro e mortale, a Colui per il quale ha rinnegato ciò che era.
E' doloroso e violento, oscuro e sinistro e lei lo adora.
Lo graffia e le piace l'idea di aver spillato sangue dalla sua pelle, esattamente come Lui ha fatto con lei. La lingua di Voldemort è viziosa, mentre percorre il suo corpo, la ragazza sorride dal piacere, sentendola, tentatrice, sul suo orecchio.
Lo sente indurirsi ed Hermione sta quasi piangendo, dal terrore e dal desiderio.

La voce di Voldemort è ancora fredda e crudele nel suo orecchio, ma lei la trova erotica. Le dice cose che dovrebbero orripilarla e che, invece, non fanno altro che aumentare il suo desiderio.
Le sue dita gelide la accarezzano ed entrano con forza dentro di lei, dandole una sensazione di pura estasi. Raggiunge l'orgasmo ed urla il suo nome, la risata di Voldemort contro la sua pelle è un sibilo.
Si inarca contro di Lui quando la penetra e guarda nei suoi occhi rossi, mentre la reclama come sua. Lo bacia, inghiottendo un grido di esultanza, quando viene dentro di lei.

Hermione dorme tra le sue braccia, il volto dell'Oscuro Signore giace contro il suo collo. Le dita di Lui, lunghe e gelide, sono curvate possessivamente sul corpo della ragazza.

***

Tre settimane più tardi, Hermione riceve il Marchio Nero.

La cosa ha davvero senso. Lei è, come Lui stesso le dice, la sua miglior allieva.
La strega si inginocchia orgogliosamente ai suoi piedi, di fronte all'intera Corte Oscura, accettando il Marchio sulla pelle. Brucia, ovviamente, ma lei è l'amante dell'Oscuro Signore e il dolore è diventato il suo piacere.
Hermione riceve il Marchio e getta la testa all'indietro, incapace di trattenere un gemito, mentre la bacchetta di Voldemort segna la sua pelle. Lo sente ridere e vede Narcissa Malfoy tra la folla, con un ghigno consapevole sul bel viso.
Hermione non è l'unica che è arrivata a comprendere cosa significhi amare un sadico. Lucius Malfoy le fa un cenno con il capo, sorridendo.

Festeggiano quando la cerimonia è finita e la ragazza prende il posto alla destra di Voldemort, nel Concilio Oscuro.

Trascorsi alcuni mesi, Lord Voldemort e la sua Signora sono gli ospiti d'onore a Malfoy Manor, per il battesimo del nuovo membro della famiglia. Hermione vede Draco e sua moglie nel Salone e, dopo essersi inchinati davanti al loro Signore, si voltano verso di lei.
La strega si aspetta di scorgere molte cose negli occhi di Draco, ma non la deferenza che percepisce.

“Mia Signora,” dice e non c'è traccia di rancore nella sua voce, ma solo la riverenza dovuta alla prescelta dell'Oscuro Signore.
Hermione si rilassa leggermente e toglie le unghie dal braccio di Voldemort, allargando la stretta ed emettendo un sospiro di sollievo.

“Draco,” dice, facendogli un cenno con il capo. Le piace il fatto che si sia inchinato a lei. E' un gesto che le è dovuto a causa del suo rango.

Quando vede Ginny, sorride alla vecchia amica, seduta nel salone, con il bambino tra le braccia.
La ragazza appare in salute e, quando guarda il figlio, il suo viso risplende di orgoglio.
Narcissa Malfoy è al fianco della nuora e del marito. Persino Lucius guarda fieramente il futuro Malfoy, che piange e si agita tra le braccia della madre.

Ginny presenta il bambino a Voldemort, che la loda per aver dato un forte figlio all'Impero.
“Hai reso orgoglioso il nome della tua Famiglia,” dice, facendo arrossire la ragazza.
Lucius e Narcissa si scambiano uno sguardo e Draco raddrizza le spalle, con orgoglio.

Quando sono seduti a tavola, Ginny si volta verso Hermione e le appoggia delicatamente una mano sul braccio, dove il Marchio Nero brucia sotto l'elegante abito.
“Riesci a capire adesso, Hermione, vero?” I suoi occhi si posano brevemente su Draco, marito e moglie si scambiano uno sguardo.

Hermione sorride all'amica ed incrocia un paio di brillanti occhi rossi, dove Voldemort è seduto a capotavola.
“Sì, Ginny,” dice, guardando il suo amante, “finalmente ho capito.”

FINIS

Edited by Dispersion - 5/9/2008, 11:45
 
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°piperina°
view post Posted on 5/9/2008, 00:44




Ho spostato la discussione nell'apposita sezione, "One Shot - Nc 17".








Ora commento.
Allora... devo dire che sono rimasta un pò perplessa. Il rapporto tra i due si sviluppa più o meno come in FLM, diciamo che il filo è sempre quello della conoscenza delle Arti Oscure che si "impadroniscono" di Hermione e che fanno di lei la compagna ufficiale del Lord Oscuro.

E' scritta bene, i dialoghi tra loro due, come in FLM, mi affascinano sempre, ma... non so. Hermione cede, cede troppo facilmente. E' accondiscendente in un modo pauroso.
Non mi ha presa come FLM, il loro rapporto non mi ha convinta per nulla.

E' innaturale, non realistico, lei mi sembra "forzata" fuori dal suo carattere, è troppo docile... non lo so.
Sono perplessa davvero.

°_°
 
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Dispersion
view post Posted on 5/9/2008, 10:43




Eccomi qua. Finalmente mi sono ripresa e ho trovato la sezione giusta^^

Cerco di formulare una risposta coerente.
Capisco le tue perplessità, la prima volta che l'ho letta in inglese le condividevo -in parte- anche io.
E' verissimo che Hermione cede facilemente a Voldemort e alle Arti Oscure.
Giustamente, fai il paragone con quello che succede in FLM, ma bisogna notare che la situazione di Herm nelle due fanfic -che pure hanno tematiche simili- è radicalmente diversa.

In FLM Hermione è prigioniera dei Mangiamorte e si trova a doversi confrontare con le Tenebre nel proprio Cuore.
Ma c'è una cosa importante da rammentare: non è sola ed ha accanto persone (un po' insolite, in effetti^^) che le vogliono bene e che le sono leali sino in fondo.
Inoltre, grazie agli intrighi che conosciamo, la ragazza riesce a tornare in contatto con Harry, Remus e il resto dell'Ordine.
Herm contrasta il suo lato oscuro proprio grazie ai sentimenti che nutre verso chi le rimane accanto.
Diciamoci la verità, senza un certo paio di personaggi (sappiamo quali, ma non facciamo spoiler^^) la nostra strega sarebbe divenuta succube senza rimedio delle Arti Oscure.
Non avrebbe resistito.


In "Illumination" la situazione è ben diversa: la Guerra è perduta, senza se e senza ma. Non c'è più speranza.
Hermione è già stata torturata ed è pesantemente indebolita nel corpo e nella mente, quando Lord Voldemort le propina il Liber Mortis.
Il crollo di Hermione non inizia con lo studio delle Arti Oscure -come, invece, accade in FLM.
E' già cominciato con la sconfitta e le torture e prosegue implacabilmente con i libri e le interrogazioni/interrogatori a cui la sottopone l'Oscuro.
E' segregata nella camera da letto di Voldemort, viene legata quando deve rispondere alle domande, è costantemente minacciata col Cruciatus e, spesso e volentieri, viene lasciata senza cibo per giorni.
E' sola. Non ha nessuno tranne Voldemort.
E, dopo averlo chiamato "Mio Signore" -primo grande segnale di cedimento- non riesce più nemmeno a dormire bene, perchè i sogni la perseguitano.

Cede, sì, cede facilmente. Impazzisce.
Ma poniamoci la domanda: poteva forse fare altro?
Hermione viene rieducata, riprogrammata, se dovessimo usare termini babbani.

Io l'ho trovata una fic molto affascinante, pur con le perplessità che può suscitare. Ovviamente, è questione di gusti.^__^

Iva, il tuo commento mi ha fatto notare che sono stata così caprona da non mettere gli avvertimenti AU e OOC alla fic. Provvedo subito!





 
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2 replies since 3/9/2008, 22:03   742 views
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