Hidden in the Dark [Girl's Dream], Lucius/Pansy

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Naive°
view post Posted on 5/9/2008, 07:50




In ritardo di qualche ora ^^ Ma ieri sera non mi si apriva il forum...

Ecco qui la Lucius/Pansy.



Hidden in the dark


~


Girl's dream





Capitolo 1°:


First sight









I piccoli piedi scendevano lentamente le scale, il suo passo era leggero, quasi felpato. La mano destra, pallida e delicata come tutta la sua figura, era poggiata sul corrimano e scivolava lentamente, accompagnando il leggero tonfo dei piedi sui gradini.

Si sentiva come una principessa. No, sbagliato, lei era una principessa, proprio come quelle dei libri delle fiabe. Probabilmente, anche meglio.

Lei, era una Parkinson.

Non si vergognava di mettersi in mostra, era elegante nei movimenti, nobile nel portamento. La schiena era ritta, come una squadra, composta, le spalle strette, ma tenere, le braccia sottili cadevano, non penzolanti, bensì naturali.

“Sei perfetta, Pansy cara.” disse la madre una volta che la bambina ebbe disceso l'ultimo gradino..

Pansy scoccò un'occhiata compiaciuta verso Rosaline Parkinson. La perfezione le scorreva nel sangue, da sempre.

Voltò poi la testa acconciata accuratamente verso il padre. Maximilius Parkinson annuì la sua approvazione con un cenno. Un sorriso soddisfatto arricciò le labbra della bambina.

Era stata fatta preparare dai migliori acconciatori e stilisti del Mondo Magico, una parte della sua vita si decideva quel giorno e lei sarebbe dovuta essere perfetta.

Indossava un abito blu in raso, che le lasciava scoperte le braccia e appena un accenno della schiena, era arricciato, e lanciava bagliori di luce quando veniva illuminato. Le copriva le ginocchia da bambina, risaltando contro il colore lunare della sua pelle delicata.

I capelli corvini, neri come l'oscurità della notte, erano raccolti, mettendo in mostra il collo sottile; una piccola treccia le coronava la fronte, andando a sciogliersi sopra la nuca, dove i capelli si avvolgevano in un'altra complicata capigliatura.

“Avanti,” le incoraggiò il padre “I Malfoy ci stanno aspettando, non possiamo permetterci di farli aspettare.”

Pansy al suono di quel nome sobbalzò appena. Erano ormai mesi che i suoi genitori la preparavano a quell'incontro. Draco Malfoy sarebbe potuto diventare il suo potenziale marito.

Tutto dipende da me.

Si disse nella sua mente.

Non c'era né paura né agitazione dentro di lei, era determinata, un'altra conferma le venne dalla sua immagine riflessa nello specchio d'entrata.

Era bella, lo era sempre stata, era nata predestinata a diventarlo, ma sapeva dentro di sé già a quella giovane età, cosa significasse la solitudine. Le bambine sue coetanee la evitavano, o non le era permesso starci insieme.

Di frequentabili, secondo il parere del padre, c'erano solo i Goyle e i Tiger, oltre i Malfoy, ma poiché avevano avuto solo figli maschi, i signori Parkinson non ritenevano prudente che la loro unica figlia entrasse in contatto così presto con così tanti maschi. Non sarebbe stato educativo.

“Caro!” esclamò Rosaline vedendo che il marito si avviava verso il salotto “Non vorrai mica prendere la Polvere Volante?” chiese scandalizzata “Se così fosse arriverebbe in condizioni disastrose!” Si lamentò poggiando una mano sulla spalla della bambina come per fermarla dal fare qualche altre passo.

“Non sono così stupido, Rose.” Rispose il padre leggermente seccato, ma entrambe le donne di casa sapevano che era probabilmente solo frustrato.
“Ho fatto preparare una Passaporta.” spiegò indicando un libro poggiato sul tavolo.

La madre e la figlia si avvicinarono, l'una tremante, l'altra decisa.

Mentre Pansy allungava una mano verso il libro, quella di suo padre si poggiò sulla sua, bloccandola. “Mi raccomando.” sussurrò autoritario.

Gli occhi della bambina decisi, ma vuoti, dalle iridi marroni, così scuri da poter essere scambiati facilmente per neri, si posarono alternativamente sul padre e poi sulla madre.

“Non lo farò.” disse liberandosi con l'altra mano dalla stretta del padre.

I due genitori sorrisero orgogliosi, poi tutti e tre scomparirono, con un fastidioso strappo allo stomaco.












Quando Pansy riaprì gli occhi, davanti a lei si presentò uno spettacolo mozzafiato. Malfoy Manor si mostrava in tutta la sua lussuria.

Si era sempre considerata fortunata ad abitare nel Manor di suo padre, fortunata ed orgogliosa. Si vantava, fantasticando sulle cerimonie, le danze e i balli che vi ci avrebbe potuto dare una volta cresciuta, ma questo... questo era decisamente nulla in confronto al suo umile palazzo.

Una cinta di mura in pietra alte e spesse, circondava il maniero, ulteriormente protetto da un bosco di pini sempreverdi.

All'interno delle mura, esattamente dove loro si trovavano, c'era un immenso parco, percorso da sentieri di ghiaia, decorato con aiuole fiorite; fontane sprizzavano acqua giocando elegantemente con i bagliori del sole.

Lungo il sentiero principale che portava dai cancelli alla casa, se casa si poteva chiamare, i tre cominciarono a camminare compostamente.

Ma Pansy, non aveva potuto prevedere la lussuria, il decoro e l'eleganza di quel posto, che sprigionava un'attrazione da lei mai provata.

“Chiudi la bocca” la rimproverò il padre “E smetti di guardarti attorno.”

La bambina ubbidì umilmente, arrossendo appena.

Aveva promesso a loro, ma più che mai a sé stessa, di non deluderli, e già si era fatta riprendere.

Aggiustò la camminata, rizzando la schiena come le aveva insegnato Isabelle, la sua governante. Alzò lo sguardo da terra, dove osservava come il ghiaccio si spostava facendo spazio ai suoi piedi e ammirò l'eleganza del Manor.

Costruito in pietra bianca, l'edificio rimandava ad una costruzione greca, non che ne avesse mai visto uno dal vivo, ma suo padre le aveva mostrato alcune immagini. C'era la stessa attenzione all'equilibrio, alla perfezione e lo stile classico non appesantiva di certo l'edificio con inutili decorazioni.

Sul lato destro della casa, una scala conduceva verso una terrazza posta a fianco dell'infresso.

Pansy cominciò a salire, notando una donna al cui fianco teneva un bambino.



Una volta che contemporaneamente i tre raggiunsero l'ultimo scalino, la donna si avvicinò, seguita ubbidientemente dal figlio.

“Maximilius, Rosaline.” disse quella che Pansy identificò come Narcissa Malfoy.

Aveva sentito voci riguardo Narcissa, dicevano che era bellissima. Ma quella parola, in confronto alla donna che Pansy si trovò davanti a lei, era decisamente troppo restrittiva.

Narcissa Malfoy era come un fiore appena sbocciato, cristallizzato nella sua perfezione. Non era né alta, né bassa, giusta. Magra e delicata. Lunghi capelli biondi le circondavano il viso, magro anch'esso, ma dotato di un fascino tagliente. Il vestito che indossava, di un azzurro etereo, faceva a gara con il colore dei suoi occhi, trasparenti come dei cristalli.

“E tu, devi essere la piccola Pansy.” disse rivolgendosi improvvisamente verso di lei.

“Esatto, signora Malfoy.” rispose abbassando lo sguardo e facendo appena una piccola riverenza.

Narcissa sembrò sorridere soddisfatta per poi introdurre il figlio.

Pansy era stata così catturata dal fascino della donna da dimenticarsi di Draco.

Era biondo, anche lui, se biondi si potevano definire quei capelli lunari e serici, era vestito elegantemente con dei pantaloni neri, una camicia bianca e un papillon.

“Piacere,” disse Pansy dandogli la mano che sfiorò la bocca del bambino. Una riverenza da parte sua, un inchino da parte di Draco e la conoscenza formale era superata.

“Lucius dov'è?” chiese suo padre con un velo di preoccupazione.

“E' ancora al Ministero,” rispose Narcissa con un elegante sorriso “Sarà qui a breve.”

Pansy spostò la sua attenzione su quello che sarebbe potuto diventare il suo futuro marito.

C'era un ciuffo di capelli lucenti che gli copriva la fronte, dandogli un'aria affascinante e misteriosa, le labbra del bambino erano sottili, quasi inesistenti. Si piegarono improvvisamente.

In un sorriso.

No, in una smorfia. Si corresse.

La bambina cercò i suoi occhi, la stavano già guardando. Evitò di arrossire, con tutte le sue forze, ma sentì comunque un leggero pizzicorio fastidioso sulle guance.

La smorfia del bambino si allargò ancora di più.

“Verrai ad Hogwarts?” chiese.

La sua voce era terribilmente saccente, ma attraente allo stesso tempo.

“Certamente” rispose Pansy cercando di suonare il più nobile possibile.

“Verrai anche a Serpeverde?” continuò il bambino incrociando le mani dietro la schiena.

“Come ogni Purosangue che si rispetti.” rispose prontamente serrando lo sguardo in quello di Draco.

“Educata alla perfezione.”








Forse fu per il suono profondo e pieno di quella voce che si voltò di colpo, o forse perché semplicemente non l'aveva riconosciuta.

Fattostà che non appena il suo piede smise di roteare, a Pansy batté il cuore per la prima volta.

Gli occhi colorati di un'oscurità intensa, si illuminarono di un bagliore magico, un sorriso inconscio le solcò le labbra, donando una vitalità tutta nuova alla sua espressione.


“Lucius!” esclamò Narcissa “Non ti aspettavo così presto!”


Pansy scoccò un'occhiata alla donna, poi rivolgendo nuovamente la sua attenzione verso l'uomo. Un pizzico di gelosia le inaridì l'animo.


“Ho liquidato alcune cose superflue che potevano aspettare.” disse l'uomo con quella sua voce tonante.

Pansy non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, era alto, le spalle larghe, il fisico longilineo. Il volto era perfetto, gli occhi non erano nulla in confronto all'azzurro dei cieli più limpidi, i lineamenti nobili ed eleganti, racchiudevano in loro qualcosa di superbo, una raffinatezza che non era in grado di catalogare. Fra le mani stringeva un bastone, nero, con una testa di serpente incastonata; ammirò con aria rapita gli occhi smeraldini del serpente.

Sentiva, Pansy, a livello del suo ventre una sensazione strana, completamente nuova. C'era qualcosa che si contorceva dentro di lei, mentre guardava il signor Malfoy salutare i suoi genitori.

“E questa, è Pansy, nostra figlia...”
Le parole di suo padre risuonarono come un eco lontano, non si era resa conto che le avesse pronunciate. Non appena Lucius posò i suoi occhi ghiacciati sui suoi, Pansy pensò che il suo cuore sarebbe esploso da un momento all'altro. Pompava il sangue fuorioso dentro di lei, impaurito dal fatto che quell'uomo potesse portarle via la vita con uno sguardo.


“Oh, signorina...” disse Lucius piegandosi verso di lei e prendendo la mano della bambina conducendola fino alle sottili labbra che la sfiorarono.


Un brivido partì dal punto in cui la sua bocca l'aveva leggermente toccata e attraversò la sua intera spina dorsale mandandole scosse di elettricità lungo tutto il corpo.


“Signor Malfoy,” fu tutto quello che fu in grado di pronunciare ordinando al suo corpo di muoversi e fare un piccolo inchino.


Lucius sorrise.


Pansy sbatté le palpebre, estasiata.


“Vieni, Maximilius,” disse poi voltandosi verso suo padre “Andiamo dentro a discutere e lasciamo i giovani ai giovani, e le donne alle donne.”

Suo padre sorrise, seguendo il padrone di casa all'interno del maniero.

Pansy lo guardò scomparire leggermente contrariata.

La sua attenzione era sfumata, sfumata con lui. Scomparsa quando lui era scomparso dalla sua vista. Ma il sentimento che le aveva fatto provare era ancora dentro di lei, era lì, batteva nel suo cuore, stringendolo, allargandolo, facendole luccicare gli occhi scuri.

Il suo sguardo era perso nel vuoto, mentre il ragazzino al suo fianco le parlava del suo futuro, di come sarebbe diventato il più bravo studente di Hogwarts, di come avrebbe avuto successo al Ministero.

“.... Proprio come mio padre....”

Disse ad un certo punto.

Pansy lo guardò. Quante possibilità c'erano che lui diventasse come Lucius?

Che si trasformasse in un uomo così attraente, diventando così affascinante?

Per quanto si sarebbe sforzato, non sarebbe mai diventato come lui.

E questa sarebbe stata la sua maledizione.

Sospirò, ripensando a lui. Dio, era vecchio.

Ma non le importava, era lui. Era Lucius Malfoy.

Perché tutti parlavano di Narcissa Malfoy, quando c'era lui, Lucius?
Quella punta di gelosia che si era fatta sentire quando i due si erano abbracciati, si fece risentire.

Narcissa era bella, era estremamente bella. Avrebbe mai potuto eguagliarla?
Sarebbe mai potuta essere bella come lei, più di lei?

Sospirò, lui... era irraggiungibile.

Ma c'era una decisione tutta nuova dentro di lei, l'avrebbe aspettato. Sarebbe cresciuta, sarebbe diventata la più bella, una ragazza che si sarebbe fatta notare, sempre. Avrebbe fatto di tutto per compiacerlo, d'ora in poi.

Aveva un sogno ora, aveva qualcosa per cui combattere, per cui lottare.

Non era più vuota come un tempo, anzi.

Sapeva cosa doversi aspettare dalla vita. Draco magari era diventato una fortuna. Le avrebbe permesso di stare più vicina a lui. Iniziò ad ascoltarlo.

No, era tutto inutile. Finse di farlo. Avrebbe dovuto imparare a fingere divinamente, a nascondere i suoi veri sentimenti per lui, avrebbe dovuto smettere di arrossire in suo presenza, avrebbe dovuto evitare e non badare il suo cuore che sarebbe impazzito di felicità alla sua vista.

Ma tutto questo non le importava, lo faceva con il cuore.

Aveva un sogno.

E quel sogno era lui.





Tornarono a casa molte ore più tardi, dopo che Lucius aveva costruito loro un'altra passaporta.

Pansy l'aveva ammirato segretamente, rapita, dalle sue mosse dal suo comportamento, così nobile, così sciolto, così naturale.

Se solo anche suo padre fosse stato in grado di comportarsi allo stesso modo.




I suoi genitori avevano salutato caldamente la famiglia Malfoy, abbracciando addirittura il piccolo Draco, che rimase composto al fianco del padre, guardandolo ammirato, proprio come Pansy.

Forse era nella sua natura ammaliare le persone.


Probabilmente è così.


Si disse Pansy camminando ancora una volta per quel ghiaino.



La prossima volta che verrò qui, lui mi noterà. Ne sono certa.



Una promessa, un sogno.




Tornati a casa, i suoi genitori furono lieti di annunciarle che il matrimonio fra lei e Draco si sarebbe svolto. Pansy annuì la sua approvazione fiera di sé stessa.

Andò a letto presto, appoggiando il vestito pregiato nell'armadio e disfando quella capigliatura articolata.
Si guardò allo specchio prima di infilarsi fra le coperte.

C'era una nuova bellezza dentro di lei.

Una nuova decisione,

una nuova passione.

Aveva trovato lo scopo della sua intera vita.
 
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Dispersion
view post Posted on 5/9/2008, 13:57




*ghigno soddisfatto*

L'hai postata anche qui^^
Bene, allora proverò a fare una recensione al limite della decenza...

Mi è piaciuto molto questo primo capitolo, te lo dico subito. Scorre bene e si lascia leggere che è un piacere.

Bella l'immagine della piccola Pansy, vestita e sistemata come la principessa delle bambole ed altrettanto vuota, afflitta dalla solitudine, dalle ansie e dalle esigenze dei genitori.
Mi è piaciuto molto anche l'incontro tra le Famiglie, formale e realistico.
E poi... *parte lo sbavo* ... Luciusssssss! *é impazzita*

Cercando di riprendermi, come avrai notato, ho semplicemente adorato l'entrata in scena di Lucius *miaooo* "inquadrato" ad altezza di bambina, come un vero e proprio scorcio fotografico.

E Pansy prende la decisione della sua vita. Ha uno scopo, finalmente!
Scopo che mi trova pienamente d'accordo^^

Spero di leggere presto il secondo capitolo!


 
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1 replies since 5/9/2008, 07:50   356 views
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