Senza scampo, Lucius fa una proposta ad Hermione. Herm chiede aiuto a Ron ed Harry. Il piano fallisce ed Herm...

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miria
icon5  view post Posted on 22/11/2008, 18:43




Prima di lasciarvi alla lettura volevo avvertire che probabilmente l'avete già letta, l'ho già postata su efp, quindi tranquille, non c'è nessun furto.
Un grazie a chi si prenderà la briga di leggerla e a chi mi volesse dare la propria opinione. baci, miria :bye:

“SENZA SCAMPO”


L’appostamento

CAPITOLO PRIMO

Erano mesi ormai che la seguiva, la sorvegliava, ma erano anni che la osservava, dai suoi successi a scuola alle piccole avventure amorose fino al coinvolgimento con Potter. La loro storia era durata due anni, due anni di intensa passione ma anche di furiosi litigi poi di comune accordo avevano deciso che forse era meglio accudire la loro amicizia che un non perfetto rapporto, già, perché lei da perfettini com’era non si accontentava di un rapporto che non fosse ineccepibile e lui questo non poteva darglielo, era troppo incasinato di suo per poterle prestare le mille attenzioni che lei meritava.
Ed era a questo che lui mirava, darle la perfezione.

*Ricordava benissimo come se fosse passato solo un giorno e non dodici anni, la prima volta che l’aveva vista. Si trovava al Ghirigoro in missione per conto del suo Signore e qui le si era presentata davanti, era una bambina di soli dodici anni con un corpo ancora acerbo ma si intravedeva che sarebbe divenuta una donna bellissima, il suo temperamento battagliero e altezzoso gli aveva fatto ribollire il sangue nelle vene, poi se n’era uscita con quella frase sprezzante, rivolgendosi a lui puntandogli addosso due occhi di fuoco, la sua voce carica d’odio. Se solo fosse stata un’adulta l’avrebbe uccisa in quel momento, una mezzosangue che si rivolgeva a lui, a un Malfoy, a un Lord dal sangue puro, con quel tono sprezzante “la paura di un nome non fa che incrementare la paura della cosa stessa”, era stato esattamente in quel preciso momento che aveva deciso la sua sorte. Hermione Granger sarebbe stata sua.*
Aveva avuto dodici anni per preparare il suo piano, adesso era venuto il momento di attuarlo, doveva solo trovare il momento giusto e questo sembrava un po’ più difficile visto che non riusciva mai a trovarla sola.
Era diventata un’abile Auror come si poteva supporre, e lo confermavano il numero sempre crescente di Mangiamorte nelle prigioni di Azkaban o nei cimiteri sconsacrati dove venivano sepolti dai funzionari del ministero, infatti nessun corpo veniva restituito alla famiglia per una degna, se così la si poteva chiamare sepoltura. Da quando erano subentrati i tre Moschettieri come venivano chiamati dai loro compagni, per i fedeli dell’Oscuro Signore i tempi si erano fatti molto più duri. Harry Potter, Ronald Weasley ed Hermione Granger difendevano a spada tratta il loro mondo, sebbene Potter avesse raggiunto un potere sulla magia di altissimo livello ed oltremodo ineguagliabile, Hermione era una stratega formidabile, i suoi piani d’attacco erano micidiali, studiati fino allo sfinimento erano sempre perfetti e meticolosi, vagliava sempre tutte le possibilità e non mancava mai in un suo piano una o due vie di fuga. Potter senza di lei non faceva un passo, senza un suo piano non soppesava neppure la possibilità di un’alternativa.
Sarebbe stato un duro colpo per loro e per tutto il ministero quando non sarebbero più stati in grado di trovarla, dal canto suo lui avrebbe avuto quello che da anni agognava e il suo Signore ne sarebbe stato oltremodo felice, dopo anni poteva vincere la sua infinita battaglia cominciata più di cinquant’anni prima e interrotta con la venuta del bambino sopravvissuto.
Finalmente la fortuna sembrava girare dalla sua parte.
Kensington Gardens, quello era il suo quartiere, infatti lei viveva vicino all’Imperial College, abbastanza prevedibile per una studiosa come lei, a parte i musei di tecnologia, scienze, storia e geologia erano anche forniti di una biblioteca sebbene babbana di notevole rilievo, non si sarebbe mai lasciata sfuggire un’occasione così ghiotta per conoscere quello che avevano e avrebbero potuto fare quell’ammasso di persone senza poteri.
Lui aveva provveduto pure a quello, nel castello dove l’avrebbe portata aveva raccolto in tutti quegli anni i volumi più antichi e i più pregiati che si potessero trovare in commercio e non, aveva usato tutta la sua persuasione per farsi consegnare alcuni di quei volumi a collezionisti reticenti, ora non lo sarebbero stati più con nessuno.
°O°
Era seduta su una poltroncina sulle rive del piccolo laghetto Round Pond, prendeva il sole, le gambe allungate e scoperte dalla gonna tirata abbondantemente sopra le ginocchia, la canottiera cortissima lasciava intravedere il suo ventre piatto, le braccia appoggiate dietro la testa, gli occhi chiusi, il viso rilassato e un leggero sorriso sulle labbra, così vestita la si poteva scambiare benissimo per una giovane ragazza londinese, niente faceva invece supporre che era una grande strega e che nella sua vita aveva dovuto combattere un’infinità di volte e uccidere molti uomini e donne. Dentro il fascione della gonna si in travedeva l’impugnatura della sua bacchetta. Vicino ai suoi piedi una lattina di una bevanda e una scatola di bicottini tipicamente babbani. L’uomo fece una smorfia tra il disgustato e il divertito.
Per potersi confondere si era dovuto abbassare a vestirsi come quegli esseri inferiori, indossava pantaloni di lino neri e una camicia dello stesso colore, i capelli li aveva annodati in una coda tenuti legati da un nastro di velluto nero, per nascondere il colore aveva messo uno di quei berretti con visiera che portavano quei ragazzetti pazzi per il rap, neanche sapeva esattamente cos’era il rap a parte essere della musica parlata da esseri insulsi, si sentiva a disagio con quegli abiti ma se la voleva…
Si frappose fra lei e il sole, quando la giovane non si sentì più baciata dai raggi aprì gli occhi, era abituata ad essere abbordata da giovani uomini, difficilmente rimaneva sola, anche ad Harry o a Ron piaceva prendere il sole, ma quel giorno tutti e due avevano avuto degli impegni e a lei non dispiaceva rimanere sola coi suoi pensieri di tanto in tanto. Fissò quel viso bellissimo sorridendo, poi lo riconobbe ed ebbe un sussulto, sbarrò gli occhi e allungò la mano verso la sua bacchetta.
-“Non lo fare” pronunciò lui con voce autoritaria “non voglio farti del male, solo parlarti”- la sua voce si era addolcita ma gli occhi rimanevano vigili e attenti ad ogni sua mossa
-“Co…cosa vuole da…da me?” balbetto impaurita. Si guardò intorno, (troppa gente innocente) pensò (troppa gente) “la prego non qui, c’è troppa gente”- si raddrizzò sulla sedia
-“Non voglio combattere Hermione voglio solo parlarti”-
-“Con me?” lo guardò confusa “perché con me?”- Dio lo sapeva, (non può essere vero, non sta capitando a me) lo sapeva da sempre, lo aveva chiuso nell’angolo più remoto della sua esistenza ma ogni tanto si faceva sentire e lei di nuovo lo seppelliva. Sapeva perché non riusciva ad avere una storia d’amore duratura ma non l’aveva mai confessato neppure a se stessa.
-“Voglio farti una proposta” prese una poltroncina e la mise davanti a lei sedendosi, le loro ginocchia quasi si toccavano, lei si appiattì contro lo schienale abbassando la gonna e tirando la canotta verso il basso “non aver paura, non ti farò nulla, non oggi per lo meno” cercò di scherzare ma lei sbarrò gli occhi spaventata, lui si fece avanti e le mise una mano sul ginocchio, lei tremò “guardami” ordinò. Lei alzò i suoi occhi color del cioccolato “quante volte ci siamo visti e combattuti in questi anni?” lei non parlò e lui sorrise “molte volte, tantissime” accarezzò il polpaccio e lei deglutì con fatica “ci siamo sempre evitati, abbiamo cercato in tutti i modi di non incrociare le nostre bacchette. Sei d’accordo con me fin qui?” lei scosse la testa “non mentire, almeno non a te stessa” disse dolcemente, lei chiuse gli occhi e assentì “bene. Sono dodici anni che aspetto e lo stai facendo anche tu”-
-“No”- disse debolmente
-“Oh si” risalì con la mano, si soffermò all’interno del ginocchio, salì piano verso la lunga coscia affusolata, lei allungò la mano tremante bloccando il suo polso
-“Ti…ti prego”-
-“Non ti piace?” lei deglutì, scosse di nuovo la testa. Lui accarezzò il palmo della ragazza “non sapevo fossi così bugiarda”- la prese in giro lui, lei arrossì
-“Cosa…cosa vuoi esattamente?”- buttò d’un fiato
-“Lo sai cosa voglio. Voglio te” lei scattò in piedi “siedi”- ordinò dolcemente
-“No…no io…io devo andare”- si guardò intorno
-“Siediti Hermione, nessuno verrà a salvarti se, se ne vuole andare con le sue gambe” ingiunse impassibile. Lei sedette sconfitta. “gentile da parte tua”-
-“Io non sono gentile” asserì ostile, la paura per quelle persone innocenti aveva fatto uscire l’Auror che c’era in lei “voglio che te ne vada, ora”- ordinò
-“Oh no bambina, non ho ancora finito con te”- le lasciò la mano appoggiandosi sullo schienale della sedia, si tolse il cappellino, i capelli biondo platino brillarono sotto il riflesso del sole.
Lei rimase abbagliata dalla sua bellezza, chiuse gli occhi maledicendosi e maledicendolo. Vestito in quel modo era perfetto, la sovrastava di quasi tutta la testa, il suo corpo era forte e perfetto, il viso incorniciato da quei lunghi capelli racchiudevano quegli occhi di ghiaccio, qualche piccola ruga lo rendevano affascinante e virile come pochi, la bocca era perfetta con denti altrettanto perfetti, peccato che non ridesse mai. Scosse la testa per togliersi quei pensieri insani.
-“Ti prego”- sussurrò
-“Perché? Anche tu sei attratta da me esattamente come lo sono io”-
-“Non è vero”- smentì con foga
-“Guardami negli occhi e dimmi che non è vero?” si fece avanti, allungò la mano e lei si ritrasse ma non abbastanza, con due dita le prese il mento alzandole il viso fino ad incatenarla con il suo sguardo “dimmi che non provi quello che provo io. Dimmelo ora”-
-“Io…io”-
-“Si?”- la incalzò
-“Io non ti…”- chiuse gli occhi
-“Non così, apri gli occhi e guardami”- ordinò dolcemente
-“Ti prego, lasciami”-
-“Apri gli occhi Hermione” lei lo guardò e si sentì perduta, alcune lacrime le scesero sulle gote, lui le asciugò col pollice “dimmelo ora”- comandò serio
-“Io non…” altre lacrime “io…non ti voglio”- le lacrime cominciarono a sgorgare, tolse la mano di lui dal suo viso e cercò di asciugarle
-“Sei una pessima bugiarda. Sono anni che ci osserviamo Hermione e altrettanti anni che ci desideriamo è inutile che tu menta con me, io lo so e lo sai anche tu”-
-“Noi non possiamo”-
-“Perché no? Dammi una spiegazione valida del perché due persone che si vogliono non possono stare insieme?”-
-“Dio Santo Lucius che stai dicendo?” lo guardò fisso “sei un Mangiamorte e io un Auror, non credi che questo sia sufficiente”-
-“Non per me. Io ti voglio Hermione e tu sarai mia con le buone o con le cattive”- sibilò imperturbabile
-“Co…sa significa? Che stai dicendo?”- chiese confusa
-“Avrei voluto evitarlo, davvero, ma tu non mi lasci scelta”- pronunciò
-“Di cosa stai parlando?”-
-“Oh tu vieni con me di tua spontanea volontà” la guardò per qualche secondo “o sarai costretta comunque a seguirmi”-
-“E’…è una minaccia vero?” sussurrò sconvolta “ Mi stai minacciando”- intimò rabbiosa
-“E’ molto di più amore mio di una minaccia”-
-“Non chiamarmi in quel modo”- le era più facile ora contrastarlo, il vecchio Malfoy stava tornando a galla e lei lo riconosceva per quel bastardo crudele che era
-“Non vuoi che ti dica amore mio?” lei scosse la testa “ti ci dovrai abituare perché ho intenzione di dirtelo spesso”-
-“Piantala Malfoy”- si alzò in piedi girando intorno alla sedia. Lui si alzò a sua volta
-“Non vuoi sapere cosa succederà se tu non decidessi di venire con me?”- domandò incrociando le braccia al petto
-“Avanti parla e facciamola finita”- affermò con noncuranza anche se dentro fremeva, aveva paura, una paura folle, nulla di buono poteva uscire da quelle labbra
-“Li ucciderò tutti, uno ad uno” la guardò intensamente “ non ne rimarrà neppure uno. Tutti i tuoi amici e lascerò per ultimi i tuoi moschettieri” Hermione sbarrò gli occhi “oh si amore mio, so tutto di te, ogni minimo particolare” le si avvicinò, quando fu a pochi centimetri si fermò “so dove abiti, so qual’è il tuo ufficio, conosco il negozio babbano dove ti piace fare la spesa, e so come vi chiamano i vostri compagni, “i tre moschettieri”, mi dispiace ma questo tra poco avrà fine” le accarezzò una guancia e lei rimase ferma, quasi impassibile, se non per il cuore impazzito “tu mi seguirai Hermione, altrimenti dei tuoi amici non rimarrà che il ricordo” si allontanò, prese il cappello che aveva lasciato sulla sedia e lo rimise, gli voltò la schiena e fece qualche passo poi si girò di nuovo “hai una settimana per decidere cosa vuoi fare. Ti aspetto qui domenica pomeriggio alla stessa ora di oggi” rimase in silenzio per qualche secondo “non cercare di fregarmi con un qualche appostamento o imboscata non funzionerà e mi farai arrabbiare per niente”- riprese a camminare
-“Lucius” lo richiamò, lui si girò guardandola “è…è uno scherzo vero? Non puoi farmi questo”- le lacrime avevano ripreso a scendere sul viso della ragazza
-“Una settimana Hermione, solo una settimana”- poi se ne andò lasciandola li a guardare la sua figura che diventava sempre più piccola finchè non scomparve dalla sua vista annebbiata dalle lacrime.
 
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miria
view post Posted on 26/11/2008, 21:39




:perpl: ed ecco il secondo capitolo
un grazie a chi legge...by-by miria

Adesso che si fa?



CAPITOLO SECONDO



Centro di Londra. Sede del ministero della magia, certo non lo si poteva vedere visto che tutto il palazzo era sotterraneo, sei piani sotto il centro di Londra.
Hermione si fermò davanti alla cabina telefonica rossa, si guardò intorno ed entrò. Sollevò il ricevitore e compose il codice d’ingresso, sparì alla vista dei passanti senza che questi si potessero accorgere di nulla.
Si fermò al secondo piano dove avevano sede gli uffici degli Auror, proseguì verso il proprio ufficio, passò davanti a quello di Harry e si fermò, la porta era chiusa e sopra a lettere dorate si leggeva il suo nome e il grado ‘Harry Potter comandante di settore supremo’. Rimase a fissarla per svariati minuti poi proseguì, la porta di Ron ‘Ronald Weasley tenente di settore’ la sorpassò fino a quella dopo ‘Hermione Granger comandante di strategia logistica’, l’aprì entrando.
Si lasciò cadere sulla poltrona di pelle, chiuse gli occhi, quella notte non aveva chiuso occhio, si passò una mano sulla fronte e si stropicciò gli occhi. Non sapeva cosa fare, non aveva la minima idea di come affrontare la cosa. Sospirò. Doveva parlarne con i suoi amici e cercare una pur remota soluzione o si doveva piegare immediatamente alla volontà di quel…quel…di lui. Poteva far finta di niente e andarsene lontano, lasciare tutto il suo mondo, senza di lei forse avevano una possibilità. Scosse la testa, e se poi Malfoy si fosse arrabbiato e comunque avesse messo in atto il suo proposito? Non c’era soluzione, lo sapeva benissimo. Da una parte lei e tutti i suoi amici morti e dall’altra tutti i suoi compagni vivi pronti a venirla a cercare. Forse.
Un bussare alla porta la distrasse, poi come al solito senza aspettare risposta Harry e Ron si precipitarono dentro.
-“Ciao dolce ninfa dei boschi”- la salutò Ron baciandole rumorosamente la guancia
-“Buon giorno ragazzi”- li salutò senza entusiasmo
-“Che ti succede dolcezza?”- chiese Harry squadrandola
-“Niente di che, non ho dormito molto questa notte”- ed era la verità anche se in parte
-“Qualche incubo ha disturbato il tuo sonno?” le domandò Ron fingendo di sguainare la spada “dimmi chi erano i cattivi e io li distruggerò uno ad uno”- sferzò qualche colpo con la fantomatica daga
-“Qualcosa del genere” li guardò e loro ricambiarono lo sguardo “Lucius Malfoy”-
-“Santo Dio quello non è solo un incubo e un film dell’orrore”- la prese in giro Harry fingendo di rabbrividire
-“Non sto scherzando ragazzi” loro si sedettero guardandola fissa “il fatto che non è stato un incubo ma realtà”- ecco l’aveva detto, adesso si sentiva meglio ma aveva anche molta più paura, ora aveva messo i suoi migliori amici in una situazione scomoda e pericolosa
-“E’…è entrato in casa tua?”- Harry era sbigottito
-“No, anche se potrebbe visto che sa dove abito” radrizzò la schiena “al parco, me lo sono trovata davanti al parco”-
-“Ti ha fatto del male?”- sollecitò Ron, le andò vicino squadrandola da capo a piedi
-“No Ron, torna a sedere ti prego, vi devo raccontare una cosa di vitale importanza”-
Dopo svariati minuti la ragazza finì di raccontare la proposta di Malfoy, tralasciando quello che lei provava e sentiva in fondo all’anima. Rimasero in silenzio, i due ragazzi la guardavano sbigottiti.
-“Quel…quel brutto figlio di puttana, maledetto Mangiamorte dei miei stivali” inveì Harry “lo ucciderò con le mie mani, accidenti a lui, brutto viscido essere immondo” scattò in piedi agitatissimo “ha osato rivolgerti a te in quel modo. Ma io lo disintegro” gli occhi di lei si riempirono di lacrime “non piangere tesoro” le andò vicina, la fece alzare e l’abbracciò stretta “sei la persona a cui tengo di più e non lascerò che ti facciano del male, nessuno ti torcerà un capello e men che meno un Mangiamorte”-
-“Ho paura Harry”-
-“Non devi tesoro mio, guardami” le sollevò il viso, i loro occhi si fissarono “non permetterò che ti porti via da noi”- la strinse di nuovo, guardò Ron, la mascella gli si era contratta e gli occhi si erano fatti di ghiaccio, fece un gesto impercettibile con la testa e Ron annuì. Harry la fece sedere sul divano e gli si sedette vicino, abbracciò le sue spalle e lei si accovacciò sulla sua spalla.
-“Cosa facciamo adesso Harry?”-
-“Adesso devi riposare tesoro poi ci pensiamo va bene” lei annuì “brava, cerca di dormire, rimango io con te”- si sdraiarono tutti e due sul divano, lei con la testa sul suo petto, il ritmo del suo cuore gli fece da ninna nanna e presto si addormentò. Harry la cullò per qualche minuto poi scivolò da sotto il suo corpo, prese una coperta e gliela mise sopra.
-“Che si fa?”- chiese Ron
-“Porca puttana Ron, sai che significa vero?”- sussurrò
-“Certo che lo so, sarà peggio di quello che abbiamo subito fino ad ora”-
-“Per lui sarà una cosa personale e combatterà sporco” si mise a camminare avanti indietro “molti di noi non avranno scampo. Non riusciremo a salvarli tutti, neanche un allontanamento sarà fattibile, li raggiungerà comunque” si sedette e si passò le mani tra i capelli grattandosi la testa, si tolse gli occhiali appoggiandoli sulla scrivania, si massaggiò gli occhi per svariati secondi poi rimise gli occhiali, Ron non disse una parola, conosceva troppo bene l’amico per disturbarlo in quel momento, era furioso e si sentiva impotente, una combinazione pericolosa per uno come lui “dobbiamo riunire quelli dell’Ordine e farla proteggere, direi che questa è la prima cosa da fare”-
-“Sono d’accordo. E poi?”-
-“Non lo so Ron, non ne ho la più pallida idea” appoggiò la fronte sul tavolo “dobbiamo avvertire il ministro e riunire tutti gli Auror e informarli del pericolo imminente” sollevò la testa “abbiamo tempo fino a domenica per preparare un piano. Manda un gufo urgente a Silente, fagli convocare l’Ordine per domani mattina presto a Grimmauld Place”-
-“Va bene. Tu che farai?”- si alzò in piedi raggiungendo la porta
-“Per adesso rimango qui non voglio che rimanga sola, e quando si sveglia avrà bisogno di qualcuno che le stia vicino. Comunque la farò venire a casa mia per questa settimana, non può rimanere in quella casa da sola”- la guardò con infinita tenerezza
-“Mi sembra un’ottima idea. Ci vediamo”- sparì chiudendosi la porta alle spalle.
Harry si sedette sul bordo del divano, accarezzò i capelli dell’amica –“Non aver paura Herm, risolviamo tutto vedrai” le baciò la guancia e la trovò umida “Herm?” lei aprì gli occhi “da quanto sei sveglia?”-
-“Da sempre”- si rannicchiò in posizione fetale
-“Non fare così”- lui conosceva quella posizione, le accarezzò la schiena e lei scoppiò a piangere. Lo faceva anche quando loro stavano insieme, gli ultimi tempi della loro storia quando i litigi si erano fatti cruenti, lei si metteva in quella posizione di difesa e paura nel loro letto
-“Non servirà a niente” singhiozzò lei “niente lo fermerà, me lo ha detto chiaramente, se cercherò di fermarlo o di preparargli una trappola per tutti voi sarà la fine” si alzò seduta e lo strinse forte, lui ricambiò con uguale intensità “vi ucciderà tutti e io non potrei ne perdonarmelo ne vivere”-
-“Di cosa stai parlando, cosa stai cercando di dirmi?”-
-“Che andrò via con lui”-
-“NO” Harry scattò in piedi “non se ne parla, che diavolo stai dicendo”- sibilò irato guardandola con occhi di fuoco
-“Non capisci…”- non riuscì a proseguire
-“PIANTALA” gridò, diede un pugno al muro “tu…tu non vai da nessuna parte dovessi legarti”-
-“Cerca di ragionare Harry”- cercò di placarlo, si era alzata e gli accarezzò la schiena
-“Cerca di ragionare tu” appoggiò la testa al muro e lei lo abbracciò da dietro “dobbiamo provare Herm, dobbiamo almeno tentare”-
-“E se per colpa mia dovesse morire qualcuno a noi caro?”-
-“Tutti noi sappiamo i rischi che corriamo”-
-“Voglio esserci anch’io alle vostre riunioni, non voglio che mi teniate nascosto nulla”-
-“Ceto che ci sarai, ci dovrai aiutare” si girò trovandosi a pochi centimetri dal viso e dalla bocca di lei “sei la miglior stratega che questo ministero abbia mai avuto. Herm?”- sussurrò
-“Cosa?”- lo guardò dritto negli occhi
-“Com’è possibile che la nostra storia sia finita quando io sento questo per te”- le prese una mano e se la portò al petto. Il cuore batteva forte.
-“Non lo so” mentì “noi ci vogliamo bene Harry, un bene dell’anima ma” si scostò leggermente “ma non ci amiamo, non di quell’amore che io voglio”-
-“Cosa vuoi Hermione?” chiese lasciandole la mano e accarezzandole una guancia “insieme facevamo faville”-
-“Hai ragione solo in parte” gli voltò le spalle sedendosi sulla sua poltrona dietro la scrivania, lui la seguì sedendosi a sua volta “noi facevamo faville a letto ma nella realtà di tutti i giorni…non lo so” appoggiò la testa sullo schienale alto “non ero felice Harry, mi mancava sempre qualcosa. Non eri tu ma io, mi dispiace davvero, io ti amo ma non come meriti e altrettanto tu, lo so che mi ami me lo dimostri tutti i giorni ma io voglio molto di più Harry, molto di più” chiuse gli occhi (Lucius) pensò, il suo viso le balenò davanti gli occhi (solo lui) scosse la testa, riaprì gli occhi lucidi “scusami ti prego”- la voce le uscì roca, si schiarì la gola
-“Non preoccuparti tesoro” la guardò alzarsi e dirigersi al piccolo frigo e prendere una bottiglietta, aggrottò le sopraciglia “ricordati comunque che per te io ci sarò sempre”-
-“Lo so. Vuoi qualcosa da bere?”-
-“No” si alzò dirigendosi alla porta “cerca di riposare, ci vediamo”- si chiuse la porta dietro di se lasciandola sola coi propri pensieri.
Si mise di nuovo sdraiata sul divano coprendosi col plaid, chiuse gli occhi cercando di dormire, ma i pensieri che le affollavano la mente erano troppo forti, calde lacrime presero a scenderle sul viso. Le asciugò con rabbia, si mise supina con le braccia dietro la testa, guardando il soffitto color crema. (cosa devo fare? Ti prego Signore dimmi cosa devo fare) chiuse gli occhi ma li riaprì immediatamente (perché tutte le volte che li chiudo l’unica cosa che vedo sono due occhi grigi che mi fissano, perché proprio a me, perché proprio lui, perché noi?) ricordava così bene quel giorno.

* Avevo appena incontrato Harry per le strade di Diagon Alley, era con Hagrid, era sporco e con il telaio degli occhiali rotto, eravamo felici di vederci dopo aver passato l’estate con le rispettive famiglie, entrammo al Ghirigoro dove i Weasley erano preoccupati per aver perso Harry, avevano così conosciuto quell’inetto di Allock e poi…poi.*

Si mise sul fianco, allungò la mano raccogliendo la bottiglie e bevve un lungo sorso d’acqua.

*Lui era li e stava sibilando il suo veleno verso Harry, non potevo permettergli di fargli del male così intervenni, lui si girò verso di me e io mi trovai a tremare, sul momento credetti di paura ma poi…, era così alto e così bello e la sua voce subito dolce come il miele si era trasformata in beffarda quando guardò i miei genitori, mi scrutava con quegli occhi di ghiaccio, li avrei sognati per dei mesi svegliandomi con il cuore in gola che batteva all’impazzata. Mi ero innamorata di lui in quel preciso momento. Non lo vidi più per anni e credevo che fosse tutto finito invece bastò un suo sguardo e tutto tornò ai miei dodici anni. Era sempre bellissimo e anche se era lontano sentivo il suo sguardo su di me che mi bruciava la pelle, quando i nostri occhi si incrociarono lui non mosse un muscolo, rimase impassibile, alzò solo il suo inseparabile bastone portando la testa del serpente sul cuore, io arrossii e gli volsi la schiena, quando mi girai lui non c’era più. Abbiamo avuto moltissime altre occasioni per vederci soprattutto nei combattimenti, anche se lui portava la maschera d’argento lo individuavo sempre, ci siamo guardati ma non ci siamo mai rivolti la parola, abbiamo cercato di starci lontano il più possibile facendo in modo di non doverci mai affrontare. La sua voce così sensuale e dolce che in un attimo poteva diventare acida e fredda come la distesa artica, quanto aveva sognato di poterla sentire ancora, quanto aveva sognato che si rivolgesse a lei solo a lei. E si sa, bisogna sempre stare attenti a quello che si desidera.*

Si mise seduta gettando da parte il panno –“Merda” esclamò “sono proprio fortunata non c’è che dire. Se poi comincio anche a parlare da sola solo la neuro del San Mungo mi può soccorrere” si alzò andando verso l’angolo dell’ufficio dove su di un trespolo faceva bella mostra una civetta marrone con striature grigie, tutti gli Auror ne possedevano una dono del ministero a tutti i nuovi arrivati, stava dormendo ma Hermione non resistette e l’accarezzò, la testa si spostò e aprì i suoi occhioni gialli guardandola “scusami Toffy ma avevo bisogno di toccarti, le tue piume sono così morbide che riescono sempre a calmarmi” la civetta fece un grido di comprensione, la ragazza rise “si lo so piccola mia anch’io ti voglio bene” le cambiò l’acqua e prese un pezzetto di carne cruda dal frigorifero avvicinandogliela al becco, il rapace lo guardò quasi disgustata “non è un topo questo lo so anch’io, ma è tutto quello che avrai da me, quindi accontentati” rise allo sguardo offeso del rapace “dai Toffy vedi di accontentarti, giuro che questa sera ti faccio uscire così potrai andare a caccia” la civetta si lasciò convincere e prese il pezzo di carne ingoiandolo “brava la mia piccolina”- l’accarezzò di nuovo poi tornò alla sua scrivania prendendo il fascicolo che aveva messo nel cassetto qualche sera prima. Doveva preparare un piano di battaglia e i suoi problemi dovevano aspettare.
 
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miria
view post Posted on 30/11/2008, 22:30




ed ecco qui il terzo capitolo
buona lettura :angel:

Un piano difficile



CAPITOLO TERZO



Grimmauld Place n. 12.
L’Ordine della fenice capitanata dell’inossidabile Albus Silente aspettava l’arrivo degli Auror. Non mancava nessuno dei vecchi amici del trio, si erano tutti precipitati per aiutare la loro amica.
Quando varcarono la soglia tutti si alzarono preoccupati, c’era anche lei con loro.
-“Grazie per essere arrivati così in fretta con così poco avviso”- disse Harry accomodandosi sulla sedia di fianco al suo vecchio preside
-“Non potevamo mancare” il vecchio guardò la ragazza preoccupato “e così è uscito allo scoperto”-
-“Lo…lo sapevi?”- chiese sbigottito Harry
-“Lo sospettavo da molto moltissimo tempo, sono stupito che abbia aspettato tanto”-
-“Non capisco. Come può essere, io sono la diretta interessata e non ne so nulla. In tutti questi anni ci siamo scambiati si e no due parole”-
-“Sei sicura?” la ragazza lo guardò sbigottita “non dico che non sia vero il fatto che non abbiate mai conversato insieme ma, tu sai vero di cosa sto parlando?”-
-“Di che diavolo sta parlando?”- sibilò Harry guardando il suo mentore ed Hermione
-“No…non lo so Harry, ti prego non arrabbiarti”- gli appoggiò la mano sul braccio “cerchiamo di fare un piano”-
-“Come vuoi” scrutò il viso di Silente ma lui rimase impassibile “vi ho chiesto di venire per proteggerla, io e Ron non possiamo starle appresso giorno e notte, anche se adesso dorme a casa mia”-
Organizzarono i turni, Moody l’avrebbe prelevata al mattino e portata in ufficio, Ron o uno dei gemelli l’avrebbe portata a pranzo e riportata in ufficio, alla sera l’avrebbe riportata Harry o Ninfadora se lui fosse stato impegnato, per la notte ci avrebbe pensato Lupin appostarsi fuori dalla sua camera. Tutti erano consapevoli del pericolo, se Malfoy voleva attaccare avrebbe avuto campo facile, purtroppo non potevano togliere ad altri la protezione per concentrarsi solo ed esclusivamente su di lei ma questi erano il meglio.
-“Bene signori vi ringrazio di nuovo per essere venuti, state attenti soprattutto voi ragazzi” rivolgendosi ai gemelli “i primi ad essere attaccati saranno gli amici”-
-“Abbiamo la pellaccia dura noi Weasley”- ribadì George
-“Lo so” salutò quelli dell’ordine che uno ad uno sparivano attraverso il grande camino. Rimase Lupin, i gemelli, Dean, Neville, Seamus, Lavanda e Calì. “questa è la piantina del parco” aprì la carta stendendola sul tavolo “come potete vedere è molto grande e ci sono pochi nascondigli, il che vuol dire che dovremmo mimetizzarci al meglio in mezzo alla folla. Dovremmo stare molto attenti, a quell’ora troppi innocenti vanno a prendere il sole”-
-“Ci sarà anche il problema di estraniarci completamente, se solo dovesse leggere una qualsiasi mente e trovare uno di noi sarebbe la fine”- comunicò Lavanda
-“E’ rischioso e anche parecchio, conosciamo tutti la potenza della sua magia”- confermò Neville rabbrividendo, lui aveva già avuto a che fare con lui e a dire il vero aveva una paura del diavolo, era rimasto al San Mungo per due mesi dopo essere passato sotto alla sua bacchetta
-“Mi dispiace Nev” Hermione gli accarezzò un braccio “perché non torni in ufficio, vedrai che sapremo cavarcela ugualmente”-
-“Non ho dubbi, e hai ragione, ho una fifa blu ma non ti abbandono alla mercé di quel maledetto Mangiamorte”-
-“Sei un amico grazie”- lui le strinse forte la mano
-“Dobbiamo studiarla molto bene questa cosa, molto più a fondo. Ho bisogno di tempo per adottare una strategia” Hermione li guardò uno ad uno facendo un sorriso tirato “ci state tutti?”- si guardarono ed annuirono sicuri
-“Fai quello che devi fare”- confermò Lavanda
-“Nel mio piano includo tutti e dieci allora?”- voleva essere sicura
-“Si, ci saremo tutti”- disse Neville con voce chiara anche se era leggermente impallidito, Herm sorrise e lo abbracciò da dietro cingendogli il collo e baciandolo sulla guancia
-“Ti adoro Neville, hai un coraggio da leone anche se hai una paura matta”-
-“Non me lo ricordare ti prego” si prese in giro da solo “ma se mi baci ancora posso anche affrontarlo da solo”- la ragazza scoppiò a ridere
-“Se ci arrivi vivo! Brutto traditore” scatto Lavanda fingendosi indignata “ti ricordi al terzo anno quando Draco ti ha lanciato il mobilicorpus vero?”- sibilò indignata, girandosi leggermente stava per scoppiare a ridere
-“No mi dispiace ma non ricordo” affermò sostenuto “ma lei scusi parla con me, e questa chi è?”- chiese ad Hermione sorridendo sotto i baffi
-“Non ne sono sicura ma di cognome fa Paciock”-
-“Oddio” esclamò inorridito “vuoi dire che è una mia parente” la squadrò da capo a piedi “effettivamente ha delle fattezze che mi ricordano qualcosa”-
-“Buffone”- lo apostrofò
-“Mia moglie, ma certo solo lei può usare certi appellativi”- scoppiarono a ridere allentando la tensione di tutti
-“Sarà meglio tornare in ufficio” disse Hermione “ho cinque giorni per riuscire a trovare un piano e non voglio sprecare neppure un minuto”-
-“Adesso andiamo a mangiare, qui vicino c’è una trattoria dove si mangia divinamente, che ne dite siete tutti con noi?”- sollecitò Harry
-“Ci puoi giurare, se si mangia bene noi ci siamo di sicuro”- confermò Fred
-“Anche noi cosa credi”- Neville prese la mano della moglie alzandosi
-“Allora muoviamoci”- disse Calì.
°O°
Il gruppo uscì dalla casa dirigendosi di gran carriera verso le strade di Londra fino ad arrivare in una stradina piccola e poco appariscente, nessuna insegna indicava la trattoria
-“Questo posto è per intenditori, sono capitato qui per caso” disse Harry “ci vengo tutte le volte che posso, cucina italiana, fanno le miglior lasagne che uno possa immaginare”- all’apertura della porta un allegro campanello annunciò il loro arrivo, non era molto grande, c’erano due salette con sette otto tavolini ciascuna, si avvicinò loro un ometto non molto alto con un grande grembiule
-“Ben tornato Harry, siete tutti insieme?”-
-“Si Mario, puoi unirci tutti”-
-“Ma certo, venite avanti prego” li portò nell’altra stanza e unì tre tavoli e li fece accomodare “faccio io come al solito o volete il menù”-
-“Mi fido di te come sempre Mario”-
-“Molto bene. Porto del vino rosso per cominciare e delle bruschette all’aglio”-
-“Ottimo” sorrise a quell’ometto simpatico “viene dalla toscana ed è un cuoco eccellente, vi piacerà ne sono sicuro”-
Si stavano divertendo da morire, il vino era così buono che ne bevvero in quantità industriale, le lasagne che portò Mario li lasciò letteralmente a bocca aperta, come secondo portò del cinghiale con cipolle e peperoni. Ridevano mangiavano e bevevano.
Il campanello della porta tintinnò, ma loro facevano così tanto casino che non lo udirono per niente.
Hermione si teneva la pancia dal gran ridere, se non fosse andata in bagno subito l’avrebbe fatta li, si alzò in piedi
-“Dove vai?”- domandò Ron rosso come un peperone
-“Se non vado in bagno temo che il signor Mario dovrà usare il suo grembiule per asciugare…”- non riuscì a finire che scoppiò a ridere
-“Ti accompagno?”- chiese Ron
-“Ti ringrazio ma sono ancora capace di asciugarmi da sola” come ebbe pronunciato quella frase sbarrò gli occhi portandosi una mano alla bocca “scusa”-
-“Vai in bagno tesoro prima che tu dica qualcosa di veramente eccessivo” Harry guardò i commensali che ridevano in maniera quasi oscena “per lei credo sia il caso di ordinare dell’acqua, a dire il vero per quasi tutti credo”- sghignazzò
-“Non ti azzardare sai” lo reguardì Hermione “lo sai quel detto vero? L’acqua fa male, il vino fa cantare”- gridò
-“Ti prego Herm vai in bagno”- ordinò segnando la porta
-“Si signore” scoppiò a ridere di nuovo dirigendosi verso l’altra sala dove c’era la porta dei bagni. Entrò asciugandosi il viso dalle lacrime, il corridoio era lungo e buio, cercò l’interruttore della luce ma questa non funzionava “merda” la prima porta era privata, la seconda per gli uomini finalmente la terza era per le donne. Fece per aprirla quando una voce la bloccò, sbiancò paurosamente
-“Sono felice che tu ti diverta amore mio”- lei strinse la maniglia fino a che le nocche non sbiancarono
-“L…Lucius” tutta l’allegria era sparita. Lui le stava dietro si avvicinò fino a sfiorarla “ti prego”-
-“Cosa?” le toccò le braccia risalendo verso le spalle “cosa stai combinando piccola?”-
-“Ni…ente” chiuse gli occhi, lui la fece appoggiare al proprio corpo, le scostò i capelli lasciandole scoperto il collo, appoggiò le labbra in una dolcissima carezza “Oddio, ti prego vai via”-
-“Non fare delle stupidate o te ne pentirai”- la minacciò, sfiorò il suo seno con mano leggerissima, scese verso il suo ventre, lei tremò, cercò di scostarsi ma lui la strinse ancora di più facendola aderire maggiormente, sentì la sua eccitazione premerle tra i glutei e deglutì rumorosamente
-“Lasciami andare”- supplicò
-“Girati verso di me”- le ordinò
-“No”-
-“Voglio guardarti, girati”- intimò.
-“Io…” lui la prese per le spalle e la fece girare, le fece alzare il viso e i loro occhi si incatenarono, lacrime amare e di sconfitta spuntarono tra le ciglia di lei, abbassò lo sguardo, lui la strinse più forte e lei mise le sue mani sul suo torace per allontanarlo ma non si scostò di un millimetro “ti prego non farlo”-
-“Cosa non dovrei fare?” la sua voce era così dolce e il suo profumo così buono, lo aspirò chiudendo gli occhi, la sua bocca era pericolosamente vicina alla sua “cosa non vuoi che faccia?”- il suo alito caldo sapeva di tabacco, era dolce e invitante e lei sospirò
-“Non baciarmi, ti prego Lucius non farlo”-
-“Continui a raccontare bugie” con una mano sulla schiena la teneva stretta a se, l’altra si intrufolò tra i suoi capelli accarezzandole la nuca, la bocca si avvicinava pericolosamente finché sfiorò la sua “apriti per me amore” lei scosse la testa “ti prego piccola” lei ebbe un brivido e lui tuffò la sua lingua nella bocca di lei, appena le lingue si toccarono una scossa li percorse entrambi, lei si aggrappò al risvolto della giacca di lui, il bacio si fece più intenso e sconvolgente, quando lui alzò il viso erano tutti e due senza fiato, gli occhi di lei erano velati di passione. Un rumore li svegliò da quel dolce torpore. Malfoy si scostò e lei barcollò leggermente, lui sorrise soddisfatto “pensa a come potrebbe essere, se un bacio ci dà tutto questo pensa come sarebbe fare l’amore” lei gemette piano “esatto piccola, sarebbe sconvolgente” un altro rumore più vicino fece scostare ancora di più l’uomo “Hermione” la chiamò serio e lei lo fissò attenta “non so cosa state combinando ma direi niente di buono, per voi. Qualunque cosa tu stia organizzando fai in modo che funzioni, il che vuol dire che devi farmi fuori perché altrimenti saranno guai, guai molto seri per tutti. In quanto a te, comunque vadano le cose hai solo una possibilità, ricordatelo”- Hermione lo fissò piangendo, in un attimo lui non c’era più, si era smaterializzato.
La ragazza ancora tremante entrò in bagno, si infilò nel loculo e chiuse la porta a chiave, scoppiò a piangere (cosa devo fare ora) pensò (ora è sicuro che io…che io) prese della carta igienica e si soffiò il naso (adesso ne è sicuro anche lui di quello che provo, perché non sono riuscita a respingerlo, perché sono così debole e stupida. E’ così bello e sexy e quel profumo è così inebriante) riprese a piangere (chissà com’è fare l’amore con lui, quelle mani grandi sul mio corpo e la sua bocca) un lungo brivido seguito da un gemito la riscosse da quei pensieri. Si alzò sistemandosi, uscì avvicinandosi al lavandino, si lavò le mani e il viso arrossato. Uscì e incrociò Harry nel lungo corridoio buio.
-“Finalmente, eravamo preoccupati pensavamo fossi caduta nello scarico”- rise l’amico
-“C’è mancato poco”- tentò di scherzare la giovane. Una volta alla luce lui la scrutò
-“Che ti succede?”-
-“Niente, effetto vino”- buttò
-“Hermione?”-
-“Cosa”- lui la prese per un braccio fermandola
-“Cosa intendeva Silente con quella sparata di questa mattina?”-
-“Non lo so Harry”- mentì lei
-“La verità Herm”- intimò
-“Ti giuro che non so di cosa parlasse. Io e Malfoy non siamo mai stati nello stesso posto all’infuori che nei combattimenti, non so che dirti davvero. Dovrai chiedere a lui perché io non so proprio cosa dirti”-
-“Va bene tesoro scusami. Vieni hanno portato il dolce e un vinello bianco che è una cosa fantastica”-
-“Sarà meglio sbrigarci allora prima che lo bevano tutto”- tentò di scherzare la giovane
Tornarono al tavolo e ripresero a banchettare ma lei non riusciva più a partecipare, sorrideva, qualche volta riusciva anche a ridere ma poi tutto si smorzava, Harry aveva notato il suo cambiamento e la scrutava intensamente, non riusciva a capire ma c’era qualcosa che non andava. Ne parlò con Ron e anche lui confermò i suoi sospetti, in quel bagno le era successo qualcosa e loro volevano sapere cosa.
Tornarono in ufficio e lei si chiuse nel suo, prese una burrobirra dal frigo e con la bacchetta la scaldò al punto giusto, la bevve direttamente dalla bottiglia ed è in quel momento che entrarono i due amici.
-“Non hai bevuto abbastanza per oggi?”- chiese Harry togliendole la bottiglia dalle mani
-“Fatti gli affari tuoi”- intimò la ragazza
-“Siedi Hermione”- ordinò Harry
-“Non usare quel tono con me, andate fuori tutti e due, io devo lavorare”- gli indicò la porta ma loro non si mossero di un millimetro
-“Cos’è successo in quel bagno e cosa intendeva Silente?”- sillabò astioso
-“Ti ho già detto che non lo so, e non è successo nulla in quel bagno”- sibilò
-“Non può essere te ne sei andata allegra e un po’ brilla, sei stata via almeno venti minuti e torni con una faccia di chi ha visto un fantasma e in più avevi pianto”-
-“E allora” li aggredì “dove sta la sorpresa scusa, fra cinque giorni cercheremo di fregare l’uomo più crudele e cattivo dopo Voldemort, se non ci riesce tutti i miei amici ad uno a uno verranno uccisi e la colpa sarà solo mia” si gettò sul divano tremante “e per finire comunque vada dovrò seguirlo, farà di me quello che vorrà e disporrà di me come vorrà” puntò i suoi occhi in quelli verdi dell’amico “non credi che possa avere un qualche motivo per piangere” un brivido la percorse “se penso alle sue mani su di me” chiuse gli occhi sospirando “chiudete la porta mentre uscite”-
-“Va bene”- i due giovani uscirono.
Lei fece una risata di scherno verso se stessa (ha ragione lui, sono una gran bugiarda) pensò. Scoppiò a piangere rannicchiandosi in posizione fetale sul divano.



 
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miria
view post Posted on 12/12/2008, 10:11




buona mattina a tutte voi di WR.
ecco qua il quarto capitolo. Buona lettura
viao miria :wub:


Una maledetta sfortuna



CAPITOLO QUARTO

Era già giovedì sera ed Hermione stava sclerando, doveva essere tutto perfetto, un piccolo errore e per loro era la fine. Il parco non aveva recinto quindi non si poteva bloccare la materializzazione, non potevano usare l’incantesimo della disillusione, più sicuro per tutti, in un altro luogo sarebbe stato perfetto ma lì non c’erano abbastanza alberi da potersi mimetizzare con loro, o per lo meno non così vicini. Avrebbero dovuto usare quello dell’invisibilità, ma questo comportava il dover prestare maggior attenzione a tutto quello che li circondava.
Appoggiò la testa sullo schienale della poltrona, si stiracchiò le braccia e la schiena indolenzite. Un leggero bussare la distrasse
-“E’ ora di andare a casa”- la sollecitò Harry
-“Non ho finito”-
-“Per oggi si” la fece alzare “andiamo”-
-“Aspetta, devo mettere la cartellina al sicuro” la mise dentro ad un cassetto e con la bacchetta lo chiuse ermeticamente “ora possiamo andare. Harry?”-
-“Cosa?”-
-“Devo passare da casa, devo prendere della biancheria e altre cose”-
-“Non c’è problema tesoro”-
-“Grazie”- lui la prese sotto il braccio scortandola fuori
Arrivati davanti al palazzo scesero dal taxi, Harry lo pagò
-“Puoi aspettarmi qui, faccio in un attimo”-
-“Sbrigati non mi piace, ho una sensazione strana”-
-“Corro”- aprì il portone, raggiunse l’ascensore e salì al sesto piano, prese le chiavi dalla borsa ed entrò. Appena varcata la soglia trovò una busta verde, l’aprì e ne estrasse un foglio anch’esso verde, l’intestazione portava lo stemma della casata dei Malfoy, un lungo brivido le percorse la schiena. In bella calligrafia poche righe:

Non puoi nasconderti a me
so benissimo dove ti trovi
e anche che stai escogitando qualcosa

L. M.

Hermione si guardò intorno circospetta, con la bacchetta ben salda tra le dita –“che sto facendo?” pronunciò mettendola via “se lui fosse qui a cosa mi servirebbe questa. A niente, contro di lui assolutamente a niente”- entrò in camera e riempì la borsa con alcuni slip e canotte, prese qualche maglioncino leggero, una camicia, e due paia di jeans, le piacevano quei pantaloni tipicamente babbani, erano pratici e molto comodi. Tornò in strada dove Harry stava scalpitando.
-“Alla buon’ora”- l’aggredì
-“Piantala Harry e leggi qui”- allungandogli la busta
-“Dove l’hai trovata?”- chiese aprendola lentamente
-“Appena dentro la porta”-
-“Maledetto stronzo, quindi ti ha cercata?”-
-“Così sembra. Ma quel che è peggio è che sa che stiamo tramando. Come fa a saperlo?”-
-“Non lo so”-
-“Una talpa?”-
-“No è escluso”- dichiarò sicuro
-“Perché scusa?”-
-“Perché si” si impuntò “non posso pensare che possa esserci questa possibilità. Sono i nostri amici Herm, non voglio neppure vagliare la possibilità che tra loro ci sia una spia”-
-“Neanche io a dire il vero”-
-”Non essendo uno stupido deduco che se lo aspetti, voglio dire è chiaro che chiunque al tuo, al nostro posto tenti in qualche modo di fermarlo”-
-“Mi piace di più come spiegazione”-
-“Anche a me”- Harry sorrise accarezzandole una guancia, lei si strinse a lui in un abbraccio di conforto. Nessuno dei due si avvide della figura incappucciata di nero che li osservava dal tetto della casa di fronte.
Si misero al riparo da occhi indiscreti dentro ad un portone poi si smaterializzarono trovandosi nel salotto della casa di Harry.
-“Sono distrutta me ne vado a letto, ci vediamo domani”-
-“Brucio questa poi vado anch’io”-
-“Perché la bruci?”-
-“Non vorrei fosse un passaporta, non vorrai vedertelo spuntare in camera vero?”- tentò di scherzare lui
-“Ci mancherebbe, certo che no” (bugia-bugia-bugia) “Hai ragione come sempre, non ci avevo pensato”- il cuore le batteva all’impazzata
-“Solo che in due facciamo per uno”- scherzò Harry
-“Bella battuta. Buona notte Harry”-
-“Buona notte tesoro, dormi bene”-
°O°
Il sabato arrivò in un baleno, si trovarono per fare il punto della situazione. Herm aprì la pianta del parco.
-“Io sarò qui in riva al lago, voi vi apposterete tutti intorno a me, userete l’incantesimo dell’invisibilità quindi state attenti a non stare troppo vicini alle persone. Io ho deciso di prendere la pozione della dimenticanza, sono troppo nervosa e ho paura, quindi sono inaffidabile, dimenticherò solo la strategia e il fatto che voi siate li, fino a quando Harry mi verrà vicino iniettandomi il siero” li guardò uno ad uno “vi prego state attenti lui sa cosa stiamo facendo”- otto facce sbigottite la guardarono sconvolti
-“Che significa lui sa? E perché tu saresti inaffidabile sei sempre stata determinata e fredda in qualsiasi occasione”- chiese confusa Lavanda
-“Sono troppo coinvolta, lui mi è stato troppo vicino toccandomi e sibilando il suo veleno a pochi centimetri e io ho avuto una paura del diavolo” guardò Neville che le sorrise comprensivo “per quanto riguarda l’altra questione, non sa cosa stiamo organizzando ma sa che stiamo facendo qualcosa, mi ha lasciato una lettera giovedì sera”-
-“Dove? Come?”- Ron balzò in piedi
-“Calma Ron. A casa mia era sotto alla porta”-
-“Figlio di puttana”- attaccò rabbioso
-“Ti prego Ron sono già abbastanza nervosa di mio, non ti ci mettere anche tu”-
-“Scusa ma…”- un’occhiata di Harry lo zittì definitivamente
-“Rimettiamoci al lavoro. Quando Malfoy arriverà dovrete circondarlo, io non potrò darvi una mano quindi dovrete stare attenti anche a me, comunque vi avvicinerete con calma e lo attaccherete insieme, visualizzate il suo bastone se riesce a raggiungerlo…” chiuse gli occhi sospirando “dobbiamo immobilizzarlo prima che riesca a reagire altrimenti nel minore dei casi sparirà, nel peggiore rischiamo che uno di noi ci lasci le penne. Vi è tutto chiaro? qualche domanda?” nessuno disse una parola “bene, ci troviamo qui domani a mezzogiorno”-
°O°
Il parco era inondato di sole, Hermione aveva un paio di Jeans reputati più sicuri di una gonna, e una camicia di lino bianca a maniche lunghe e allacciata fino al collo, a dire il vero aveva caldo ma niente l’avrebbe indotta a slacciare neppure un bottone o a tirarsi su le maniche. Era nervosissima. Prese una poltroncina e si mise seduta, si guardò intorno con circospezione, niente, non vedeva niente di sospetto, tirò un lungo sospiro e prese il libro che aveva portato cominciando a sfogliarlo.
-“Allora sei venuta” la ragazza scattò in piedi facendo cadere il libro di poesie. Lui le sorrise “nuova armatura?” indicando l’abbigliamento “non serve a nulla sei bellissima e sexy anche così. Dove sono i tuoi amici?”-
-“N…non so di cosa parli”- lui la fissò intensamente e lei si sentì scrutare fin dentro l’anima
-“Pozione della dimenticanza, mmm… interessante”-
-“Co…me?”- lei era confusa. Lui la prese per una mano accarezzandole il palmo
-“Siedi piccola” si rimise sulla poltroncina, lui si chinò davanti a lei, alle sue spalle il lago, davanti il parco, niente copriva la sua visuale “cos’hai deciso?”- le chiese dolcemente
-“Io…io non…non lo so”-
-“Non è quello che mi aspettavo”- disse gelidamente guardandola, lei rabbrividì. Si alzò in piedi rigido, lei gli prese la mano spaventata
-“No aspetta, non andare”- lo pregò
-“I patti erano questi, o vieni con me o tutto il tuo mondo va a rotoli”- sibilò impassibile, lei si sentì ghiacciare in tutto il corpo
-“Va bene” era sconfitta e lo sapevano entrambi, lui sorrise ma non arrivò agli occhi “vengo con te ma prima devo fare delle cose”-
-“Per esempio?”-
-“Salutare i miei amici e prendere le mie cose”- alcune lacrime avevano preso a scorrerle lungo le guance, lui le asciugò coi pollici
-“Troverai tutto quello che ti serve dove andremo, per quanto riguarda il salutare non lo farai”-
-“Io…”- la interruppe con un gesto della mano
-“Tutti loro sanno esattamente cosa sta succedendo visto che li hai informati del nostro piccolo accordo, quindi li hai già salutati”- aveva parlato dolcemente ma con fermezza, non c’era bisogno di aggiungere altro
-“Come vuoi”- abbassò la testa vinta
Un movimento strano attirò l’attenzione dell’uomo, avvicinò la ragazza a se, tirò fuori la bacchetta e scrutò attentamente intorno a se
-“Che succede?”- chiese spaventata
-“Sta zitta”- ordinò secco
Un uomo stava cercando di fare jogging, la sua notevole mole lo rendeva abbastanza ridicolo, proseguiva a zig-zag per il prato, sembrava dover cadere da un momento all’altro. Il suo viso inondato di sudore gli faceva bruciare gli occhi, se li deterse con la mano sbilanciandosi ulteriormente e andando a sbattere contro qualcosa che proprio non vide. Forse perché non c’era nulla da vedere. Harry imprecò violentemente cadendo a terra e tornando visibile, anche l’uomo cadde pesantemente.
-“Duddley?”- Harry era sbigottito, erano più di cinque anni che non lo vedeva
-“Harry?”- ansimò pesantemente il cugino
-“Brutto idiota”- lo aggredì
Lucius aveva visto tutta la scena e un sorriso crudele spuntò sulle sue labbra, si fece scudo con la ragazza
-“Ma che bravi”- ringhiò
-“Non capisco, che succede?”-
-“Sei veramente brava amore mio”- la sua mano premeva sullo stomaco della ragazza, salì fino a sfiorarle il seno che strinse in una erotica carezza, lei tremò e lui le baciò la guancia fino all’orecchio che mordicchiò.
Nel frattempo Ron aveva seguito la scena di Harry e quel cretino del cugino, così di come Malfoy che aveva a sua volta visto tutto e di come si facesse scudo della sua amica
-“Harry” gridò “ti ha visto”-
-“Fuori tutti” gridò il moro. Tutti riemersero dalla loro invisibilità
Lucius ghignò sarcastico –“Bene, bene” li guardò uno ad uno mentre si avvicinavano puntando le loro bacchette incuranti di alcuni babbani che li guardavano con occhi sbarrati “sono troppi anche per me” la prese per i capelli facendole girare la testa e la baciò sulla bocca “mi dispiace amore, adesso si che ti conviene salutarli perché da domani qualcuno di loro non ci sarà più”-
-“No aspetta” gridò “ti prego” era già sparito “che ci fate qui?” inveì. Harry le iniettò il siero e la mise seduta. Dopo pochi minuti si alzò in piedi sconvolta “cazzo-cazzo-CAZZO!! CHE ACCIDENTI E’ SUCCESSO”- sbraitò incazzata come non mai.
Lupin arrivò con Daddley trattenuto da un braccio
-“Ecco cosa è successo”- disse Remus
-“E questo chi diavolo è?”- lo aggredì lei
-“E’ il mio cuginetto Daddy”-
-“Tuo cugino? E che ci faceva qui?”-
-“Jogging”- disse schifato Harry
-“Jogging? I miei amici moriranno perché questo…questo essere schifoso ha deciso proprio oggi di farsi venire un infarto?”-
-“Che cavolo succede Harry?”- chiese con la sua solita voce insulsa
-“STA ZITTO IDIOTA” gridò Hermione scagliandogli un pugno in pieno viso facendolo cadere con un tonfo “Dio mio ragazzi che tragedia”- grosse lacrime presero a bagnarle il viso
-“Non ti preoccuperai per lui spero?”- chiese Ron guardando quell’ammasso di lardo che si teneva il naso sanguinante
-“Ma chi se ne frega di lui. Io sto pensando a Malfoy” si sedette sull’erba “mi ha detto di salutarvi perché da domani qualcuno di voi mancherà” scoppiò a piangere “che cazzo facciamo adesso”-
°O°
Il lunedì mattina si presentò piovoso e freddo.
Moody arrivò a casa di Harry per prelevare Hermione e portarla in ufficio, erano le otto e il ragazzo era già uscito da un pezzo.
-“Ciao Alastor arrivo subito”-
-“Non c’è fretta” la guardò attentamente, il viso della giovane era segnato dalla stanchezza “dormito poco?”-
-“Dormito niente vorrai dire”-
-“Mi dispiace per come sono andate le cose”-
-“Il problema è che il peggio deve ancora arrivare. Se non staremo attenti sarà una carneficina”-
-“Temo di si”-
-“Il fatto è che non avrà fine, mai. Lui non si fermerà fino a che non li ucciderà tutti e poi mi porterà via”- il viso era pieno di lacrime
-“Non piangere tesoro” l’abbracciò stretta “può darsi che trovi un altro gioco che lo attragga di più”-
-“No Alastor, sono dodici anni che aspetta”-
-“Non capisco”-
-“Sono dodici anni che aspetta che io fossi pronta per lui”-
-“Mio Dio”- disse sgranando gli occhi
-“Esatto”- disse sconsolata

 
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miria
view post Posted on 22/12/2008, 20:50




Salve gente, ecco a voi il 5° cap.
auguro a tutti un Buon Natale e un felicissimo anno nuovo.
buona lettura. cio miria :ang2:

La resa


CAPITOLO QUINTO

Gli uffici erano silenziosi, troppo silenziosi, Herm si guardò intorno disorientata, nessuno che girava per i corridoi, nessun crepitio di qualche passaporta, nulla di nulla.
Bussò all’ufficio di Harry, nessuna risposta sbirciò dentro, vuoto.
Provò da Ron nulla, vuoto anche quello.
Una sensazione sgradevole si impossessò di lei. Entrò nel suo ufficio e si mise al lavoro, aveva qualche difficoltà a concentrarsi ma fece del suo meglio.
Dopo un paio d’ore dalla porta entrò Harry e Ron, tutti e due sconvolti e con gli occhi rossi.
-“Che c’è? Cos’è successo?” un groppo alla gola rischiò di soffocarla, gli occhi si riempirono di lacrime “No”- sussurrò sconvolta
-“Neville e Lavanda”- disse Ron buttandosi a sedere sulla poltroncina davanti a lei
-“Oddio ti prego no”- singhiozzò coprendosi il viso con le mani
-“Li abbiamo trovati nel loro letto, prima di ucciderli li ha svegliati” si sedette deglutendo a fatica “li ha fatti sedere e appoggiare alla testiera del letto. Erano abbracciati e Lavanda aveva uno sguardo terrorizzato. Non hanno sofferto gli ha lanciato subito l’Avada senza torturarli”- Harry piangeva come anche Ron
-“Che animo nobile” sussurrò Hermione rannicchiandosi sulla poltrona, abbracciò le ginocchia piangendo per i suoi amici “devo…andare da lui” singhiozzò disperata “devo fermare tutto questo”-
-“No Herm, non puoi piegarti alla sua volontà”- ribadì Ron
-“Che accidenti blateri Ron. Qui non si tratta di volontà qui si parla di vite umane, qui si parla di tutti voi. Dio mio che ho fatto di così terribile, ho sempre cercato di agire per il bene degli altri, ho sempre cercato di essere amica di tutti, ho sopito quello che di male c’è in me. Cosa devo fare ora? COSA VUOI DA ME?”- un grido di dolore scaturì dalla sua gola, piangeva senza ritegno, si sentiva svuotata da ogni energia, si sentiva in trappola e maledettamente in colpa
-“Smettila tesoro” Harry la prese per le spalle alzandola, la strinse forte e lei si aggrappò a lui disperata “non è colpa tua angelo”-
-“Non chiamarmi così. Non sono un angelo sono un diavolo travestito da angelo”-
-“Stai dicendo cose senza senso, smettila ti prego”-
-“Dovrei essere morta io non loro, io dovevo morire”-
-“Basta” Harry la scostò leggermente “adesso basta, cerca di tornare in te” ordinò secco, lei lo guardò sconvolta “ti ricordo che tu sei Hermione Granger, Auror e comandante di strategia logistica, membro dell’Ordine della fenice. Non sei una onnetta fragile, ma un soldato coraggioso abituata a combattere, in tutte le guerre ci sono delle perdite e questa non è da meno, dobbiamo solo organizzarci e trovare una soluzione per fermare il nostro nemico, quindi piantala di piangerti addosso e datti da fare”- si scostò da lei quella sfuriata aveva fatto bene ad entrambi, si scrollarono di dosso quell’apatia
-“Va bene” dichiarò guardandolo fisso negli occhi “richiamiamo tutti e cerchiamo di metterci al sicuro e poi?”-
-“E poi troviamo un modo per farlo fuori”- disse il comandante di settore degli Auror
-“Ma dai! Che idiota a non pensarci prima, chissà perché in questi quattro anni non ci abbiamo provato prima”- disse ironica
-“Non usare quel tono sarcastico con me” intimò “vogliamo almeno provarci”- sibilò scontroso
-“Secondo te in questi anni che cazzo abbiamo fatto oltre a preoccuparci di quello stronzo di Voldemort”- si rimise seduta
Un bussare alla porta li distrasse, fece capolino Justin un loro collega –“Vi chiedo scusa ma si sentono le vostre urla qua fuori”-
-“E chi se ne frega”- l’aggredì lei
-“Come non detto”- chiuse piano la porta sparendo dalla loro vista.
Hermione abbassò la testa appoggiando la fronte sulla scrivania, riprese a piangere –“Mi dispiace ragazzi”- mise le braccia sotto la testa nascondendo il viso alla loro vista
-“Non preoccuparti”- la consolò Ron
-“Da dove cominciamo”- alzò la testa asciugandosi il viso
-“Come hai detto prima ci riuniamo per cominciare”- disse Harry, gli amici annuirono
-“Va bene, chiamate tutti”- Hermione si alzò “torno fra un’ora”-
-“Dove vai?”- chiese Ron
-“Fuori, ho bisogno d’aria”-
-“Ti sembra saggio?”- domandò Harry
-“Quel che è fatto è fatto. Se mi trova e mi porta via tutto finirà da adesso altrimenti torno tra un ora”-
-“Non così Herm, ti prego stai attenta”- la pregò Harry
-“Non preoccuparti”- la sua voce era stanca e demoralizzata. Uscì.
-“Perché l’hai lasciata andare Harry?”- Ron lo guardò stupito
-“Credi che sarei riuscito a fermarla? Ma l’hai vista? Non sembra affatto la nostra ragazza” si passò le mani tra i capelli “ha detto una cosa molto strana”-
-“Cosa?”-
-“Ho sopito il male che c’è in me, e sono un diavolo travestito da angelo, ci sta nascondendo qualcosa è ho tutto l’intenzione di scoprire cos’è. Riunisci tutti, io prendo un passaporta e vado da Silente, è l’unico che può aiutarci adesso”-
-“Va bene, ci vediamo fra un’ora allora?”-
-“Si”- uscirono ognuno diretti alle proprie mansioni
°O°
Harry arrivò direttamente nell’ufficio del preside, si guardò intorno ma Silente non era nei paraggi. Si mise seduto su di una poltrona, i predecessori lo scrutavano
‘Cosa ti tormenta ragazzo?’ chiese uno di loro
-“Salve Thaddeus, sono preoccupato per una mia amica”-
‘La piccola Hermione presumo?’
-“Cosa ne sai di questa cosa?”- si alzò avvicinandosi al quadro
‘Non credo tocchi a me dirti certe cose’
-“Andiamo se non so come faccio ad aiutarla”-
‘Mi dispiace Harry, ma dovrai aspettare Silente, non credo sia il caso che io lo surclassi’
-“Capisco. Solo una cosa”-
‘Se posso volentieri’
-“Lei e Malfoy sono collegati in qualche modo?”- il vecchio predecessore tossì imbarazzato
‘Diciamo in qualche modo’ la porta si aprì lasciando entrare Silente
-“Oh ciao Harry”-
-“Professore”- lo salutò
-“Ho sentito cosa è successo, un duro colpo per tutti”-
-“Già” aspettò che si fosse seduto “smettiamola di girarci intorno per favore, non ho molto tempo e ho bisogno di risposte”- affermò sbrigativo
-“Lo so, ma non credo che se lei non vuole che si sappia io possa fare diversamente”- Harry fece finta neppure che il vecchio avesse parlato
-“Perché si definisce un diavolo travestito da angelo? E perché afferma di aver sopito il male che c’è in lei? Che diavolo significa?”-
-“Harry hai sentito che t’ho detto?”-
-“Si ma non me ne frega niente, tutti i miei amici sono in pericolo a partire da lei”- intimò
-“Ed è qui il tuo errore, lei non è mai stata in pericolo”-
-“Che significa?”- chiese stupito
-“Voi siete in pericolo non lei. Lui non le farebbe mai del male”-
-“Beh che lui la voglia questo è chiaro, ma…ma lui è un Mangiamorte, certo che le farà del male”-
-“No Harry, lui è pazzo di lei e lei lo ricambia, ecco perché dice che ha sopito il male dentro di lei”-
-“Io…io credo di…di non aver ca…capito”- balbettò il ragazzo
-“Hai capito benissimo. Lei sa che è male questo suo sentimento ecco perché ha cercato in tutti questi anni il modo di dimenticare e di tenerlo sotto controllo”-
-“Non può essere, non ci credo, non la mia Herm”-
-“Fatti un esame di coscienza. Quando stavate insieme quanto le eri vicino? e quanto lei a te? il suo coinvolgimento lo avresti potuto definire totale come due persone innamorate dovrebbero essere?” Silente lo guardò attentamente e il ragazzo sospirò “esatto Harry, esatto”-
-“Cosa devo fare ora?”-
-“Devi lasciarla andare”-
-“Con lui?” il vecchio annuì “ma lei non vuole”-
-“Lo so, ha paura e la capisco, lui l’amerà e non le torcerà un capello ma l’annienterà, la integrerà interamente nel suo essere e lei non avrà più scampo. Ma è l’unico modo per voi di salvarvi perché ti assicuro che lui non si fermerà davanti a nulla”-
-“Ha chiesto il mio aiuto”- disse sconsolato
-“E tu daglielo, ma valuta anche quello che questo può voler dire per tutti voi”-
-“Va bene” si alzò in piedi “adesso vado perché sta per iniziare una riunione” allungò la mano che prontamente il preside strinse “grazie”-
-“Mi dispiace Harry”-
-“Già”- prese dalla tasca il passaporta e lo azionò.
°O°
I ragazzi erano già arrivati, quando Harry entrò incrociò lo sguardo di Ron, lui scosse la testa e il rosso annuì. Ne avrebbero parlato in un altro momento.
-“Bene signori, come avrete capito siamo nei guai fino al collo”- disse Harry
-“Che facciamo adesso?”- chiese Calì con gli occhi rossi dal pianto
-“Dobbiamo stare uniti il più possibile, il che vuol dire cambiare le nostre abitudini, non rimanere mai soli o appartarci in luoghi isolati e cose di questo genere”-
-“E impensabile, lo puoi fare per un po’ ma certo non per sempre”- proferì Hermione
-“Allora cosa vorresti fare?” l’aggredì “andare da lui a farti coccolare”- lei sbarrò gli occhi e tutti gli altri lo guardarono stupiti
-“Ti prego Harry, che stai blaterando?”- chiese Fred cercando di calmarlo
-“Perché non lo chiedi a lei?” sibilò ostile “ho fatto come mi hai detto l’altro giorno al ristorante e ho chiesto a Silente, è stato molto illuminante”- inveì scontroso. Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime, fece un passo indietro e fuggi fuori dalla porta
-“HERMIONE” gridò Ron correndogli dietro “che cazzo fai?”- ringhiò verso l’amico, sparì cercando di raggiungerla
-“Che succede Harry?”- Lupin lo prese per un braccio girandolo verso di se, lo guardò in viso e vide tutto il dolore di un uomo mortalmente ferito
-“Mi dispiace scusate, scusatemi tutti” uscì e raggiunse il proprio ufficio e si butto sulla poltrona (che cavolo combini Harry, lei ha paura e tu l’aggredisci) “maledizione” picchiò un pugno sulla scrivania e il calamaio si rovesciò, l’inchiostro prese ad allargarsi formando una pozza di liquido scuro. Lui lo guardò affascinato incantandosi, un rumore lo distrasse, prese la bacchetta e pulì tutto (è innamorata di lui, non ci posso credere com’è potuto succedere, l’unica volta che si sono avvicinati così tanto da potersi parlare lei aveva dodici anni, com’è potuto succedere, quando è successo?) pensò scervellandosi. “QUANDO MALEDIZIONE, QUANDO?”- gridò. Si alzò fece il giro della scrivania quando lei entrò seguita da Ron
-“Quando avevo dodici anni”- confessò
-“Dai Herm non può essere, eri una bambina e lui era un adulto di trent’anni”-
-“Trentadue si. Mi sono innamorata di lui quel giorno si”-
-“E lui? Come fai a sapere che anche lui…”-
-“Me l’ha detto, mi sta aspettando da allora”-
-“Cosa vuoi tu esattamente Hermione?”-
-“Cosa voglio io? Vorrei che il tempo tornasse indietro e che tutto tornasse a una settimana fa”-
-“Non si può fare, neppure con il giratempo. Quindi ti richiedo, cosa vuoi?”-
-“Vorrei rimanere qui e continuare il mio lavoro, vorrei trovare un uomo che non sia un Mangiamorte”-
-“Quindi non vuoi andare da lui?”- voleva una conferma precisa
-“No ma” i due amici la guardarono intensamente “ma se questa cosa che sta succedendo non cesserà io andrò, non posso permettere che lui uccida ancora per colpa mia”-
-“OK. Torniamo di la e facciamo un piano, forza”-
°°°
Decisero di unirsi in tre gruppi, sarebbero sempre stati insieme. Il martedì passò senza incidenti e loro sospirarono di sollievo. Il mercoledì Calì e Seamusn dovettero fare svariati giri in archivio per consultare delle mappe. Il ragazzo la stava aspettando qualche decina di metri più avanti quando vide una luce verde provenire da dietro l’angolo, appoggiò i rotoli di pergamena e impugnò la bacchetta, non fece che due passi che un nuovo fascio verde lo raggiunse al petto, si accasciò senza un fiato. Un fruscio di un lungo mantello nero si intravide appena per poi sparire così com’era venuto.
Furono trovati un’ora dopo quando Lupin facendo parte del loro gruppo non li sentì al consueto passarsi voce ogni quindici minuti. Erano tutti in archivio quando videro le gambe del ragazzo spuntare dall’angolo del corridoio.
-“NO” gridò Hermione correndo “Oddio ti prego no” quando giunse dinnanzi a lui si inginocchiò al suo fianco, la bacchetta a pochi centimetri dalle sue dita, lo girò per vederlo in viso, lo sguardo era stupito. Tutti gli amici erano dietro di lei sconvolti, lei scoppiò a piangere “ha…ha tentato…Dio mio ha tentato” alzò il viso guardandosi intorno e la vide dietro ad un grande scaffale, si intravedeva un braccio, le pergamene che aveva in mano erano tutte sparpagliate in terra, un bruciore intenso le si propagò al petto “CALI’” gridò, fece i pochi metri che la separava da lei in ginocchio, la guardò, il suo bel viso era terrorizzato, Hermione la prese per le spalle avvicinandola a se abbracciandola, scoppiò in singhiozzi bagnando il collo della ragazza “perdonami ti prego, ti voglio bene amica mia, perdonami ti prego” la stringeva così forte che ci volle tutta la forza di Harry e George per staccarla “è tutta colpa mia…è tutta colpa mia”- non aveva più la forza neppure per stare in piedi, George la prese tra le braccia
-“Portala nel suo ufficio e rimani con lei, Ron con loro” diede l’ordine con gli occhi pieni di lacrime. I due fratelli non poterono far altro che annuire. Guardò gli altri “portiamoli fuori di qui”-
Quando George e Ron entrarono nell’ufficio di Hermione trovarono un’altra sgradita sorpresa, lui era li, bello imponente e crudele, George depose la ragazza a terra lentamente, lei lo guardò sconvolta, non fecero neppure in tempo a proferire una qualsiasi parola che Gorge si afflosciò a terra colpito in pieno dall’Avada. Ron guardava il fratello impietrito, Hermione si chinò sul suo amico accarezzandogli il viso, le lacrime copiose scendevano solcandole il viso sconvolto, alzò gli occhi verso Malfoy.
-“Fermati ti prego, verrò con te ma fermati”- implorò
-“Bene. Avrai mie notizie”- disse distaccato. Sparì all’istante.
Ron non riusciva a muoversi, nessun suono usciva dalla sua gola, gli occhi sbarrati erano asciutti.
-“Ron?” Hermione gli accarezzò la guancia e lui girò la testa guardandola in viso “tesoro ti prego non…”-
-“E’ morto Herm, mio fratello è morto”-
-“Lo so tesoro”-
Un urlo agghiacciante si sentì dai corridoi, Fred entrò come una furia nell’ufficio, si bloccò guardando l’altra metà di se inerme sul pavimento
-“NO” gridò gettandosi sul corpo del fratello scuotendolo “non puoi, George ti prego non puoi lasciarmi solo” si gettò su di lui singhiozzando disperato “non posso stare senza di te” lo strinse forte baciandogli il viso “non morire, rimani con me ti prego”-
La scena era così straziante da indurre tutti i presenti a fare un passo indietro, Ron si inginocchiò vicino al fratello toccandogli la spalla, il viso inondato di lacrime, Fred lo guardò quasi con odio
-“Che cazzo è successo Ron, e tu dov’eri maledizione”- lo aggredì
-“Non abbiamo fatto in tempo a fare nulla Fred”-
-“Come può essere, due Auror come voi, non avete mosso un dito. Guarda Ron” disse indicando il gemello “guardalo, per colpa tua è morto”- tuffò il viso nel petto stringendo forte quel corpo inerme
-“E’ colpa mia Fred non sua” disse Hermione toccando la spalla dell’amico, lui si girò fulminandola e lei ritrasse la mano come se si fosse scottata
-“Questo lo so anch’io” ringhiò “che intenzione hai adesso, di farci ammazzare tutti?”- rincarando il suo astio
-“No” fece qualche passo indietro guardando tutti “chiedo perdono a tutti, vi prego cercate di perdonarmi”- prese le sue cose e uscì dall’ufficio. Harry la seguì
-“Hermione?”- lei non si girò
-“Perdonami Harry. Lui non vi farà più nulla, gli ho detto che vado con lui”-
-“Sei sicura Herm?”-
-“Si, cos’altro potrei mai fare. Harry?”-
-“Cosa?”-
-“Due cose devi fare per me”-
-“Tutto quello che vuoi”-
-“La prima è chiedere perdono a Molly e a tutta la famiglia, compresi anche per tutti gli altri”-
-“Lo farò”-
-“La seconda è” si girò lentamente guardandolo negli occhi “state attenti a Voldemort, adesso sarà un po’ più dura per voi, per poco che io facessi i miei piani li hanno sempre messi in difficoltà, ora sarete un po’ più scoperti”-
-“Lo so tesoro, cercheremo di attingere dai tuoi vecchi piani, la tua tattica la conosco abbastanza bene spero di riuscire anche a metterla in atto”-
-“Bene” si avvicinò accarezzandogli una guancia. Lui la strinse a se e lei ricambiò con slancio “ti voglio bene Harry, ti ho sempre voluto bene”-
-“Anch’io tesoro, mi mancherai da morire”-
-“Anche tu” si scostò leggermente e lo baciò sulle labbra “addio amico mio”- le lacrime le offuscavano la vista, le asciugò, si voltò e riprese a camminare verso il suo destino
-“Addio amore mio”- sussurrò il ragazzo :sigh:





 
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miria
view post Posted on 18/1/2009, 21:17




ed ecco qui il penultimo capitolo.
buona lettura :hug:

Coraggio


CAPITOLO SESTO

Hermione passeggiava per le vie di Londra, non aveva una meta, non sapeva neppure esattamente dove si trovava, stava girando ormai da ore e guardandosi intorno constatò di essersi persa. Fece una risata di scherno verso se stessa poi scoppiò a piangere, si appoggiò al muro tenendosi lo stomaco, i singhiozzi le stavano straziando l’anima e un dolore così forte si stava propagando per tutto il suo essere.
-“Signorina ha bisogno d’aiuto? Si sente male?”- Hermione sollevò il viso guardando la donna davanti a lei
-“No, la ringrazio non ho bisogno di niente”- si raddrizzò asciugandosi le lacrime
-“A me non sembra, la prego perché non ci sediamo un attimo in quel caffè”-
-“Non voglio disturbarla, sto bene grazie, adesso devo andare a casa”-
-“Come vuole”-
-“Grazie è stata molto gentile davvero” gli fece un sorriso “in quale parte della città ci troviamo? Temo di essermi persa”-
-“Si trova vicino al mercato delle pulci di Portobello Road”-
-“Sta scherzando vero?”- Hermione la guardò sbigottita
-“Da dove viene?”-
-“Dalle parti dell’Imperial College”-
-“Accidenti, ne ha fatta di strada”-
-“Sarà meglio che mi avvii” allungò la mano e la donna la strinse “grazie, lei non lo sa ma mi ha aiutato moltissimo”-
-“Mi fa piacere” la guardò intensamente “non è che sta pensando di buttarti nel Tamigi vero?”- domandò preoccupata. Hermione sorrise
-“No non ci penso proprio. Devo proprio andare. Arrivederci”-
-“Arrivederci”-
Prese la via del ritorno, certo avrebbe potuto trovare un posto riparato e smaterializzarsi ma aveva bisogno di scaricare la tensione, in più il pensiero di tornare a casa e magari di trovarci Malfoy la terrorizzava.
Quale sarebbe stata la sua vita ora? cosa l’aspettava esattamente? cosa avrebbe preteso da lei? Quelle domande continuavano a girarle per la testa, lui aveva una moglie, dove sarebbe stata collocata lei in tutto questo menage, se pensava che lei facesse certi giochetti se lo poteva scordare. Non aveva mai visto Malfoy Manor, probabilmente aveva un’ala adibita alle sue concubine, un moto di disgusto gli fece arricciare il piccolo naso.
Era ormai buio quando giunse nel suo quartiere, entrò nel negozio alimentare e prese un po’ di frutta e una bistecca di cavallo.
Si fece da mangiare e si mise davanti al televisore, le piaceva quell’aggeggio babbano, era un’ottima compagnia. Guardò il telegiornale, naturalmente degli avvenimenti accaduti al ministero neppure una parola, era tutto rigorosamente segreto, niente sarebbe mai potuto trapelare. Finì di mangiare, pulì la cucina e andò in bagno si spogliò e si mise sotto la doccia calda, appoggiò le mani alla parete e lasciò che l’acqua le scorresse su tutto il corpo, la tensione accumulata pian piano si sciolse, si lavò i capelli e il corpo, allungò una mano per prendere il telo ma non lo trovò, scostò la tenda e rimase impietrita, si coprì alla meglio.
-“Co…co…sa f…ai qui”- tremava di paura, lui le porse il telo
-“Sono venuto a prenderti”- comunicò guardandola negli occhi
-“Io…” deglutì, si avvolse il telo al corpo “io…va bene. Po…potresti a…aspettare di là”- lo pregò lei
-“Non c’è problema, ho tutto il tempo per guardarti”- uscì lasciandola spaventata e sconvolta,
le tremavano le mani ed ebbe non poche difficoltà nell’asciugarsi e a mettersi la biancheria. Sgattaiolò in camera e si mise i jeans e un maglioncino. (cosa devo fare adesso?) aveva così paura.
Suonò il campanello, panico, panico, panico totale. Si precipitò nel salotto, si guardarono, lei terrorizzata lui indifferente ma con la bacchetta già in mano
-“Aspetta ti prego” prese il citofono “chi è?…Si certo vieni pure” si girò. Gli andò vicino molto vicino “è…è Fred” deglutì con fatica “ti chiedo di aspettare in camera, cerco di sbrigarmi ma tu…ti prego non fargli nulla…ti prego”- mise una mano sul braccio della bacchetta
-“Non ho nessun motivo per ucciderlo”-
-“Emm, non farti vedere”- lo supplicò
-“Perché?”-
-“Perché gli hai appena ucciso il fratello, non voglio che lui ti veda e decida mosse avventate”- lui alzò il sopracciglio
-“Attenta a quello che fai”-
Bussarono alla porta, lei si girò di scatto –“Ti ho detto che vengo con te, non ho nessuna intenzione di avere anche lui sulla coscienza” bussarono di nuovo “arrivo” gridò “ti prego”- lo supplicò di nuovo, lui si diresse nella camera chiudendo la porta.
Hermione si tamponò i capelli con l’asciugamano che aveva sulle spalle, aprì la porta, Fred era lì, le spalle curve gli occhi rossi e il viso distrutto dal dolore. Un dolore lancinante le trapassò il cuore, gli occhi le si riempirono di lacrime
-“Posso entrare?”- chiese con voce rotta
-“Certo, ti prego vieni” lo fece accomodare sul divano “ti va un caffè o qualcos’altro, una burrobirra”-
-“Hai qualcosa di più forte?”-
-“Whisky incendiario?” l’amico annuì “ghiaccio?”-
-“No”- lei preparò due bicchieri, il suo con appena un dito quello del ragazzo lo riempì fino a metà, si avvicinò sedendosi di fianco
-“Fred io…io ti chiedo perdono” riprese a piangere “hai ragione è tutta colpa mia, l’unica tua consolazione sarà quella di sapere che finché vivrò questo rimorso me lo porterò sempre nel cuore e nell’anima”- lui l’abbracciò e lei pianse sulla sua spalla, Fred le accarezzava i capelli
-“Non piangere piccola, non è colpa tua” lei sollevò il viso “sono venuto apposta stasera, non volevo che tu te ne andassi con le mie ultime parole come ricordo. Mi dispiace, non pensavo a quello che ho detto, noi siamo le vittime come te, la colpa di tutto questo è di quello psicopatico di un Mangiamorte”- lei gli mise una mano sulle labbra, si era irrigidita e guardava verso la sua camera
-“N…non parliamo di lui, ti prego” si accovacciò meglio “come sta tua madre e gli altri?”-
-“Mia madre com’era prevedibile è disperata come tutti i miei fratelli” lei singhiozzò stringendosi a lui “ma nessuno incolpa te piccola” le mise un dito sotto il mento “guardami Herm” lei alzò i suoi occhi pieni di lacrime verso i suoi “nessuno mi capisci” lei annuì “nessuno pensa che tu sia la responsabile”-
-“Sei molto carino a dirmi questo”-
-“Io non sono carino, sono sincero ed è diverso” le baciò la punta del naso, lei gli accarezzò la guancia “sento così tanto dolore dentro che ho paura di rompermi in due, lui era l’altra mia metà e adesso io sono solo” chiuse gli occhi appoggiandosi al divano con la testa, le lacrime iniziarono ad uscire dai suoi occhi serrati “cosa farò Herm senza di lui, come posso vivere, mi è stato strappato metà cuore” bevve in un sorso solo tutto il suo Whisky “si vive con solo mezzo cuore?”- non voleva una risposta, non c’era una risposta
-“Tu lo devi fare Fred, tu devi vivere per George, guardami” lui aprì gli occhi “tu devi farlo perché lui avrebbe voluto che tu lo facessi”-
-“Sei sempre stata una gran donna”-
-“Ah si bella roba, guarda come sono ridotta. Ho distrutto la vita a cinque famiglie, i miei amici standomi vicina rischiano la vita, una gran donna non c’è dubbio, più che altro pericolosa come il veleno più potente”-
-“Smettila lo sai che non è vero. Herm?”-
-“Cosa?”-
-“Starai attenta vero?”-
-“Come?”-
-“Quando andrai con lui starai attenta vero? Cerca di non metterti in situazioni difficili, non agire d’impulso e prima di parlare pensaci dieci volte”-
-“Io…io, che stai cercando di dirmi Fred”-
-“Non voglio che uccida anche te Herm, quindi lascialo dire, lascialo fare, non ostacolarlo non…Dio Herm sei sicura di quello che stai facendo?”-
-“Si. Non preoccuparti per me ti prego, andrà tutto bene. Non posso rimanere abbiamo visto fin dove può arrivare” fece un lungo sospiro “se mi uccide avrò finito di soffrire ma non credo che lui mi voglia morta anzi, più lunga sarà la mia agonia e più lui godrà, ma non ho nessuna intenzione di facilitargli il compito”- sussurrò
-“Perché parli così piano”- sussurrò a sua volta il giovane
-“Non lo so forse ho paura che qualche orecchio indiscreto ci possa sentire”-
-“Devo andare, mia madre mi aspetta”- si alzarono insieme, lo accompagnò alla porta
-“Salutami tutti Fred, di loro che gli voglio bene e che sono profondamente addolorata per tutto”- lui la strinse forte tra le sue braccia, baciò delicatamente le sue labbra
-“Addio amica mia, sii sempre forte come hai sempre dimostrato in tutti questi anni”-
-“Lo sarò, addio Fred”- chiuse la porta appoggiandoci sopra la fronte, riprese a piangere
-“Psicopatico?”- ringhiò astioso. Lei sbiancò paurosamente, si girò lentamente, lui era a meno di un passo e lei si appiattì alla porta
-“Co…come? No, no hai c…ca…pito male”- strisciò di lato ma lui con un’occhiata la bloccò
-“Ho un udito che funziona benissimo” sibilò. Si fece avanti di qualche centimetro, ormai la sfiorava con il proprio corpo “allora?”-
-“Era arrabbiato”- cercò di giustificare l’amico
-“Avresti dovuto prendere le mie difese” lei sbarrò gli occhi sconcertata, lui fece un sorriso gelido “dovrai pur cominciare a difendere il tuo uomo”- Herm si sentì mancare, portò la mano al cuore disorientata
-“Io…io, tu…noi…”- non riusciva a formulare una frase compiuta, era terrorizzata e la sua vicinanza la stordiva
-“Dovrai parlare un po’ più chiaramente altrimenti i miei uomini non ti capiranno”- la prese in giro lui
-“U…uomini?”-
-“Esatto uomini”-
-“Mi…stai dicendo che mi passi ai tuoi uomini”- chiesi tra l’incredulo e lo sbigottito
-“Passare ai miei uomini?” lui strinse gli occhi freddandola “stai scherzando?” fece il passo fino ad inchiodarla contro il muro con il proprio corpo, abbassò la testa fino a sfiorare le labbra con le sue “tu credi che io abbia fatto tutto questo per darti ad altri” leccò le sue labbra e lei rabbrividì “tu sei già stata toccata anche da troppe mani maschili per i miei gusti, compreso quell’idiota di stasera, ti è piaciuto strusciarti contro di lui?”- intimò freddo come il ghiaccio
-“No…non mi sono stru…sciata” – sussurrò senza fiato
-“Oh si che lo hai fatto, ti sei appoggiata a lui stringendolo” sibilò “non lo farai mai più, nessun uomo ti toccherà mai più e tanto meno ti bacerà come ha fatto lui. Sei solo mia e lo rimarrai fino alla morte” con la mano salì dal suo fianco sfiorandola leggermente, la bocca si appoggiò sulle labbra di lei “aprile” ordinò. Lei le dischiuse e lui intrufolò la sua lingua, la mano si soffermò sul suo seno in una carezza sensuale, lei rabbrividì sospirando, lui aumentò le pressione della mano e il bacio si fece più intenso e travolgente, Herm appoggiò le mani sul torace dell’uomo.
Il suo profumo era inebriante e lei ne rimase stordita, sapeva di tabacco e di liquore, passò una mano sulla spalla sfiorandogli la nuca, lui la strinse a se e lei poté sentire la sua eccitazione premerle sull’inguine, si alzò sulle punte dei piedi per aderire meglio, lui staccò la bocca e lei si sentì morire, la baciò sul collo, sulla gola girando in torno per baciarla ovunque poi si impossessò di nuovo della bocca e lei sospirò di piacere. Si staccò guardandola negli occhi “allora?”-
-“Allora? Cosa?”- non ricordava più quale fosse la domanda, lui sorrise compiaciuto
-“Fino alla morte”-
-“Ho altra scelta”-
-“No”-
-“Quindi fino alla morte”- sgattaiolò fuori, prese il suo bicchiere che aveva lasciato sul tavolino e si versò dell’altro Whisky, questa volta aumentò la dose e ne bevve avidamente una buona quantità, lo stomaco le bruciò e mille lustrini le spuntarono davanti agli occhi
-“Non mi piace vedere la mia donna bere in questo modo”-
-“Allora girati dall’altra parte”- appena pronunciate si irrigidì, appoggiò il bicchiere
-“Non provocarmi bambina” ordinò “so essere dolce ma anche crudele come pochi e non credo tu voglia questo da me vero?”-
-“No, direi di no”- sussurrò sconfitta
-“Bene, direi che possiamo andare” lei si girò di scatto spaventata “che c’è? Lo sapevi fin dall’inizio che sarebbe successo”-
-“Si, si lo so. Lucius?” lui la fissò “non credi che potrei rimanere qui a casa mia e tu…tu potresti venire tutte le volte che vorrai…io…io sarei sempre qui a tua disposizione e…”-
-“No, tu avrai un posto tutto tuo anche se non come questo, avrai tutto lo spazio che ti occorre e tutte le comodità, ma dove voglio io, non tu, ma io. La differenza è che ora tu sarai a mia disposizione giorno e notte e sarò io a decidere del come e del quando tu potrai o meno fare una cosa. Non ti farò alcun male a meno che tu non mi porti al limite e ti avverto che il mio limite è decisamente molto vicino, sarai trattata come una regina, avrai servitori abiti e gioielli ma come in ogni monarchia che si rispetti solo uno da gli ordini”- la fissò intensamente
-“Il re”- affermò
-“Esatto” la prese per mano. Tirò fuori dalla tasca una grossa chiave “è la nostra passaporta”-
-“Dove andiamo?”-
-“Irlanda. Ho comperato per te un bellissimo maniero, l’ho fatto restaurare e ammobiliare, ho riempito il tuo guardaroba di vestiti e la cassaforte di gioielli, c’è una biblioteca che occupa circa trecento metri quadrati, addirittura ho preso uno di quei cosi” indicando la televisione, lei sorrise e lui ricambiò “un altro accidente per i dischi quelli piccoli”-
-“Uno stereo per cd?”-
-“Esatto, ho fatto tutto solo per te Hermione. C’è un parco enorme, ho preso dei cavalli in caso volessi imparare e tutto quello che vorrai io ti darò”-
-“Esclusa la libertà”-
-“Esclusa la libertà”- confermò lui
-“Va bene, facciamola finita e andiamo a vedere questa prigione”-
-“Tu mi ami e io amo te, ti abituerai e alla fine sarai anche felice”-
-“Può darsi Lucius, può darsi. Sempre che riesca a dimenticare su cosa si basa la nostra felicità”-
-“Dimenticherai anche loro, ti darò qualcosa d’altro di qui occuparti”-
-“Del tipo?”-
-“Bambini Herm, bambini”-
-“Bambini? Vuoi dei bambini?”- si stupì sgranando gli occhi
-“Certo che li voglio, sono secoli che aspetto un figlio tuo”- la strinse a se baciandola
-“Un bambino” sorrise “non ci avevo mai pensato”-
-“Beh, adesso ti conviene farlo. Sei pronta piccola”- lei annuì e un attimo dopo si sentì trasportare lontano, verso un’altra vita.
I suoi amici l’indomani trovando la casa vuota avrebbero detto che aveva avuto coraggio.

 
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~Wally •
view post Posted on 20/1/2009, 17:44




wow....vedo che qui nessuno ha mai commentato...mentre io trovo che questa storia sia molto bella....davvero! Complimenti!

Smack
 
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miria
view post Posted on 20/1/2009, 19:12




ehi...ma grazie. Sono felice che ti piaccia, un'altro grazie per aver segnato la tua presenza. kiss miria :bye:
 
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~Wally •
view post Posted on 26/1/2009, 17:59




ciao! sono ancora qua! xD ma quando hai intenzione di postare?? ho visto che gli altri hanno molta distanza l'uno dall'altro......

Smack
 
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miria
view post Posted on 27/1/2009, 18:02




ciao di nuovo, rispondo alla notifica che mi sono trovata via e-mail. Manca l'ultimo capitolo, ma purtroppo ora non ho tempo, ho aperto la posta perchè aspettavo un testo importante, sto preparando un esame, ma mi pareva giusto avvertirti che posterò presto, dammi solo qualche giorno per togliermi da questo impiccio che porta via tutto il mio tempo. grazie ancora ma devo proprio andare. ciao-ciao :canna:
 
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~Wally •
view post Posted on 27/1/2009, 20:59




noooo tranquilla! puoi metterci tutto il tempo che vuoi fai con calma! grazie comunque della risposta! ti capisco xfettamente io sono messa così mooolto spesso! POSTA CON CALMA! xD

SmCK
 
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~Wally •
view post Posted on 6/2/2009, 20:40




....ma hai ancora intenzione di postare oppure pensi di non riuscire più?

Smack
 
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miria
view post Posted on 16/2/2009, 21:58




Ed eccoci qui, settimo ed ultimo capitolo.
dedicato a Wally, grazie dell'apprezzamento :wub:

Irlanda



capitolo settimo

Qualche mese dopo
La campagna irlandese era tra le più belle esistenti. Hermione sulla collina scrutava il paesaggio, una distesa immensa circondava la loro tenuta. Lucius aveva acquistato praticamente tutta la vallata, il loro castello sorgeva sul cucuzzolo di quella collina rigogliosa, piena di alberi maestosi e sconfinate aree pianeggianti, l’erba era di un verde intenso e profumava di fresco, i fiorellini che crescevano naturalmente erano coloratissimi e profumati. La ragazza passava molto tempo a contemplare quel panorama, rimaneva a fissarlo per delle ore e in quel frangente pensava ai suoi amici lontani a quelli che non c’erano più e al dolore che le lacerava il cuore per il rimorso.
Su una cosa lui aveva avuto ragione, l’avrebbe tenuta impegnata ed era vero, non la lasciava mai sola troppo a lungo e quando erano insieme lei era troppo concentrata ad assecondarlo per stare troppo a pensare.
Quando giunsero la prima volta lei era rimasta abbagliata da tutto quello splendore, il castello era splendido e arredato esattamente come lo avrebbe fatto lei. I mobili erano tutti in stile ma non troppo, a lei non piacevano le cose troppo lavorate, quindi lui aveva adottato uno stile in arte povera, e a lei piacevano molto, tutto era in noce o mogano, tutti i camini erano in marmo nero con venature differenti per ogni stanza, solo nelle sue stanze erano bianchi. I pavimento anch’essi di marmo bianco con venature verdi ovunque ricoperti da tappeti pregiati. La stanza più bella rimaneva quella dei ricevimenti, era lunga una trentina di metri e larga otto, per riscaldarla c’erano voluti sei camini in marmo bordò, il soffitto era coperto da stucchi e affreschi raffiguranti i miti greci che lei amava particolarmente, quindici vetrate prendevano tutta una parete e tra l’una e l’altra delle statue in bronzo d’orato a grandezza naturale raffiguranti delle dee fungevano da candelabri. L’altra stanza se così la si poteva chiamare che amava era la biblioteca, occupava un’intera ala del maniero, ci perdeva delle giornate intere quando fuori pioveva, Lucius le aveva procurato un computer e lei si divertiva moltissimo cercando di capire come poteva funzionare quella macchina infernale come la chiamava lui. Gli aveva chiesto un’insegnante ma lui l’aveva guardata ghiacciandola e lei aveva accantonato l’idea, poi un pomeriggio era arrivato con una ragazza babbana di circa vent’anni, l’aveva trovata nel paese e lei si era resa disponibile ad insegnarle come funzionava. Le piaceva quella giovane donna, si chiamava Anna era allegra e divertente, l’aveva anche invitata ad uscire qualche sera con gli amici ma naturalmente aveva dovuto declinare l’invito.
-“Perché non vuoi uscire con me? Giuro che siamo dei bravi ragazzi”- rise Anna
-“Ne sono sicura ma io non posso proprio”-
-“E’ per lui vero?”-
-“Lascia stare ti prego, lui non è quello che sembra”-
-“Ti mette le mani addosso?” chiese ansiosa “si può denunciare sai”- Herm fece una risatina e lei la guardò stupita
-“No Anna non mi ha mai messo le mani addosso mai, ma ti conviene lasciar perdere, cerca di non metterti mai sulla sua strada se vuoi poter dire ‘domani’”-
-“Che significa?”-
-“Significa stai lontana da lui il più possibile. Andiamo avanti per favore?”- Hermione chiuse il discorso e Anna non fece mai più domande, non la invitò mai più ad uscire insieme, gliene fu molto grata, meno pensava alla libertà e meglio stava.
°O°
Il loro rapporto era strano, complicato se lo si guardava da fuori, in realtà era tutto molto semplice. Lei lo aspettava facendosi passare il tempo leggendo o andando a cavallo cosa che ora faceva benissimo, lui si divideva tra i suoi impegni come Mangiamorte, come marito e come amante, veramente impegnato, ma alla sera tornava sempre aveva aspettato troppo per averla nel suo letto e non avrebbe sprecato neppure una notte, anche quando lei non poteva dargli quello che voleva non le stava lontano, la teneva tra le braccia accarezzandola.
Ricordava la prima sera, era così spaventata, quando lui la condusse nelle sue stanze lei tremava.
-“Ti piace?”-
-“Si”- aveva sillabato
-“Qualsiasi cambiamento tu voglia fare sei autorizzata a farlo, va bene?”-
-“Si”-
-“Questo è il salottino, qui c’è la tua camera e quello è il bagno. Direi che un bagno caldo ti potrebbe sciogliere un po’ che dici?”-
-“Si” sussurrò guardandosi intorno. Lui la prese per un braccio e lei fece uno scatto indietro, lui arcuò le sopracciglia “scusa”- inghiottì la saliva che non ne voleva sapere di scendere normalmente gli occhi si erano fatti lucidi, li strinse per cacciare le lacrime che tentavano in tutti i modi di uscire
-“Che ti succede piccolina?”- le sussurrò all’orecchio stringendola al suo corpo
-“Niente” adesso piangeva, le lacrime avevano preso a scendere copiose e calde “scusa”- cercò di asciugarle ma queste non la smettevano, lui le fece alzare il mento e le sfiorò le labbra in un bacio leggero, la guardò di nuovo, lei aveva gli occhi chiusi si leccò leggermente le labbra e lui vi appoggiò di nuovo le sue, questa volta il bacio si era fatto più profondo, insinuò la lingua nella bocca di lei, quando si incontrò con quella di lei un lungo brivido li scosse, lei gemette piano e lui la strinse forte
-“Cosa ti spaventa?”-
-“Tutto. Mi spaventi tu e sono spaventata di me stessa, ho paura di non riuscire a dimenticare e questo minerebbe tutto”-
-“Cosa minerebbe?”-
-“A volte penso che tu sia un pazzo furioso” lui la fissò “è inutile che mi guardi in quel modo, la verità è che sei morto dentro”- lui le strinse le braccia e lei fece una smorfia di dolore
-“Smettila” sibilò “io non sono affatto morto e sono pronto a dimostrartelo anche subito”- la minacciò avvicinandosi al letto, Hermione tremò forte
-“Questo lo…lo so anch’io” gli cinse la vita stringendolo a se, sentiva il cuore di lui battere forte dall’ira “io…io parlavo dell’anima. Non capisci vero?” rimase abbracciata a lui, il profumo della sua pelle la inebriava “hai ragione io ti amo, ti ho sempre amato ma tu, tu sei…tu sei”-
-“Cosa sono?”- sibilò con il viso premuto tra i suoi capelli, gli accarezzava la schiena, fece salire il maglioncino intrufolando la mano e toccando la sua pelle nuda, lei gemette piano.
-“ Tu…tu sei…sei un mostro” lui sganciò il reggiseno e lei sussultò quando lui le stuzzicò il capezzolo che reagì all’istante. Gettò indietro il viso inarcando la schiena “ hai…hai u…cciso i miei amici”- lui sfilò il maglione gettandolo a terra, il reggiseno seguì lo stesso destino. Slacciò i jeans, si abbassò baciandole il collo, leccò piano i suoi seni il ventre, con le mani sfilò i pantaloni e a seguire gli slip, aspirò il suo profumo estasiato, la fece stendere sul letto, si svestì quasi strappandoseli di dosso, gli si sdraiò vicino. Prese a toccarla piano, prima il viso e il collo, la guardava negli occhi e lei arrossì, Hermione allungò la mano toccandogli i lunghi capelli, gli sfiorò il viso e le labbra, lui le morse un dito e lo prese tra le labbra succhiandolo piano, lei chiuse gli occhi.
-“Cos’altro piccola, cos’altro sono” prese tra le labbra il bocciolo eretto del seno mordicchiandolo, un gemito uscì dalle dolci labbra della ragazza, con le mani percorse tutto il corpo, le lunghe dita affusolate le davano brividi in tutto il corpo. La ragazza accarezzò il torace dell’uomo, era forte e ben fatto, risalì sulle spalle e il collo, solleticò la sua nuca e passò le dita tra i bellissimi capelli biondi, sollevò la testa baciandogli la spalla salendo verso il collo, lui la strinse forte facendola aderire al proprio corpo. La stava toccando piano e molto lentamente non voleva dimenticare neppure un piccolo pezzo di pelle, voleva assaporare fino in fondo la loro prima volta e non voleva assolutamente affrettare i tempi. Le sfiorò il fianco e la lunga coscia, risalì così piano che lei mugolò di protesta, lui sorrise e la baciò, spostò la mano fino ad incontrare la sua dolce femminilità, lei sospirò di piacere inarcandosi. Allungò la sua piccola mano, scese verso il ventre di lui e sfiorò la sua mascolinità, era calda, la massaggiò lentamente, si leccò piano le labbra e lui la guardò rapito “gesto pericoloso bambina” leccò le labbra mordicchiandole e lei sorrise maliziosa “ah piccola” le bloccò la mano fattasi impertinente e troppo invasiva “basta così, adesso ti faccio vedere cosa può fare un mostro come me”-
-“Sarebbe ora”- lo prese in giro lei, lui le morse la spalla e la gola, lei rise
-“Sarebbe ora? Piccola impertinente” le baciò le labbra con trasporto, accarezzò quel magnifico corpo senza approfondire fino a che lei si tese, stuzzicò i capezzoli sino a renderli gonfi ed eretti, li mordicchiò e lei prese a dimenarsi gemendo, con la mano seguì la curvatura del fianco fino al ginocchio, risalì dall’interno fino a sfiorare la sua femminilità per poi ritrarsi, lei protestò e lui tirò i morbidi ricci scuri per poi farsi strada tra di essi, quando le dita raggiunsero le dolci e umide pieghe lei ebbe uno scatto involontario e un piccolo grido sfuggi dalle sue labbra, Lucius le mordicchiò dolcemente guardandola negli occhi, quelli della ragazza erano velati di passione, quando le dita la violarono lei si sentì morire dal piacere “ti piace così?”-
-“Oddio si” la stava torturando senza tregua e lei si sentì sull’orlo di una voragine gigantesca “ti prego”- lui la baciò e intensificò il movimento, lei staccò la sua bocca per prendere aria, un lungo gemito uscì dalla sua gola quando tutto si fece nero lasciandola finalmente appagata, il cuore le batteva all’impazzata e un leggero velo di sudore le copriva il labbro superiore. Lui sorrise vedendola così rilassata, riprese a torturarla e lei in un attimo si perse di nuovo, Lucius gli si mise sopra senza toccarla, gli fece aprire le gambe, cominciò a baciarle il collo e le spalle, succhiò i boccioli del seno, Hermione gemette forte e si aggrappò alle sue spalle, lui le prese i fianchi con le mani, scese a baciarle il ventre e ancora più giù fino al dolce frutto che si aprì sotto i suoi baci, lei gli accarezzò i capelli mentre impazziva sotto i suoi colpi insistenti, la stava lambendo senza sosta e lei con un grido lasciò che gli argini si rompessero di nuovo. Lui risalì lentamente senza staccare mai la bocca dal suo corpo, le sollevò le gambe e con un gesto deciso entrò in lei facendola finalmente sua. Lei emise un lungo gemito e lui sospirò.
-“Finalmente bambina, finalmente sei mia”- gemette lui spingendo in profondità
-“Tua…Dio è bellissimo. Non…ti fermare ti prego”- supplicò lei, i due corpi coperti di sudore si stavano dando un piacere senza precedenti, lui la prese per le spalle sprofondando sempre di più in lei, dal canto suo Hermione strinse le sue gambe ai fianchi di lui cingendolo. Poi non ci fu più niente se non i loro respiri e i loro gemiti, lei gridò il nome di lui e lui fece altrettanto riempiendola del suo amore. Si accasciò su di lei, Hermione spostò i lunghi capelli biondi dal viso dell’uomo, erano umidi come i suoi.
-“Mi hai sfiancato lo sai”- sussurrò lui
-“Anche tu” gli baciò la fronte “avevi ragione”- bisbigliò
-“Su cosa?”-
-“Sul fatto di noi due, avevi detto che sarebbe stato sconvolgente e così è stato”-
-“Io ho sempre ragione”- confermò lui. Lei fece una risatina
-“Sempre modesto vedo”-
-“Non conosco quella parola”-
-“Come anche tante altre del tipo, pazienza, altruismo, generosità e perdono”-
-“Tutte queste cose le posso avere solo per te” si scostò leggermente per farla respirare. Lei notò solo in quel momento il marchio nero inciso sul suo braccio, chiuse gli occhi e si scostò leggermente, non doveva pensarci, non doveva ma lui se n’era già accorto “ti abituerai”-
-“Lo so, è solo che non lo avevo mai visto e a dire il vero fa un po’ senso”-
-“Apri gli occhi” lei scosse la testa “apri gli occhi piccola” lei li aprì ma guardava un punto imprecisato del soffitto “guarda me” ordinò, lei non poté far altro che obbedire “non posso e ne voglio coprirlo solo perché ti disturba, lui non può ne essere cancellato ne dimenticato. Quindi vedi di non fare troppo la difficile”- comunicò scontroso
-“Io…io non…non faccio…la difficile” sibilò “non l’ho chiesta io questa cosa, non ti ho chiesto io di uccidere tutti i miei amici e di portarmi via, non ti ho chiesto io di sconvolgere la mia vita, non ti ho chiesto io di rovinarmi l’esistenza e non ho chiesto io di essere esiliata qui con te”- buttò d’un fiato

-“Hai ragione su tutto ma non hai fatto i conti con il tuo cuore però”- disse ironico
-“Non prenderti gioco di me. Il mio cuore lo comando io chiaro, se tu mi avessi lasciato stare lo avrei gestito esattamente come avevo fatto fino a quel momento”- borbottò
-“Ti ho già detto vero che sei una bugiarda. Prova a dire che con Potter hai provato quello che hai provato con me stasera”-
-“Ti faccio notare che io ed Harry a letto facevamo faville” lui si irrigidì e lei capì di essersi spinta troppo “non è vero scusami” gli accarezzò la schiena cercando di allentare i muscoli irrigiditi “scusami ti prego, non volevo dire quello che ho detto”- lui si avvicinò e l’abbracciò stretta
-“Il sapere che sei stata con altri uomini mi fa impazzire ma cerco di non pensarci, ma ti sconsiglio vivamente di paragonarmi a loro e soprattutto non mi parlare di quegli idioti come se tu ne sentissi la mancanza, potrei diventare veramente cattivo e ti assicuro che non ti piacerei per niente”-
-“Mi dispiace davvero” accarezzò quel torace pallido ma vigoroso, lui sospirò “come la mettiamo con tutte le donne che invece hai avuto tu?”- indagò lei
-“Non contano assolutamente niente”-
-“Non contano? Stai parlando al presente” lei si scostò ma lui la strinse forte “se credi che io me ne stia chiusa qui mentre tu fai i tuoi sporchi comodi con delle altre sei pazzo”- ringhiò paonazza
-“Gelosa?”- ridacchiò lui
-“Vai al diavolo” si sciolse dal suo abbraccio, gli girò la schiena, sentiva un bruciore al cuore chiuse gli occhi “lo sapevo” alcune lacrime presero a solcarle il viso “quante ne hai sparse per l’Europa?” lui rise e lei scoppiò in singhiozzi “lo trovi divertente vero?”-
-“Hermione tesoro” toccò la spalla ma lei lo scartò “non c’è nessun’altra, guardami. Andiamo piccola” lei si girò fissandolo negli occhi “ho avuto tantissime donne ma a nessuna ho donato un castello e a nessuna ho dichiarato il mio amore come ho fatto con te. Mi piace questa cosa della gelosia” sorrise e lei ricambiò “ma ti posso assicurare che non ne hai motivo, non voglio delle altre voglio solo te”- lei si avvicinò ulteriormente accomodandosi nell’incavo della spalla
-“Lucius?”-
-“Cosa”-
-“Tua…tua”- aveva timore di quella domanda
-“Non balbettare”-
-“Tua moglie?”- buttò d’un fiato
-“Che vuoi sapere?”- chiese indifferente
-“Lei…lei cosa…cosa dice di…di questa cosa?” chiuse gli occhi nascondendosi alla sua vista, lui fece una risatina e lei lo guardò stupita “perché ridi?”-
-“Sei unica amore mio” le baciò la fronte “l’amante che chiede dei sentimenti della moglie, questa è troppo divertente”- lei rimase affascinata, lui stava ridendo ed era bellissimo, sorrise anche lei poi gli morse la pelle del torace
-“Piantala di prendermi in giro, sto parlando sul serio” gli solleticò il fianco e lui le bloccò la mano “Wow…soffri il solletico”- constatò divertita. La scena che gli apparve davanti agli occhi la fece scoppiare a ridere
-“Cos’è che ti diverte così tanto?”-
-“Se lo avessimo saputo anni fa questa tua debolezza avremmo potuto usarla contro di te” rise di nuovo “invece di combatterti con il crucio o altre maledizioni bastava farti il solletico”- scoppiò a ridere, ma poi le lacrime presero a scendere, gli erano venuti alla mente i suoi compagni, George, Neville Lavanda, Calì e Seamus, Dio quanto gli mancavano
-“Che c’è bambina?”-
-“Niente Lucius, niente. Allora tua moglie?”-
-“Lei vive a Malfoy Manor e non gliene può fregare di meno di quello che faccio, sono anni che tra noi non c’è più nulla, l’unica cosa che vuole è la posizione sociale e il mio nome. Ed è l’unica cosa che ha da me, sa benissimo che non mi deve intralciare altrimenti la pagherebbe troppo cara”-
-“Non le interessa che tu abbia tutte queste amanti?”-
-“No, e poi lei non è da meno, è solo più cauta di me.”-
-“In che senso scusa?”-
-“Può avere tutti gli uomini che vuole ma deve essere estremamente discreta, non mi piace passare da cornuto”-
-“Questa è bella tu si e lei no?”- si stupì
-“Se la vuoi mettere così”-
-“Maschilista”- l’apostrofò lei
-“E non sai quanto” in un attimo gli fu sopra e la baciò accarezzandola “ti amo”-
-“Anch’io”- (purtroppo) pensò poi si lasciò trasportare dall’immenso piacere che lui le procurava.

Londra
Il giorno dopo la sparizione

Harry e Ron giunsero davanti al palazzo di Hermione, guardarono verso le finestre.
-“Fred ha detto che era strana, parlava sottovoce e si guardava spesso in giro”- disse Ron
-“Sarà meglio controllare”- asserì Harry aprendo il portone, presero l’ascensore sino al sesto piano, davanti alla porta suonarono il campanello, attesero qualche secondo poi suonarono di nuovo. I loro volti si fecero tesi guardandosi l’uno con l’altro.
-“Credo non ci sia, oggi non l’ho sentita muoversi” a quella voce sconosciuta i due ragazzi si girarono, l’anziana donna sulla soglia della propria porta di fronte a quella di Hermione li guardava con sospetto, poi li riconobbe “ah siete voi, non c’è”-
-“Ne è sicura?”- chiese Harry
-“La vedo tutte le mattine scendere a prendere il latte e oggi invece non si è sentito nulla, certo che ieri sera del trambusto c’è n’è stato”-
-“Che significa?”- domandò Ron sbiancando
-“E’ arrivato un uomo molto distinto con un lungo mantello nero, ha aperto la porta ed è entrato. Poi è arrivata lei, poi un ragazzo dai capelli rossi, sembrava così triste poverino. Ne è uscito venti minuti dopo circa, ha baciato Hermione poi se né andato. Da allora più niente, ma forse mi è sfuggito qualcosa”- finì
-“Mi sembra improbabile”- affermò sconvolto Harry, sia dal resoconto dettagliato di quella impicciona che del fatto che Fred si era trovato nella stessa casa con Malfoy, guardò Ron, tutti e due avevano pensato alla stessa cosa. Harry tolse la chiave dalla tasca.
-“E’ stata molto gentile grazie” disse Ron. Harry aprì la porta ed entrarono chiudendosi la porta alle spalle “Cristo Santo, ma questa da dove viene fuori”-
-“Lascia perdere. Hermione” chiamò “tesoro ci sei?” cercarono in tutta la casa, nulla non c’era nessuno. Si lasciò cadere sul divano “se né andata Ron” appoggiò la testa allo schienale e chiuse gli occhi “la nostra Herm se né andata, non la vedremo mai più”- le lacrime presero a solcargli il viso, le lasciò scorrere senza tentare di fermarle, pianse per gli amici e per la donna che lo aveva capito più di chiunque altro.
Ron guardò il suo amico piangere, ingoiò le lacrime e fece un altro giro per le stanze lasciando Harry solo con il proprio dolore. Entrò in bagno e toccò le cose di Herm, aprì il cassetto e trovò un foglio piegato alla bene meglio, lo estrasse e sbarrò gli occhi
-“Harry” chiamò raggiungendolo in salotto “guarda ci ha lasciato un messaggio”- il moro sbarrò gli occhi, si asciugò dalle lacrime e strappò il foglio dalle mani dell’amico, lo lesse e un sorriso triste si delineò sul suo viso.
Harry, Ron
sono sicura che troverete queste poche righe che sono riuscita a scrivere.
Lui è di là in questo momento e sta aspettando per portarmi via,
vi prego non preoccupatevi per me io starò bene,
non cercatemi e non fate nulla di avventato,
vi prego state attenti.
Chiedo perdono a tutti, per colpa mia i nostri amici sono stati uccisi
Io merito tutto quello che mi succederà e anche in caso io sia trattata bene
il rimorso mi seguirà per tutta la mia vita.
Vi amo tutti immensamente
per sempre vostra Herm

Harry lo rilesse parecchie volte, lo piegò e lo mise in tasca.
-“Non abbiamo più nulla da fare qui” si alzò raggiungendo la porta seguito dall’amico. Si girò abbracciando quella casa “addio angelo mio”- richiuse piano la porta e insieme raggiunsero la strada. Non dissero una parola, alzarono il viso e per l’ultima volta guardarono quelle finestre ormai buie.

Irlanda
un anno dopo

La campagna irlandese era tra le più belle esistenti. Hermione sulla collina scrutava il paesaggio, una distesa immensa circondava la loro tenuta.
Non passava giorno che non venisse ad ammirare quel panorama, la distraeva.
Non passava giorno che non pensasse ai suoi amici, il rimorso era sempre lì, sempre presente in lei, si svegliava di notte con i loro visi stupiti o spaventati che la fissavano, quegli sguardi vuoti che solo i senza vita hanno, in quelle notti si doveva alzare stando attenta a non svegliare lui. Lui c’era sempre e non la lasciava che per brevi periodi, quando doveva sistemare degli affari a Malfoy Manor o quando andava in missione per l’Oscuro Signore.
Lui la faceva stare bene e lei in qualche modo era serena se non pensava troppo, adesso avrebbe avuto meno tempo, aveva mantenuto la promessa.
Aspirò l’aria frizzante e un lungo sospiro uscì dalle sue labbra, si accarezzò il pancione sorridendo, fra poche settimane avrebbe avuto il suo primo bambino.
Due braccia la strinsero da dietro, lei gli si appoggiò contro sorridendo, Lucius accarezzò il ventre e la baciò sul collo
-“Come stai oggi bambina”-
-“Sto bene”- si girò verso di lui appoggiando la testa sulla sua spalla, le baciò la fronte e lei alzò il viso, le catturò le labbra in un lungo bacio
-“Ti amo Herm”-
-“Ti amo anch’io Lucius”-
Ed era vero come il sole che sorge al mattino e tramonta alla sera.
Non poteva farci nulla, lui era un Mangiamorte assassino e questo non poteva cambiare, ma lei ne era innamorata, di un amore tormentato, assoluto e totale.
Era anche vero che lui la trattava come se fosse l’unica persona al mondo, era dolce e disponibile e sempre attento ai suoi desideri ma, non aveva la libertà di muoversi.
-“Cos’hai fatto oggi?”- chiese lui baciandole la punta del naso
-“Ho aspettato te”- Lucius la strinse sorridendo.
Quella era e sarebbe stata la sua vita, aspettare che lui tornasse da lei.

Fine

se non è di troppo disturbo, ora, qualcuno mi dovrebbe proprio spiegare come portare tutto nelle ff. finite.
Perchè è li vero che deve andare??? :sbrill: :gocc:
Scusatemi, sono un vero impiastro con sti cosi...e con i forum ancora di più. grazie e ciao-ciao






 
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~Wally •
view post Posted on 17/2/2009, 14:34




uuuuuuuuuuuu! *.* ma era pure l'ultimo cap......nn l'avevo cap! comunque è stupendo come al solito.....!!!....sono solo un po' triste ke sia finita.....sigh....
BRAVISSIMAAAAAAAAAAAAAAAAA!

spero posterai presto qualcos'altro!

Tua fan,
Smack
 
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miria
view post Posted on 19/2/2009, 10:39




cara "fan", ti ringrazio moltissimo, è sempre bello sapere che una propria 'creatura' sia stata gradita.
Appena mi sono sistemata con gli esami ho un'altra fanfic con questa coppia, più lunga e spero ti sia altrettanto gradita.
quindi...a presto...spero.
ciao e ancora grazie...miria
 
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15 replies since 22/11/2008, 18:43   1354 views
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