Ed eccoci qui, settimo ed ultimo capitolo.
dedicato a Wally, grazie dell'apprezzamento
Irlanda
capitolo settimo
Qualche mese dopo
La campagna irlandese era tra le più belle esistenti. Hermione sulla collina scrutava il paesaggio, una distesa immensa circondava la loro tenuta. Lucius aveva acquistato praticamente tutta la vallata, il loro castello sorgeva sul cucuzzolo di quella collina rigogliosa, piena di alberi maestosi e sconfinate aree pianeggianti, l’erba era di un verde intenso e profumava di fresco, i fiorellini che crescevano naturalmente erano coloratissimi e profumati. La ragazza passava molto tempo a contemplare quel panorama, rimaneva a fissarlo per delle ore e in quel frangente pensava ai suoi amici lontani a quelli che non c’erano più e al dolore che le lacerava il cuore per il rimorso.
Su una cosa lui aveva avuto ragione, l’avrebbe tenuta impegnata ed era vero, non la lasciava mai sola troppo a lungo e quando erano insieme lei era troppo concentrata ad assecondarlo per stare troppo a pensare.
Quando giunsero la prima volta lei era rimasta abbagliata da tutto quello splendore, il castello era splendido e arredato esattamente come lo avrebbe fatto lei. I mobili erano tutti in stile ma non troppo, a lei non piacevano le cose troppo lavorate, quindi lui aveva adottato uno stile in arte povera, e a lei piacevano molto, tutto era in noce o mogano, tutti i camini erano in marmo nero con venature differenti per ogni stanza, solo nelle sue stanze erano bianchi. I pavimento anch’essi di marmo bianco con venature verdi ovunque ricoperti da tappeti pregiati. La stanza più bella rimaneva quella dei ricevimenti, era lunga una trentina di metri e larga otto, per riscaldarla c’erano voluti sei camini in marmo bordò, il soffitto era coperto da stucchi e affreschi raffiguranti i miti greci che lei amava particolarmente, quindici vetrate prendevano tutta una parete e tra l’una e l’altra delle statue in bronzo d’orato a grandezza naturale raffiguranti delle dee fungevano da candelabri. L’altra stanza se così la si poteva chiamare che amava era la biblioteca, occupava un’intera ala del maniero, ci perdeva delle giornate intere quando fuori pioveva, Lucius le aveva procurato un computer e lei si divertiva moltissimo cercando di capire come poteva funzionare quella macchina infernale come la chiamava lui. Gli aveva chiesto un’insegnante ma lui l’aveva guardata ghiacciandola e lei aveva accantonato l’idea, poi un pomeriggio era arrivato con una ragazza babbana di circa vent’anni, l’aveva trovata nel paese e lei si era resa disponibile ad insegnarle come funzionava. Le piaceva quella giovane donna, si chiamava Anna era allegra e divertente, l’aveva anche invitata ad uscire qualche sera con gli amici ma naturalmente aveva dovuto declinare l’invito.
-“Perché non vuoi uscire con me? Giuro che siamo dei bravi ragazzi”- rise Anna
-“Ne sono sicura ma io non posso proprio”-
-“E’ per lui vero?”-
-“Lascia stare ti prego, lui non è quello che sembra”-
-“Ti mette le mani addosso?” chiese ansiosa “si può denunciare sai”- Herm fece una risatina e lei la guardò stupita
-“No Anna non mi ha mai messo le mani addosso mai, ma ti conviene lasciar perdere, cerca di non metterti mai sulla sua strada se vuoi poter dire ‘domani’”-
-“Che significa?”-
-“Significa stai lontana da lui il più possibile. Andiamo avanti per favore?”- Hermione chiuse il discorso e Anna non fece mai più domande, non la invitò mai più ad uscire insieme, gliene fu molto grata, meno pensava alla libertà e meglio stava.
°O°
Il loro rapporto era strano, complicato se lo si guardava da fuori, in realtà era tutto molto semplice. Lei lo aspettava facendosi passare il tempo leggendo o andando a cavallo cosa che ora faceva benissimo, lui si divideva tra i suoi impegni come Mangiamorte, come marito e come amante, veramente impegnato, ma alla sera tornava sempre aveva aspettato troppo per averla nel suo letto e non avrebbe sprecato neppure una notte, anche quando lei non poteva dargli quello che voleva non le stava lontano, la teneva tra le braccia accarezzandola.
Ricordava la prima sera, era così spaventata, quando lui la condusse nelle sue stanze lei tremava.
-“Ti piace?”-
-“Si”- aveva sillabato
-“Qualsiasi cambiamento tu voglia fare sei autorizzata a farlo, va bene?”-
-“Si”-
-“Questo è il salottino, qui c’è la tua camera e quello è il bagno. Direi che un bagno caldo ti potrebbe sciogliere un po’ che dici?”-
-“Si” sussurrò guardandosi intorno. Lui la prese per un braccio e lei fece uno scatto indietro, lui arcuò le sopracciglia “scusa”- inghiottì la saliva che non ne voleva sapere di scendere normalmente gli occhi si erano fatti lucidi, li strinse per cacciare le lacrime che tentavano in tutti i modi di uscire
-“Che ti succede piccolina?”- le sussurrò all’orecchio stringendola al suo corpo
-“Niente” adesso piangeva, le lacrime avevano preso a scendere copiose e calde “scusa”- cercò di asciugarle ma queste non la smettevano, lui le fece alzare il mento e le sfiorò le labbra in un bacio leggero, la guardò di nuovo, lei aveva gli occhi chiusi si leccò leggermente le labbra e lui vi appoggiò di nuovo le sue, questa volta il bacio si era fatto più profondo, insinuò la lingua nella bocca di lei, quando si incontrò con quella di lei un lungo brivido li scosse, lei gemette piano e lui la strinse forte
-“Cosa ti spaventa?”-
-“Tutto. Mi spaventi tu e sono spaventata di me stessa, ho paura di non riuscire a dimenticare e questo minerebbe tutto”-
-“Cosa minerebbe?”-
-“A volte penso che tu sia un pazzo furioso” lui la fissò “è inutile che mi guardi in quel modo, la verità è che sei morto dentro”- lui le strinse le braccia e lei fece una smorfia di dolore
-“Smettila” sibilò “io non sono affatto morto e sono pronto a dimostrartelo anche subito”- la minacciò avvicinandosi al letto, Hermione tremò forte
-“Questo lo…lo so anch’io” gli cinse la vita stringendolo a se, sentiva il cuore di lui battere forte dall’ira “io…io parlavo dell’anima. Non capisci vero?” rimase abbracciata a lui, il profumo della sua pelle la inebriava “hai ragione io ti amo, ti ho sempre amato ma tu, tu sei…tu sei”-
-“Cosa sono?”- sibilò con il viso premuto tra i suoi capelli, gli accarezzava la schiena, fece salire il maglioncino intrufolando la mano e toccando la sua pelle nuda, lei gemette piano.
-“ Tu…tu sei…sei un mostro” lui sganciò il reggiseno e lei sussultò quando lui le stuzzicò il capezzolo che reagì all’istante. Gettò indietro il viso inarcando la schiena “ hai…hai u…cciso i miei amici”- lui sfilò il maglione gettandolo a terra, il reggiseno seguì lo stesso destino. Slacciò i jeans, si abbassò baciandole il collo, leccò piano i suoi seni il ventre, con le mani sfilò i pantaloni e a seguire gli slip, aspirò il suo profumo estasiato, la fece stendere sul letto, si svestì quasi strappandoseli di dosso, gli si sdraiò vicino. Prese a toccarla piano, prima il viso e il collo, la guardava negli occhi e lei arrossì, Hermione allungò la mano toccandogli i lunghi capelli, gli sfiorò il viso e le labbra, lui le morse un dito e lo prese tra le labbra succhiandolo piano, lei chiuse gli occhi.
-“Cos’altro piccola, cos’altro sono” prese tra le labbra il bocciolo eretto del seno mordicchiandolo, un gemito uscì dalle dolci labbra della ragazza, con le mani percorse tutto il corpo, le lunghe dita affusolate le davano brividi in tutto il corpo. La ragazza accarezzò il torace dell’uomo, era forte e ben fatto, risalì sulle spalle e il collo, solleticò la sua nuca e passò le dita tra i bellissimi capelli biondi, sollevò la testa baciandogli la spalla salendo verso il collo, lui la strinse forte facendola aderire al proprio corpo. La stava toccando piano e molto lentamente non voleva dimenticare neppure un piccolo pezzo di pelle, voleva assaporare fino in fondo la loro prima volta e non voleva assolutamente affrettare i tempi. Le sfiorò il fianco e la lunga coscia, risalì così piano che lei mugolò di protesta, lui sorrise e la baciò, spostò la mano fino ad incontrare la sua dolce femminilità, lei sospirò di piacere inarcandosi. Allungò la sua piccola mano, scese verso il ventre di lui e sfiorò la sua mascolinità, era calda, la massaggiò lentamente, si leccò piano le labbra e lui la guardò rapito “gesto pericoloso bambina” leccò le labbra mordicchiandole e lei sorrise maliziosa “ah piccola” le bloccò la mano fattasi impertinente e troppo invasiva “basta così, adesso ti faccio vedere cosa può fare un mostro come me”-
-“Sarebbe ora”- lo prese in giro lei, lui le morse la spalla e la gola, lei rise
-“Sarebbe ora? Piccola impertinente” le baciò le labbra con trasporto, accarezzò quel magnifico corpo senza approfondire fino a che lei si tese, stuzzicò i capezzoli sino a renderli gonfi ed eretti, li mordicchiò e lei prese a dimenarsi gemendo, con la mano seguì la curvatura del fianco fino al ginocchio, risalì dall’interno fino a sfiorare la sua femminilità per poi ritrarsi, lei protestò e lui tirò i morbidi ricci scuri per poi farsi strada tra di essi, quando le dita raggiunsero le dolci e umide pieghe lei ebbe uno scatto involontario e un piccolo grido sfuggi dalle sue labbra, Lucius le mordicchiò dolcemente guardandola negli occhi, quelli della ragazza erano velati di passione, quando le dita la violarono lei si sentì morire dal piacere “ti piace così?”-
-“Oddio si” la stava torturando senza tregua e lei si sentì sull’orlo di una voragine gigantesca “ti prego”- lui la baciò e intensificò il movimento, lei staccò la sua bocca per prendere aria, un lungo gemito uscì dalla sua gola quando tutto si fece nero lasciandola finalmente appagata, il cuore le batteva all’impazzata e un leggero velo di sudore le copriva il labbro superiore. Lui sorrise vedendola così rilassata, riprese a torturarla e lei in un attimo si perse di nuovo, Lucius gli si mise sopra senza toccarla, gli fece aprire le gambe, cominciò a baciarle il collo e le spalle, succhiò i boccioli del seno, Hermione gemette forte e si aggrappò alle sue spalle, lui le prese i fianchi con le mani, scese a baciarle il ventre e ancora più giù fino al dolce frutto che si aprì sotto i suoi baci, lei gli accarezzò i capelli mentre impazziva sotto i suoi colpi insistenti, la stava lambendo senza sosta e lei con un grido lasciò che gli argini si rompessero di nuovo. Lui risalì lentamente senza staccare mai la bocca dal suo corpo, le sollevò le gambe e con un gesto deciso entrò in lei facendola finalmente sua. Lei emise un lungo gemito e lui sospirò.
-“Finalmente bambina, finalmente sei mia”- gemette lui spingendo in profondità
-“Tua…Dio è bellissimo. Non…ti fermare ti prego”- supplicò lei, i due corpi coperti di sudore si stavano dando un piacere senza precedenti, lui la prese per le spalle sprofondando sempre di più in lei, dal canto suo Hermione strinse le sue gambe ai fianchi di lui cingendolo. Poi non ci fu più niente se non i loro respiri e i loro gemiti, lei gridò il nome di lui e lui fece altrettanto riempiendola del suo amore. Si accasciò su di lei, Hermione spostò i lunghi capelli biondi dal viso dell’uomo, erano umidi come i suoi.
-“Mi hai sfiancato lo sai”- sussurrò lui
-“Anche tu” gli baciò la fronte “avevi ragione”- bisbigliò
-“Su cosa?”-
-“Sul fatto di noi due, avevi detto che sarebbe stato sconvolgente e così è stato”-
-“Io ho sempre ragione”- confermò lui. Lei fece una risatina
-“Sempre modesto vedo”-
-“Non conosco quella parola”-
-“Come anche tante altre del tipo, pazienza, altruismo, generosità e perdono”-
-“Tutte queste cose le posso avere solo per te” si scostò leggermente per farla respirare. Lei notò solo in quel momento il marchio nero inciso sul suo braccio, chiuse gli occhi e si scostò leggermente, non doveva pensarci, non doveva ma lui se n’era già accorto “ti abituerai”-
-“Lo so, è solo che non lo avevo mai visto e a dire il vero fa un po’ senso”-
-“Apri gli occhi” lei scosse la testa “apri gli occhi piccola” lei li aprì ma guardava un punto imprecisato del soffitto “guarda me” ordinò, lei non poté far altro che obbedire “non posso e ne voglio coprirlo solo perché ti disturba, lui non può ne essere cancellato ne dimenticato. Quindi vedi di non fare troppo la difficile”- comunicò scontroso
-“Io…io non…non faccio…la difficile” sibilò “non l’ho chiesta io questa cosa, non ti ho chiesto io di uccidere tutti i miei amici e di portarmi via, non ti ho chiesto io di sconvolgere la mia vita, non ti ho chiesto io di rovinarmi l’esistenza e non ho chiesto io di essere esiliata qui con te”- buttò d’un fiato
-“Hai ragione su tutto ma non hai fatto i conti con il tuo cuore però”- disse ironico
-“Non prenderti gioco di me. Il mio cuore lo comando io chiaro, se tu mi avessi lasciato stare lo avrei gestito esattamente come avevo fatto fino a quel momento”- borbottò
-“Ti ho già detto vero che sei una bugiarda. Prova a dire che con Potter hai provato quello che hai provato con me stasera”-
-“Ti faccio notare che io ed Harry a letto facevamo faville” lui si irrigidì e lei capì di essersi spinta troppo “non è vero scusami” gli accarezzò la schiena cercando di allentare i muscoli irrigiditi “scusami ti prego, non volevo dire quello che ho detto”- lui si avvicinò e l’abbracciò stretta
-“Il sapere che sei stata con altri uomini mi fa impazzire ma cerco di non pensarci, ma ti sconsiglio vivamente di paragonarmi a loro e soprattutto non mi parlare di quegli idioti come se tu ne sentissi la mancanza, potrei diventare veramente cattivo e ti assicuro che non ti piacerei per niente”-
-“Mi dispiace davvero” accarezzò quel torace pallido ma vigoroso, lui sospirò “come la mettiamo con tutte le donne che invece hai avuto tu?”- indagò lei
-“Non contano assolutamente niente”-
-“Non contano? Stai parlando al presente” lei si scostò ma lui la strinse forte “se credi che io me ne stia chiusa qui mentre tu fai i tuoi sporchi comodi con delle altre sei pazzo”- ringhiò paonazza
-“Gelosa?”- ridacchiò lui
-“Vai al diavolo” si sciolse dal suo abbraccio, gli girò la schiena, sentiva un bruciore al cuore chiuse gli occhi “lo sapevo” alcune lacrime presero a solcarle il viso “quante ne hai sparse per l’Europa?” lui rise e lei scoppiò in singhiozzi “lo trovi divertente vero?”-
-“Hermione tesoro” toccò la spalla ma lei lo scartò “non c’è nessun’altra, guardami. Andiamo piccola” lei si girò fissandolo negli occhi “ho avuto tantissime donne ma a nessuna ho donato un castello e a nessuna ho dichiarato il mio amore come ho fatto con te. Mi piace questa cosa della gelosia” sorrise e lei ricambiò “ma ti posso assicurare che non ne hai motivo, non voglio delle altre voglio solo te”- lei si avvicinò ulteriormente accomodandosi nell’incavo della spalla
-“Lucius?”-
-“Cosa”-
-“Tua…tua”- aveva timore di quella domanda
-“Non balbettare”-
-“Tua moglie?”- buttò d’un fiato
-“Che vuoi sapere?”- chiese indifferente
-“Lei…lei cosa…cosa dice di…di questa cosa?” chiuse gli occhi nascondendosi alla sua vista, lui fece una risatina e lei lo guardò stupita “perché ridi?”-
-“Sei unica amore mio” le baciò la fronte “l’amante che chiede dei sentimenti della moglie, questa è troppo divertente”- lei rimase affascinata, lui stava ridendo ed era bellissimo, sorrise anche lei poi gli morse la pelle del torace
-“Piantala di prendermi in giro, sto parlando sul serio” gli solleticò il fianco e lui le bloccò la mano “Wow…soffri il solletico”- constatò divertita. La scena che gli apparve davanti agli occhi la fece scoppiare a ridere
-“Cos’è che ti diverte così tanto?”-
-“Se lo avessimo saputo anni fa questa tua debolezza avremmo potuto usarla contro di te” rise di nuovo “invece di combatterti con il crucio o altre maledizioni bastava farti il solletico”- scoppiò a ridere, ma poi le lacrime presero a scendere, gli erano venuti alla mente i suoi compagni, George, Neville Lavanda, Calì e Seamus, Dio quanto gli mancavano
-“Che c’è bambina?”-
-“Niente Lucius, niente. Allora tua moglie?”-
-“Lei vive a Malfoy Manor e non gliene può fregare di meno di quello che faccio, sono anni che tra noi non c’è più nulla, l’unica cosa che vuole è la posizione sociale e il mio nome. Ed è l’unica cosa che ha da me, sa benissimo che non mi deve intralciare altrimenti la pagherebbe troppo cara”-
-“Non le interessa che tu abbia tutte queste amanti?”-
-“No, e poi lei non è da meno, è solo più cauta di me.”-
-“In che senso scusa?”-
-“Può avere tutti gli uomini che vuole ma deve essere estremamente discreta, non mi piace passare da cornuto”-
-“Questa è bella tu si e lei no?”- si stupì
-“Se la vuoi mettere così”-
-“Maschilista”- l’apostrofò lei
-“E non sai quanto” in un attimo gli fu sopra e la baciò accarezzandola “ti amo”-
-“Anch’io”- (purtroppo) pensò poi si lasciò trasportare dall’immenso piacere che lui le procurava.
Londra
Il giorno dopo la sparizione
Harry e Ron giunsero davanti al palazzo di Hermione, guardarono verso le finestre.
-“Fred ha detto che era strana, parlava sottovoce e si guardava spesso in giro”- disse Ron
-“Sarà meglio controllare”- asserì Harry aprendo il portone, presero l’ascensore sino al sesto piano, davanti alla porta suonarono il campanello, attesero qualche secondo poi suonarono di nuovo. I loro volti si fecero tesi guardandosi l’uno con l’altro.
-“Credo non ci sia, oggi non l’ho sentita muoversi” a quella voce sconosciuta i due ragazzi si girarono, l’anziana donna sulla soglia della propria porta di fronte a quella di Hermione li guardava con sospetto, poi li riconobbe “ah siete voi, non c’è”-
-“Ne è sicura?”- chiese Harry
-“La vedo tutte le mattine scendere a prendere il latte e oggi invece non si è sentito nulla, certo che ieri sera del trambusto c’è n’è stato”-
-“Che significa?”- domandò Ron sbiancando
-“E’ arrivato un uomo molto distinto con un lungo mantello nero, ha aperto la porta ed è entrato. Poi è arrivata lei, poi un ragazzo dai capelli rossi, sembrava così triste poverino. Ne è uscito venti minuti dopo circa, ha baciato Hermione poi se né andato. Da allora più niente, ma forse mi è sfuggito qualcosa”- finì
-“Mi sembra improbabile”- affermò sconvolto Harry, sia dal resoconto dettagliato di quella impicciona che del fatto che Fred si era trovato nella stessa casa con Malfoy, guardò Ron, tutti e due avevano pensato alla stessa cosa. Harry tolse la chiave dalla tasca.
-“E’ stata molto gentile grazie” disse Ron. Harry aprì la porta ed entrarono chiudendosi la porta alle spalle “Cristo Santo, ma questa da dove viene fuori”-
-“Lascia perdere. Hermione” chiamò “tesoro ci sei?” cercarono in tutta la casa, nulla non c’era nessuno. Si lasciò cadere sul divano “se né andata Ron” appoggiò la testa allo schienale e chiuse gli occhi “la nostra Herm se né andata, non la vedremo mai più”- le lacrime presero a solcargli il viso, le lasciò scorrere senza tentare di fermarle, pianse per gli amici e per la donna che lo aveva capito più di chiunque altro.
Ron guardò il suo amico piangere, ingoiò le lacrime e fece un altro giro per le stanze lasciando Harry solo con il proprio dolore. Entrò in bagno e toccò le cose di Herm, aprì il cassetto e trovò un foglio piegato alla bene meglio, lo estrasse e sbarrò gli occhi
-“Harry” chiamò raggiungendolo in salotto “guarda ci ha lasciato un messaggio”- il moro sbarrò gli occhi, si asciugò dalle lacrime e strappò il foglio dalle mani dell’amico, lo lesse e un sorriso triste si delineò sul suo viso.
Harry, Ron
sono sicura che troverete queste poche righe che sono riuscita a scrivere.
Lui è di là in questo momento e sta aspettando per portarmi via,
vi prego non preoccupatevi per me io starò bene,
non cercatemi e non fate nulla di avventato,
vi prego state attenti.
Chiedo perdono a tutti, per colpa mia i nostri amici sono stati uccisi
Io merito tutto quello che mi succederà e anche in caso io sia trattata bene
il rimorso mi seguirà per tutta la mia vita.
Vi amo tutti immensamente
per sempre vostra Herm
Harry lo rilesse parecchie volte, lo piegò e lo mise in tasca.
-“Non abbiamo più nulla da fare qui” si alzò raggiungendo la porta seguito dall’amico. Si girò abbracciando quella casa “addio angelo mio”- richiuse piano la porta e insieme raggiunsero la strada. Non dissero una parola, alzarono il viso e per l’ultima volta guardarono quelle finestre ormai buie.
Irlanda
un anno dopo
La campagna irlandese era tra le più belle esistenti. Hermione sulla collina scrutava il paesaggio, una distesa immensa circondava la loro tenuta.
Non passava giorno che non venisse ad ammirare quel panorama, la distraeva.
Non passava giorno che non pensasse ai suoi amici, il rimorso era sempre lì, sempre presente in lei, si svegliava di notte con i loro visi stupiti o spaventati che la fissavano, quegli sguardi vuoti che solo i senza vita hanno, in quelle notti si doveva alzare stando attenta a non svegliare lui. Lui c’era sempre e non la lasciava che per brevi periodi, quando doveva sistemare degli affari a Malfoy Manor o quando andava in missione per l’Oscuro Signore.
Lui la faceva stare bene e lei in qualche modo era serena se non pensava troppo, adesso avrebbe avuto meno tempo, aveva mantenuto la promessa.
Aspirò l’aria frizzante e un lungo sospiro uscì dalle sue labbra, si accarezzò il pancione sorridendo, fra poche settimane avrebbe avuto il suo primo bambino.
Due braccia la strinsero da dietro, lei gli si appoggiò contro sorridendo, Lucius accarezzò il ventre e la baciò sul collo
-“Come stai oggi bambina”-
-“Sto bene”- si girò verso di lui appoggiando la testa sulla sua spalla, le baciò la fronte e lei alzò il viso, le catturò le labbra in un lungo bacio
-“Ti amo Herm”-
-“Ti amo anch’io Lucius”-
Ed era vero come il sole che sorge al mattino e tramonta alla sera.
Non poteva farci nulla, lui era un Mangiamorte assassino e questo non poteva cambiare, ma lei ne era innamorata, di un amore tormentato, assoluto e totale.
Era anche vero che lui la trattava come se fosse l’unica persona al mondo, era dolce e disponibile e sempre attento ai suoi desideri ma, non aveva la libertà di muoversi.
-“Cos’hai fatto oggi?”- chiese lui baciandole la punta del naso
-“Ho aspettato te”- Lucius la strinse sorridendo.
Quella era e sarebbe stata la sua vita, aspettare che lui tornasse da lei.
Fine
se non è di troppo disturbo, ora, qualcuno mi dovrebbe proprio spiegare come portare tutto nelle ff. finite.
Perchè è li vero che deve andare???
Scusatemi, sono un vero impiastro con sti cosi...e con i forum ancora di più. grazie e ciao-ciao